Dal Marocco all'Italia
Testimonianze
Scritto da Maura Sacchi   

La storia di questo ragazzo è una delle tante testimonianze di persone che partono dal loro paese d’origine per cercare di migliorare la loro condizione economico-sociale, convinti di arrivare in un luogo in cui troveranno lavoro, casa e condizioni di vita migliori. Sappiamo bene quanto, in molti casi, queste speranze siano tristemente deluse. Di seguito troverete la sua esperienza.
Mi chiamo Bouchaib, ho ventisette anni e vengo dal Marocco. Quando sono partito dal mio paese, cinque anni fa, avevo tanta voglia di studiare e di lavorare. Mi sono fermato prima in Francia ma per poco tempo, perché in quel paese non conoscevo nessuno ed era toppo diffi cile trovare chi mi facesse lavorare. Allora ho deciso di proseguire il mio viaggio verso un altro paese e ho pensato di venire in Italia, perchè qui si erano trasferiti mio fratello e mia sorella. Quando sono arrivato non capivo la lingua e anche cercare lavoro non è stato facile. Ho iniziato a lavorare qualche ora come manovale nei cantieri, mi accontentavo anche se mi pagavano poco e non c’erano norme di sicurezza per quelli come me. I soldi erano pochi, a volte non bastavano neanche per pagare il biglietto del pullman o del treno che dovevo prendere per andare a lavorare. Mi è anche capitato di fare l’autostop. Tutte le volte che mi spostavo avevo sempre paura che qualche poliziotto o i controllori mi chiedessero i documenti. Cosa avrei dovuto dire... Cosa avrei potuto fare... Cercavo di fare attenzione. Stavo attento ai posti che frequentavo e mi informavo prima di andarci. Grazie a mio fratello e a mia sorella ho comunque vissuto in una casa e ho potuto continuare a lavorare cercando sempre un’occupazione migliore. Mi sono impegnato anche nello studio ed ora mi sono iscritto a scuola per conseguire il diploma di licenza media inferiore. Mi piacerebbe poter proseguire gli studi magari diplomandomi.Sono solo dispiaciuto che il percorso scolastico fatto nel mio paese non venga riconosciuto. Mi ritengo comunque fortunato rispetto ad alcuni amici che sono arrivati qui con barconi, pagando cifre altissime, viaggiando in condizioni disumane.
Quando sono partito ho lasciato la mia famiglia convinto di poter tornare a trovare i miei genitori, i miei fratelli e le mie sorelle. Invece mio padre è morto e non sono riuscito a vederlo e mia madre riesco a vederla solo grazie al computer. Da quando sono a Torino mi sono nati tanti nipoti che avrei voluto conoscere ed abbracciare. Purtroppo mi sono dovuto accontentare di vederli in fotografia.
Ho continuato a vivere comportandomi bene, rispettando le leggi; la fede e la speranza mi hanno aiutato. Ho avuto anche l’aiuto di alcuni amici che considero fratelli. Due anni fa ho conosciuto la mia compagna e grazie a lei ho ritrovato il calore di una famiglia. Infatti in questo momento vivo con lei a casa dei suoi genitori e mi sembra di aver incontrato nuovamente i miei che mi sono mancati tanto.
Vorrei far capire che, nonostante tutte le diffi coltà, sono riuscito a non scoraggiarmi e a continuare a pensare di poter vivere una vita migliore. Ho tanti progetti una casa, un lavoro autonomo e dei fi gli e sono convinto che, con un po’ di pazienza, riuscirò ad ottenere tutto quello che per ora è ancora un sogno. Mi auguro anche che tutte le persone che come me sono in diffi coltà riescano a superarle.
Vi ringrazio per questo spazio che mi avete lasciato e mi congedo con le parole di Maometto.
“Nessuno di voi sarà un vero credente fi nchè non desidererà per suo fratello le stesse cose che desidera per sé”.