Pensieri ed emozioni di un iracheno in Europa: Intervista a uno studente d'ingegneria in Inghilterra

  di Claudio Catalano

Assalamu Alaykum, Qassem.
Vorrei iniziare chiedendoti: perché sei qui, in Inghilterra?

Ho scelto di venire in Europa perché nel mio paese si racconta che sia il mondo perfetto. Dicono che sei vuoi essere un uomo di successo, una persona felice, devi andare in Europa. Ho realizzato che questo è solo parzialmente vero durante il mio primo mese qui. Un mese di totale solitudine in attesa dell’inizio delle lezioni. Nella mia residenza, nessuno mi ha dato il benvenuto, offerto aiuto o mai chiesto “come va?”.

Sono certo che se fossi andato in un paese arabo la gente si sarebbe comportata diversamente. Nel mio paese, ad esempio, se cambi casa, la prima sera tutti i vicini vengono ad accoglierti, offrirti il loro aiuto insieme alla loro amicizia.

 

2014-05-03_14.48.17.jpg

Qui ho passato un mese senza conoscere una, dico una, persona. Il problema principale era la lingua. Le barriere linguistiche m’impedivano di parlare alla gente e andare alla polizia, inbanca etc fu davvero difficile senza alcun aiuto.

Cosa potrebbe aiutarti a diventare parte della comunità britannica?

Credo che l’unica cosa che potrebbe aiutarmi sarebbe cambiare il mio aspetto fisico. Descriverei la comunità britannica come disposta in cerchi. Io non posso entrare in questi cerchi poiché è più che evidente che non sono un nativo. Non sono bianco, non ho occhi verdi o blu. Dovrei vivere 100 anni per farcela. In ogni caso, col passare del tempo ho incontrato alcune persone con le quali riesco a comunicare. In arabo diciamo: “le dita di una mano non sono tutte uguali”.

Credi che l’università potrebbe essere in grado di fare qualcosa per aiutarti?

Credo che l’università, e non il governo, abbia fatto molto per noi poiché, essendo un’istituzione internazionale, deve essere attraente per quanti più studenti possibile. Purtroppo, non credo ci sia una qualche ragione puramente umanista che soggiace a questi progetti d’accoglienza.

Quali sono le maggiori differenze tra l’Inghilterra e l’Iraq? Cosa ti è venuto difficile superare?

DSC_2055.jpgCiò che più mi pare esotico nel Regno Unito è che la società sia molto individualista. Gli uomini non possono vivere soli! Essendo uno straniero che vive lontano dalla propria famiglia, speravo, venendo qui, di incontrare molti amici, ma questo non è avvenuto.

Credo che questa differenza nelle relazioni umane abbia giocato un ruolo enorme nella mia sensazione di solitudine che immagino condivisa da tutti gli immigrati che provengono da mondo arabo.

 

Mentre stai affrontando questa nuova realtà in Inghilterra, qualcosa di molto brutto sta succedendo in Iraq. Puoi accennarcelo con poche parole?

Per brevità, vi darò solo un’introduzione ai due principali problemi che la società irachena sta affrontando al momento. Il primo punto riguarda la crisi permanente di cui è vittima la società irachena.

Per semplificare, lasciate che vi descriva un’immagine: quando cammino per le strade, qui, noto che la gente più anziana conduce una vita abbastanza agevole. Tutte le scuole che ho visto qui sono in ottimo stato, offrono agli studenti molti stimoli e molte agevolazioni che aiutano i bambini a crescere in sicurezza, seppur divertendosi.

In sintesi, lo stato si prende davvero cura dei bambini e si impegna affinché essi possano diventare gente di successo allo stesso modo di come s’impegna per far sì che gli anziani possano condurre una vita di buona qualità dopo il pensionamento.

Gli anziani nel mio paese, invece, hanno una vita veramente difficile: non esiste un sistema pubblico di previdenza sociale. Per poter campare, devono lavorare. Spesso come muratori, contadini o con altre mansioni massacranti. è grazie a questa gente meravigliosa che io oggi mi trovo qui. Loro ci hanno dato tutto.

Il secondo punto è la guerra: Io vengo dal sud dell’Iraq e sono un musulmano Sciita. La maggior parte dei musulmani non considera noi, gli Sciiti, fedeli dell’Islam. Alcuni vogliono addirittura ucciderci. Ciò che succede al momento è che della gente è venuta in Iraq per ucciderci, per liberarsi di noi.

La mia famiglia vive lì e noi siamo Sciiti ed ovviamente io sono molto preoccupato per loro, tuttavia devo mantenere il controllo della mia vita qui e affrontare i problemi di ogni giorno.

 

Le persone di cui parli sono estremisti. Credi che i gruppi estremisti, come Isis, rappresentino il mondo arabo? Rappresentano la comunità musulmana?

2013-05-23_00.31.04.jpgIn seguito agli ultimi eventi, quali l’arrivo di Isis in Iraq, un’infinità di morti in Palestina, Iraq, Syria, Bahrein, dopo la primavera araba, ho realizzato una cosa: il mondo arabo va diviso in due parti. La prima parte consta di governi e poteri forti, mentre la seconda si compone della gente comune.

I governi vogliono rimanere dove sono e mantenere il potere. Per farlo, serve un aiuto esterno: gli Stati Uniti che, dal canto loro, hanno interessi economici nel controllo del petrolio. Molte ricerche, a tal proposito, hanno dimostrato che tra 50 anni soltanto 5 paesi al mondo avranno il petrolio e due di questi paesi sono Iraq e Arabia Saudita. è dunque ovvio che ci sia un enorme interesse in quest’area.

Così i governi stringono patti ed accordi con l’America, con chiaro svantaggio dei cittadini.

L’Arabia Saudita, ad esempio, ha una fortissima influenza sulle politiche del Medio Oriente, tanto che qualsiasi atto di valore politico deve essere da questa preventivamente approvato.

Sono convinto che il paese sia stato costruito dagli USA perché fosse una propria torre di controllo nel Medio Oriente.

E, mentre l’Isis mira al controllo sull’Iraq, i cittadini sono impotenti e le altre potenze del mondo arabo non intervengono in maniera decisiva. Quindi no, Isis non rappresenta in alcun modo i musulmani, ma noi siamo vittime di un potere forte che sembra avere rapporti oscuri con altre forze internazionali.


Alcuni occidentali credono che gli arabi siano carichi d’odio nei loro confronti. è vero?

Questo l’ho percepito quando sono arrivato in Europa, ma non credo che rappresenti la realtà.
E' vero che Al-Qaeda e Isis provengono dal mondo arabo, ma come ho già detto essi appartengono alla prima parte, quella di governi e poteri forti e non rappresentano la gente comune.

La gente che crede questo, talvolta dice che le ragioni di quest’odio sono da riscontrare nel Corano poiché il libro sacro condanna ed attacca brutalmente coloro che divergono dalle prescrizioni divine. Pertanto l’Islam è, da questi, considerato una religione intrisa d’odio. Hai voglia di commentare?

Ognuno può dare la propria opinione e ovviamente io la accetto. Questo è un punto di vista ed io lo rispetto, ma lascia che ti dia la mia opinione; mia, non dei musulmani: così come abbiamo diviso il mondo arabo in due parti, vorrei dividere anche la religione in due parti.

La parte A consiste nel credo religioso, mentre la parte B nella preghiera e nei metodi di ringraziamento di Dio.

Ecco, io sono fermamente convinto che le principali religioni monoteiste condividano la parte A. Tutte, infatti, credono nell’esistenza di un Dio che va ringraziato. La differenze giacciono nella parte B. Perché la parte B differisce? Credo che vari col mutare delle persone e degli ambienti delle diverse regioni del mondo. I popoli arabi erano barbari ed era necessario che il messaggio divino fosse forte e potente perché potesse cambiarli. Tuttavia, se leggessi il Corano, noteresti che le parole connotate con forza e brutalità sono davvero poche, così come se confrontassi la parola “pace” con la parola “guerra” vedresti che la prima è assolutamente predominante.

Guerra e pace... La società Cristiana è un mondo col quale siete in guerra?

NO!!! Abbiamo la stessa religione. La part B è diversa, ma la parte A è uguale! Loro sono i nostri fratelli! La parte B è diversa dalla loro perché siamo tutti nati in diverse parti del mondo, ma la parte A è uguale ed è quella che conta davvero.

E cosa mi dici degli ebrei?

Lo stesso! Siamo tutti uguali! è certo vero che esistono dei contrasti antichi dovuti al fatto che l’Islam, il cui avvento è più recente del Giudaismo, è condannato come eresia dalle religioni più antiche. Ciononostante, siamo tutti uguali, tutti uno.


religioniE cosa pensi degli atei?
Sono esseri umani, innanzitutto. Io credo che qualcuno di onnipotente sia all’origine del mondo, dell’universo. Non so come la gente possa darsi delle spiegazioni razionali sull’esistenza della vita, della terra, delle galassie... Forse crederebbero se capissero quanto potere è necessario per tutto questo. Comunque io li amo come miei fratelli e credo che, forse, potrebbero avere bisogno di qualcuno che mostri loro il percorso che li avvicina a Dio.

Puoi descrivere il “buon musulmano”?
Per me, il buon musulmano è colui che ama gli altri. Un filantropo che ama l’altro indipendentemente dalla sua religione o cultura. Specialmente in questo momento in cui si vuol far passare l’idea che i musulmani non amano gli altri popoli, è ancora più importante mostrare la realtà dei fatti, mostrare il proprio amore per tutti.

Infine, i cattivi musulmani sono coloro che portano le armi. Qualsiasi tipo d’arma rende l’uomo un pessimo musulmano.

Cosa pensi della gente che dice che il Corano ordina di diffondere l’Islam e che è quello il modo di farlo?

Sì, il Corano raccomanda si diffondere l’Islam, ma non con qualsiasi mezzo. Dobbiamo diffondere il nostro credo tramite il Jihad. Conosci questa parola?

Sì. e credo che la sua prima traduzione sia “sforzo”.

Esatto! Molto bene!Nel Corano, trovi la parola “Jihad”. Ora, essendo cresciuto in una famiglia arabofona musulmana, so che questa parola ha due significati.

Il primo: sforzo per seguire la retta via, in ogni momento e situazione della vita. Viene dalla frase “Jihad fy Nafs” che significa “lotta con te stesso per scegliere sempre la via giusta”.

Il secondo significato è quello di guerra. In quanto musulmano, sento che l’Islam deve essere diffuso tramite il Jihad, ovvero lo sforzo interiore, amando la gente, aiutandola ad avvicinarsi a Dio, tutto ciò è opposto alla violenza della guerra.

Credi che le barriere linguistiche giochino un ruolo importante nella comprensione reciproca? è possibile, secondo te, che queste impediscano una condivisione culturale tra l’Occidente ed il Medio Oriente?

Non penso che che il problema stia nella lingua, ma nella distanza geografica che divide i popoli. Nessuno va dall’altro cercando di ascoltarlo e capirlo. Ciò che ti ho detto a proposito della religione, ad esempio, cioè che la parte A è comune mentre la parte B cambia, io l’ho capito quando sono arrivato in Europa.

Ho incontrato molti Cristiani, ho fatto loro molte domande e risposto alle loro ed abbiamo realmente sentito di essere fratelli per religione. Entrambi, ad esempio, pensiamo che alla fine di questa vita qualcuno verrà a diffondere la pace. Attenzione: Pace, non Islam. I Cristiani credono che arriverà Gesù, mentre i musulmani credono che arriverà il Mahdi, accompagnato da Gesù.

Gesù... Chi è Gesù per te? è un impostore che ha inventato di essere figlio di Dio? Perché, seguendo il tuo schema, credo che questa sia la differenza principale nella parte A tra Islam e Cristianesimo.

Nell’Islam, Gesù è un profeta. Come Maometto. Esattamente come Maometto. Noi crediamo che Dio non possa avere figli e questa è la principale differenza interpretativa tra Cristiani e Musulmani. Ad ogni modo, per poter credere nell’Islam, devi innanzitutto credere in Cristo. è una regola dell’Islam. Nonostante l’interpretazione della sua figura sia diversa nell’Islam, Egli resta comunque una figura di cruciale importanza.

2013-09-14_09.43.29.jpgCredi che questo confronto con la società cristiana occidentale, ti abbia giovato in qualche modo?

Ovviamente! Sono cambiato parecchio da quando sono qui. Mentalità, personalità, idee, abitudini e tanto altro. Sono migliorato un sacco...

Questo perché l’Inghilterra è migliore dell’Iraq o comunque anche un cittadino europeo potrebbe imparare molto in Iraq?

è proprio questo il punto! La cooperazione è estremamente importante. Così come la società britannica, anche l’Iraq ha i propri nei. Ma, così come io ho tratto il massimo dalle cose buone dell’Inghilterra, degli europei potrebbero assolutamente andare in Iraq ed apprendere davvero tanto.

Ti è piaciuto parlare con noi di te e del tuo paese? è stato difficile?

A dir la verità, sì, mi piace parlare del mio paese e della mia religione, anche se l’Inglese non aiuta!