Un’estate in Francia
Dal mondo
Scritto da Daniela Brina   

“Se siete tra coloro che amano fare vacanze non troppo rilassanti, almeno dal punto di vista fisico, e che possono vivere senza il mare (quasi inconcepibile in Italia...), in queste righe potrete trovare qualche idea stuzzicante.
Se invece non fareste mai e poi mai una vacanza del genere, potete dedicare qualche minuto a questo articolo per pura curiosità e... chissà che non stuzzichi un po’ anche voi.

Castelli medioevali, teatri e rovine romane, paesaggi sublimi e un’ottima cucina sono gli ingredienti di questo percorso. Per risparmiare tanti campeggi piuttosto che alberghi, ma andando fuori stagione (o prenotando in anticipo) sicuramente consiglio le “chambres d’hôtes”, ovvero i bed and breakfast, che riservano ottima accoglienza. Premetto infatti che il momento migliore per questo viaggio non è agosto: per avere un clima più gradevole e godere delle distese dei meravigliosi colori della Provenza si dovrebbe prediligere il periodo che va da metà giugno a metà luglio. Viola lavanda, giallo girasole, rosso papavero: “superbe”! Noi ci accontentiamo di vedere i campi già sfioriti, comunque belli, e i vigneti con l’uva quasi matura. Immagino che anche l’autunno sia un periodo consigliabile.
Ma torniamo a noi. Prima di arrivare in Provenza attraversiamo e sostiamo in luoghi degni di nota. Annecy, nella Haute-Savoie, viene defi nita la “Venezia della Savoia”. La cittadina è infatti percorsa da canali e collegata da ponti, aff ollata da turisti, e al posto del mare troviamo un bellissimo lago circondato da montagne. Le antiche prigioni a forma di barca in mezzo al fi ume sono un po’ il simbolo di Annecy, che è sormontata da un castello, ha molte chiese di rilievo e un museo (gratuito) sul cinema d’animazione, essendo la capitale europea di questa forma d’arte.
I giorni passano veloci passeggiando su e giù per le stradine di Annecy, cenando con le specialità savoiarde e il pesce di lago, girando tra i mercatini o il mercato della domenica mattina, visitando i monumenti cittadini. A inizio agosto la “Fête du Lac”, un sontuoso spettacolo di fuochi d’artificio sul lago (che affonda le radici nell’età napoleonica) attira centinaia di migliaia di persone dai dintorni e non solo: può essere motivo in più per una visita. Sappiate però che si registra il tutto esaurito negli alberghi e che lo spettacolo è a pagamento, per cui le rive del lavo vengono rigorosamente recintate e controllate. Si può comunque vedere, pur se senza il riflesso del lago, dal paese a costo zero.
Il percorso di avvicinamento alla Provence ci porta lungo il Rodano, nel dipartimento della Drôme, prima a Valence e poi a Montélimar. Valence ha accolto molti armeni dopo il genocidio degli anni ‘20 e attualmente il 10% della sua popolazione è armena. Un breve giro a Valence per visitare la cattedrale e la Maison des tetes, mangiare un ottimo panino da un libanese-francese e ci dirigiamo a Montélimar. I francesi si dimostrano ovunque gentili, accoglienti e ci consigliano i luoghi da visitare. Ci rendiamo conto che nella regione della Drome gi italiani in visita sono veramente pochi. Nessuno sa una parola di italiano e gli opuscoli in distribuzione presso gli uffici turistici hanno traduzioni in italiano a dir poco scandalose e illeggibili. Man mano che si scende la situazione cambia notevolmente, fino a sentir parlare italiano (e pugliese!) ad ogni angolo di strada ad Avignon. A Montélimar, città del nougat (torrone), visitiamo il particolarissimo museo della miniatura: opere d’arte riprodotte sulla punta di uno spillo o su di un chicco di riso! Mio marito, mio malgrado, mi trascina la museo di aerei da caccia: hangar con aerei originali in disuso ristrutturati da un’associazione di volontari, per appassionati del genere. Nelle vicinanze il paese medioevale di Crest ci off re, attraverso la visita alla sua torre di 52 m, un’ottima vista sul “terroir” e uno sguardo sulla vita medioevale che avremo modo di approfondire in seguito.
Entriamo quindi nella Drôme-provençale: il villaggio di Grignan merita una visita con il suo castello, i suoi vicoli e la sua storia legata alla scrittrice Madame de Sevigné. La sua corrispondenza con la figlia, contessa di Grignan, è un documento di notevole importanza per la descrizione dell’epoca (metà del 1600). Ed è anche il posto in cui abbiamo mangiato meglio!
Quindi a Vaison la Romaine iniziamo il percorso nella storia gallo-romana: rovine, terme, teatri ci portano a scoprire la civiltà romana d’oltralpe, la Gallia narbonese. Ad Orange il Teatro romano datato 49 a.C. è maestoso: 9000-10000 spettatori (praticamente l’intera popolazione del luogo a quel tempo) potevano assistere agli spettacoli che vi si tenevano. Inserito nel 1981 tra i beni Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, ha la particolarità della buona conservazione della scena e del muro retrostante che ne garantiscono un’ottima acustica: tuttora vi si svolgono concerti di musica classica e non. Un tetto moderno è stato costruito per preservarlo dagli agenti atmosferici e garantire che il bene potrà continuare ad essere un patrimonio per l’umanità del futuro. Ad Orange abbiamo avuto la fortuna di imbatterci in un mercato provenzale: spezie e stoffe, colori, profumi. Padelle enormi di paella e fideua stimolano l’appetito, così come meravigliosi panini con salumi locali e le patate alle erbe di Provenza.
Giungiamo quindi alla perla della Provence, Avignon, dove ci immergiamo nuovamente in atmosfera medioevale. Il Palazzo dei Papi è uno dei più grandi edifici gotici medioevali, residenza dei papi dal 1309 al 1377 (cattività avignonese) e in seguito degli antipapi Clemente VII e Benedetto XIII (scisma d’occidente). Orientarsi nella complicata e articolata storia medioevale è veramente difficile, ma farlo visitando è estremamente più interessante che soltanto leggendo un libro di storia. La vicenda delle fortezze medioevali (anche tutte quelle visitate in precedenza) è poi sempre intrecciata con la storia francese successiva: la rivoluzione, la restaurazione e tutte le ribellioni ai regimi. Questi luoghi sono stati infatti utilizzati come prigioni, e lo testimoniano graffiti sui muri, spesso l’unico modo di comunicare per prigionieri che vivevano in condizioni estreme.
La leggenda del ponte di Avignon, il ponte Saint-Bénezet, lo rende ancora più affascinante di quanto già non faccia la maestosità del Rodano che ha cercato di domare per secoli per attraversarlo. Si narra che fu edifi cato per l’insistenza del giovane pastore Bénezet che aveva avuto un’illuminazione divina in tal senso. Nessuno lo ascoltava, fi nché il re propose di accettare se fosse riuscito a spostare un gigantesco masso: il pastorello riuscì nell’impresa e il ponte fu costruito. Distrutto più volte dalla potenza del fiume, incubo per tutti coloro che lo dovevano attraversare per l’indubbia pericolosità, è oggi incompleto. Famosa anche la canzoncina che ne prende il nome: “sur le pont d’Avignon”.
Vicinissima ad Avignon si trova Villeneuve les Avignon, una cittadina cinta da mura come Avignon, piccola e ad altissima densità di monumenti di rilievo, ma estremamente più tranquilla della sorella grande.
Prima di immergerci nel Luberon, passiamo una giornata sulle Alpilles, a Baux de Provence. Villaggio suggestivo con il castello quasi totalmente distrutto, ma reso interessante dall’ottima visita con audioguida e dalle animazioni medioevali che vi si svolgono La vista sulle originali montagne e sulla campagna che si snoda fi no al mare della Camargue è eccezionale.
Le colline del Luberon off rono un paesaggio ricco di villaggi arroccati con castelli, chiese, olivi e vigneti, ma ognuno con la sua particolarità. Roussillon, costruita nel più grande giacimento d’ocra del mondo, coi suoi caratteristici colori rosso fi ammeggiante e giallo che lo rende riconoscibile anche in lontananza; Lacoste, delizioso villaggio di artisti dominato dal castello in cui si rifugiava il Marchese de Sade; Bonnieux e i suoi boschi, Gordes e i bories (case in pietra secca, simili ai nuraghe), e molti altri che non abbiamo avuto la possibilità di visitare: Menerbes, Oppede-le-Vieux ecc. Nel nord del Luberon c’è la più grande produzione di lavanda.
Concludiamo le nostre “balades” (termine francese per gironzolare) ad Aix-en-Provence, capitale storica della Provenza e città universitaria. La città e il mont Sainte-Victoire hanno ispirato la produzione artistica di Paul Cezanne. Passeggiamo nella città vecchia, visitiamo la cattedrale di Saint-Saveur, di assoluto rilievo, e percorriamo il mercatino sul grande Cours Mirabeau.
Tante cose rimarrebbero da raccontare di questo viaggio... ma lo spazio è tiranno. Au revoir, France!