Il razzismo spiegato a mia figlia
Libri
Scritto da Catalin Fistos   

Un paio di giorni fa ho letto un libro intitolato "Il razzismo spiegato a mia figlia" scritto da Ben Jelloun Tahar. E' un libro molto corto e semplice da comprendere. Mi ha fatto capire che anche io ho commesso degli sbagli enormi durante la mia breve vita. Ho sbagliato a criticare certe persone solo secondo le apparenze, il chè è un grave errore che porta a una certa prassi nel modo di pensare in generale.
L'importante è rendersi conto degli errori che si fanno, pentirsi e cercare di cambiare.
Comunque il libro l'ho letto in un solo giorno ed esso ha una struttura molto semplice, è un dialogo tra l'autore Ben Jelloun e sua figlia che frequenta le elementari a Parigi(sono marocchini che vivono in Francia da molto). Sua figlia è curiosa e vuole sapere perchè la sua maestra ed una sua compagna criticarono un suo compagno africano solo per il suo colore della pelle. Suo padre cerca di spiegarle che cos'è il razzismo e del perchè la gente la pensa in quel modo e si comporta in modo distaccato e violento nei confronti di alcuni stranieri.
Essendo una bambina lei non può capire perchè qualcuno debba odiare un altro bambino per il colore della sua pelle. Il bambino non fa differenze, lui gioca con tutti e non fa caso alle diversità fisiologiche e il diverso colore della pelle. Non lo fa se è educato bene dai suoi genitori e non gli viene trasmessa quella mentalità stessa di certi adulti.
Il padre spiega alla figlia in maniera semplice e cerca di dirle che non deve odiare a sua volta chi odia uno straniero perchè è sbagliato. Bisogna cercare di comprenderli, parlare con loro e fare amicizia per far vedere che lei non è come loro e che lei non ha paura di loro.
Non è un bene che i genitori educhino male i figli e non bisogna trasmettere questo ai nostri bambini perchè loro faranno lo stesso in futuro coi loro figli. Bisogna controllarsi e ragionare in momenti di stress e non dire ciò che si pensa di fronte ad un bambino. Un bambino impara e un adulto non cambia facilmente.
Un razzista non ha frontiere e non ha cultura, un razzista può essere romeno, italiano, spagnolo, francese, polacco, americano, inglese ecc. Lui è aggressivo, violento e ha paura di ciò che è diverso da lui, è egoista e odia tutto ciò che è diverso dalla sua vita mondana. Si sente minacciato dallo straniero, si sente invaso nel suo territorio e nei suoi beni. Un razzista non ha il senso dell'umorismo, perchè in generale spende il suo tempo odiando e balbettando in luoghi pubblici quando vede uno straniero. Come un animale si sente invaso nel suo territorio e reagisce in modo violento per difendersi cosi fa anche il razzista.
Ma a differenza di un animale, l'uomo possiede la ragione e se ragiona sa controllarsi. Evidentemente se non si controlla è razzista ed elabora concetti strani, per esempio che gli uomini sono diversi tra loro e ci sono razze superiori(la sua nazione o quelli come lui) e razze inferiori(tutti gli altri stranieri). Lo fa perchè non sa come giustificarsi e si avvale di discorsi scientifici per potenziare i suoi concetti strambi.
Se a queste idee ci si mette pure la politica per manipolare la paura verso la diversità allora i risultati sono ovvi, odio generalizzato e terrore imposto ai cittadini verso gli stranieri (classico esempio dei romeni che sono ladri e stupratori o dei marocchini e gli africani in generale che sono tutti spacciatori, terroristi, criminali; cose non vere insomma). Se un romeno ha stuprato o un marocchino spaccia non vuol dire che tutti i romeni sono stupratori e tutti i marocchini sono spacciatori.
C'è anche il razzismo verso gli italiani da parte delle vittime del razzismo. Le vittime si sentono odiate perciò rispondono con tanta violenza e odio verso i razzisti pensando che tutti gli italiani sono razzisti, il ché ancora non è vero.
Lancio un invito, prego tutti i lettori di leggere il libro di cui ho appena parlato e vedremo che il razzismo non sarà più un fenomeno cosi divulgato.