Io rom romantica: Il cinema rom torinese di Laura Halilovic. Stampa
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di Riccardo Marchina

Torino. Case popolari di Falchera. è questo il mondo dove Gioia vive, sogna, s’incontra e si scontra con due universi: quello della società contemporanea, e quello della cultura Rom. Gioia è una ragazza zingara, calata al confine tra due culture. Gioia è anche la protagonista di “Io Rom romantica”, il primo lungometraggio della regista, Laura Halilovic.

La commedia è uscita nelle sale a fine luglio ed è destinata a far parlare molto di integrazione e lotta al razzismo, proprio come hanno fatto altre celebri commedie, da “Jalla jalla” a “Matrimoni e pregiudizi”, che trattano di differenze e integrazione in altre società.  

 


Halilovic si è spinta oltre. Lei ha usato la telecamera per raccontare la gente Rom, un popolo presente in Italia dal 1300, ma confinato alla diffidenza, agli stereotipi e ai luoghi comuni. 

“La nostra  società non viene  mai raccontata dall’interno e tanto meno con lo sguardo di una giovane ragazza che si sente diversa dalla propria comunità – riflette la regista, diventata famosa nel 2009 per il cortometraggio ‘Io, la mia famiglia Rom, e Woody Allen’, vincitore del Bellaria film festival – La scrittura ha richiesto grande attenzione e cura soprattutto per lo studio dei dialoghi, anche in romané. Ho cercato di essere efficace sia nell’impatto visivo e sia in quello narrativo”. 

Gioia (interpretata dall’attrice  Claudia Ruza Djiordjevic) vive con la sua famiglia in una casa popolare della periferia di Torino. Il padre, da buon capofamiglia, è autoritario ma soprattutto angosciato dall’avere una figlia diciottenne ancora zitella. 

Dall’età di quattordici anni tutte le cugine hanno formato una famiglia, mentre lei continua a rifiutare pretendenti su pretendenti, con grande preoccupazione dei suoi famigliari. 

Armando, il padre, non può credere che Gioia si comporti proprio come una gagè, cioè da non rom. Gioia porta i pantaloni anziché la gonna, e soprattutto non vuole sposarsi. Ciò desta continuo scandalo nella comunità rom e mina l’autorevolezza del padre. 

“Se la sua società tratta Gioia come una gagè, per gli italiani resta soltanto una zingara – spiega Halilovic, classe 1989, vincitrice del festival Sotto-18, con il cortometraggio ‘Illusione’, nel 2007 – La ragazza è nata a Torino, ma, per incomprensibili motivi burocratici, non può ottenere la cittadinanza italiana”. Così si ritrova doppiamente emarginata. Nonostante l’ostinata ribellione, la sua vita appare senza prospettive, né sogni. “Io sono nata in Italia, ho la carta d’identità italiana, però il mio passaporto è della Bosnia e ogni anno devo dare le mie impronte digitali per rinnovare il permesso di soggiorno. Ma la mia identità è ancora un’altra. Io sono Rom”, viene narrato in prima persona. 

“La vita della mia protagonista non è come quella di tutte le ragazze della sua età, è una continua fuga da tradizioni, vincoli e dalla sua etnia”, ribadisce Halilovic, insignita di tanti altri premi come ‘Cinema contro razzismo’, del festival Fuori raccordo, qualche anno fa.

Morena (Sara Savoca) è l’unica confidente di gioia. è una ragazzina che abita nel suo stesso quartiere. Figlia di italiani, Morena gode di tutta la libertà dei gagè, ed è lei a convincerla a partecipare ad un casting per il ruolo di comparsa in uno spot pubblicitario. Inizialmente l’unico scopo è guadagnare un po’ di soldi. Una volta sul set, Gioia scopre che quel mondo può offrirle tutto ciò che cerca. Finalmente la ragazza ha un sogno: vuole diventare regista. 

Una trama molto autobiografica… “Già – dice Halilovic, 25 anni oggi – Ho pensato e scritto il film quando avevo tra i 21 e i 22 anni.  L’ho realizzato l’anno scorso”.

Spinta da Morena, Gioia si rivolge ad Alessandro (Marco Bocci), il meccanico del suo quartiere che diventerà suo amico, confidente e mentore.

Le riprese sono state concentrate tra Torino e Cinecittà a Roma, il film, 80 minuti, è stato prodotto dalla Wildside in collaborazione con Rai-cinema. Nel cast c’è anche Lorenza Indovina.  

La scena è un continuo salto tra la vita della famiglia Rom, le loro abitudini, tradizioni, problematiche, e il mondo esterno, quello vissuto da Gioia con gli amici, i compagni di scuola, attraverso le prime esperienze di lavoro, e poi il cinema, mezzo ideale per sperare e sperimentare finalmente la realizzazione dei propri sogni… 

“Il tono è volutamente leggero – dice ancora Halilovic – La definirei una commedia moderna che affronta, con affettuosa ironia, le contraddizioni di una famiglia rom calata nella contemporaneità”.