Le origini del carnevale
Ritorno alle origini
Scritto da Roberto Toso   

Tutti conosciamo la festa di Carnevale perché, come momento ludico è il più festeggiato in tutto il Mondo, ma sappiamo quali sono le sue origini? Per non parlare del suo percorso nella storia per arrivare fino a noi?
Fino a qualche giorno fa anche io non avevo una idea precisa su cosa fosse, conoscevo giusto il nome di alcune maschere famose come Arlecchino, Pulcinella e il dottor Balanzone. Così ho iniziato a fare un viaggio nel tempo attraverso secoli, come la macchina del tempo fi no ad nel 2000 a.c. al tempo degli Egizi. Sarete stupiti anche voi, quando scoprirete di essere di fronte ad un rito religioso in piena regola. Ebbene gli Egiziani, all’epoca dei faraoni, erano soliti compiere un rito sacrifi cale al dio Nilo procedendo in maschera e intonando canti e inni accompagnati da una sfilata di buoi. Restando sempre nell’antico Egitto incontriamo un altro rito, non cruento, in onore della dea Isis (Iside) che si svolgeva il 5 marzo ove si celebrava cantando, ballando e bevendo, il ritorno della primavera e la ripresa della navigazione. Questa tradizione viaggiò nel tempo e se ne trovò nuovamente traccia nei Greci che dedicavano un rito al dio del vino Dionisio. Gli storici ritengono che il nostro attuale Carnevale sia stato infl uenzato soprattutto dalle attività euforiche che si svolgevano in onore del dio Bacco: i festeggiamenti avvenivano per le strade della città ove la gente mascherata si divertiva bevendo e danzando.
La tradizione del Carnevale ha anche altre origini sempre legate a cerimonie di carattere religioso che venivano consacrate a Saturno, dai Greci prima dai Romani poi: in marzo e dicembre era la volta dei Saturnali, le feste sacre a Saturno, padre degli dei, che si svolgevano nell’arco di circa sette giorni durante i quali gli schiavi diventavano padroni e viceversa, dove il “Re della Festa”, eletto dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, e dove negli spettacoli i gladiatori intrattenevano il pubblico. Negli anni i Saturnali divennero sempre più importanti, all’origine infatti duravano solo tre giorni, poi sette fi nché, in epoca imperiale, furono portati a quindici. Ai Saturnali si unirono le Opalia, in onore della dea Ope moglie di Saturno, e le Sigillaria, in onore di Giano e Strenia. Con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente come forme di divertimento popolare. Il tempo scorre veloce e mi ritrovo nel Rinascimento ove i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee ed assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musica. La festa carnevalesca raggiungerà il massimo splendore nel XVI secolo, nelle strade della Firenze di Lorenzo dei Medici. Danze, lunghe sfilate di carri allegorici e costumi sfarzosi segnano una svolta di questa festa, amatissima nella culla rinascimentale. Prima di addentrarci nei festeggiamenti di una parte colta delle società del passato, il Carnevale in Europa è stato per secoli una festa di inizio dell’anno. I suoi scherzi e i suoi riti rappresentavano la fine dell’anno vecchio e l’inizio del nuovo. Era una festa d’origine contadina: nella metà di febbraio moriva l’inverno e si avvicinava la primavera e così con il carnevale un ciclo di stagioni finiva e un altro ne incominciava. Un corteo di maschere faceva parte delle celebrazioni di carnevale ed erano fantasmi o anime di morti che stranamente rassicuravano la gente perché off rivano la protezione ai vivi e al raccolto. Mi sarebbe piaciuto partecipare ad un carnevale dell’epoca, perché da sempre sono aff ascinato dal passato e dalle tradizioni popolari.
Continuiamo il viaggio nelle origini del Carnevale guardando, da vicino, la nascita della commedia dell’arte, le cui maschere ispirate dalla tradizione collettiva vengono utilizzate ancora oggi. Dovendo attirare l’attenzione del popolo gli attori mettevano in scena situazioni divertenti che coinvolgevano personaggi di vita quotidiana. Di solito i protagonisti erano contadini o servi, rozzi e sempliciotti, veneti o lombardi (poiché quelle erano le regioni in cui nacque la commedia), che portavano nomi in voga nelle famiglie povere italiane: “Giovanni”, per esempio. Da qui il nome Zanni per identifi care il primo personaggio della Commedia dell’arte, il servo furbo e imbroglione o sciocco e pasticcione. All’inizio, per imitare il povero Giovanni, l’autore usava la plasticità del proprio viso, poi, per migliorare la sua “trasformazione”, riprese la cultura dell’uso della maschera che greci e latini gli aveva insegnato, mettendosi sul viso una scultura della faccia del “personaggio” estremizzata ed esageratamente stilizzata e primitiva quale imitazione estetica perfetta di quella “identità comica” che conosciamo con il nome di “Zanni. Nel corso del Cinquecento, il suo ruolo si sdoppiò dando vita al primo Zanni, il servo astuto e spesso autore di intrighi, e il secondo Zanni, sciocco o apparentemente tale, al quale era spesso affi dato il compito di divertire il pubblico interrompendo l’azione con lazzi e giochi mimici, che spesso richiedevano una notevole abilità acrobatica. Tra le maschere che ricoprirono il ruolo di primo Zanni si ricordano Truff aldino e Brighella, mentre nel secondo ruolo Arlecchino e Pulcinella. I personaggi subirono evoluzioni e diversifi cazioni fi no a dividersi in tre gruppi interagenti: i vecchi, gli innamorati e i servi. Fra le maschere dei vecchi fa spicco Pantalone, vecchio mercante, avaro, geloso e brontolone; gli innamorati sono dei giovani senza maschera, belli ma non sempre ardimentosi; accanto a loro giovani donne belle, maliziose e principalmente civettuole; il terzo gruppo appartiene ai servi che in questo genere di teatro sono i più famosi da Arlecchino, Brighella a Pulcinella sempre innamorati di Colombina o di Smeraldina. A questi personaggi aggiungiamo anche il Capitan Fracassa, Scaramuccia e il dottor Balanzone.
Questo viaggio nella storia è stato interessante perché ho compreso quanto le tradizioni si tramandano tra le diverse culture, cambiando, nel corso dei secoli, a seconda dei messaggio che ogni popolo vuole trasmettere. Viaggeremo ancora insieme, su questa rubrica, tra le pagine della storia per scoprire le origini di ciò che ci accumuna ad altri popoli nel corso della vita.