Russia matrigna emana legge omofoba
Diritti violati
Scritto da Emanuele Pagliero   

 Venti arresti a fine gennaio davanti alla Duma.Vietato ogni riferimento all’omossessualità in tutto il territorio nazionale.Ai trasgressori sanzioni fino a tredicimila euro.

Rei di ostentare affetto verso esseri del proprio genere, davanti a un’istituzione che dovrebbe rappresentarli.

Vengono arrestati, malmenati e oltraggiati di fronte a una Duma disumana e pressoché unanime nella sua decisione. Da quel 26 gennaio 2013 verrà così dichiarata (sotto la strategica definizione di “propaganda omosessuale”, atta a far leva sui problemi demografici dello Stato) l’illegalità per ogni dibattito pubblico riguardante l’eguaglianza e i diritti LGBT.

La legge in questione, precedentemente in vigore nelle città russe, acquista carattere nazionale sotto l’avallo dello zar-Putin e gli applausi della (palesemente maggioritaria) fascia ultra-conservatrice del parlamento. Pertanto chi violerà il “buon gusto” russo verrà sanzionato con multe che potranno raggiungere i  quindicimila euro. A detta della scrittrice Yelena Kostyuchenko, si tratta della solita manovra repressiva di uno govern sempre più totalitario. L’ennesimo anello della catena dopo la pesante limitazione del diritto all’aborto e il caso delle Pussy riot.

Inutile la smisurata mole di lettere e siti internet rivendicanti libertà d’espressione, vano il breve focolaio di protesta degli attivisti LGBT (un’esibizione di baci Gay e Lesbo davanti alla Duma), sedato virulentemente dalla polizia e dai soliti fanatici ortodossi.

Venti gli arresti. Venti giovani privati della loro libertà per aver congiunto le labbra con l’oggetto del proprio intimo desiderio. A circondarli la tiepida indifferenza dei moscoviti, il silenzio d’omertà delle stampe di opposizione.

Si spengono anche quelle che potevano essere le uniche lanterne guida per gli adolescenti omosessuali nel paese. Questa già risibile categoria dovrà fare a meno dei telefoni di supporto psicologico e dei centri d’ascolto LGBT.

Vorrei far notare:

– come i costumi dei popoli registrino una ciclicità implicita: solamente nel 1993 veniva infatti abrogata la legge che prevedeva una reclusione di cinque anni per il reato di omosessualità, considerato ancora oggi come una patologia mentale dalla stragrande maggioranza del popolo russo.

– Come la causa recondita di qualsiasi genere di fanatismo, religioso o politico, sia da ricercare nella precarietà della condizione umana. Quale sollievo affidare le proprie convinzioni ad un’impalcatura di dogmi e concetti, in modo tale da sfuggire alle innumerevoli variabili insite nell’esistenza!

– Infine, come i mezzi con i quali si vuole organizzare una società umana ideale sono sempre, profondamente disumani.