Sgombero ExMoi

Il 14 marzo 2015 svariate centinaia di persone tra rifugiati, migranti
e solidali hanno sfilato pacificamente nel centro di Torino per opporsi
all’ordinanza di sgombero dell’exMOI, le 4 palazzine abbandonate
per 7 anni in zona Lingotto. Occupate nel 2013 da 750 tra rifugiati
e migranti, molti di loro si sono ritrovati oggi a Porta Nuova alle 16.
Tra di loro anche donne e bambini. Dietro lo striscione “Casa, Lavoro,
Dignità – Non si sgombera la libertà”, molti ragazzi che hanno scritto
i loro cartelli. Alcuni hanno anche creato uno striscione con tutte le
bandiere dei loro 26 paesi con una grande Africa nera in centro.

Arrivati in piazza castello, sotto il palazzo della regione, alcuni occupanti dell’exmoi hanno raccontato le loro esperienze della mala-accoglienza dell’emergenza Nord Africa, storie simili a quelle di altri rifugiati che hanno preso parola, attualmente “accolti” nei centri di accoglienza torinesi, molto simili a quelle di mafia capitale.

Nel mentre uno telo azzurro mare veniva steso davanti alle prime file del corteo, riempito di barchette di carta, che venivano poi lanciate in aria a simulare la necessità della rimozione delle frontiere. Il corteo è proseguito verso il comune, dove è stato accolto dai musicisti di Bandaradan che hanno avvicinato chi si affacciava dalle vie limitrofe e fatto ballare molti del corteo. Mentre si ricordavano le tappe della lotta per la residenza, alcune foto simboliche sono state appese davanti al comune, a ricordare la presenza dei rifugiati nelle palazzine dell’ex villaggio olimpico, volti e corpi di persone e non numeri e merce per politicanti affaristi e razzisti.
Il corteo è passato per l’anagrafe, dove è stato attaccato uno striscione simbolico: “Rispetto quale? Residenza virtuale!” a ricordare il risultato della lunga lotta dei rifugiati che a dicembre 2013 hanno ottenuto ciò che è negato in quasi tutto il territorio italiano: una residenza individuale e l’accesso ai diritti fondamentali. La residenza di Via della Casa Comunale 3 spesso non è riconosciuta dagli uffici, soprattutto dalla Questura al momento del rinnovo, anche se dovrebbe esserlo.
Il corteo è terminato a Porta Palazzo, luogo antirazzista per definizione, alle 19 dove i rifugiati hanno potuto spiegare le loro ragioni ai presenti in piazza e ricordare i prossimi appuntamenti di mobilitazione, a cominciare dall’assemblea convocata per Giovedì 19 marzo a Palazzo Nuovo per organizzare tutti insieme, migranti e non, Sabato 28 marzo,
l’accoglienza che merita il razzista per eccellenza Salvini ed i suoi accoliti neofascisti di Casa Pound.

La giornata è stata una chiara risposta al comune e soprattutto ai consiglieri di centrodestra che si sono spesi molto in questi mesi per criminalizzare l’occupazione. In questo senso è stata significativa la presenza di abitanti del quartiere Nizza-Lingotto e studenti, solidali con l’exMOI.
Più che riuscito l’intento comunicativo: molti sono stati i curiosi che si sono avvicinati al corteo per chiedere il volantino e gli stessi rifugiati si sono spesso fermati a dare spiegazioni.

A Torino, all’exMOI, la paura non è di casa!