La carestia del Corno d’Africa
Dal mondo
Scritto da Alberto Pagliero   

I sacerdoti torinesi don Gallo e don Marco Prastano hanno organizzato dei servizi di aiuto in una zona poverissima del Corno d'Africa, a 300 Km da Nairobi, dove si muore di colera, tifo e malaria.

A causa della mancanza di pioggia, la popolazione dei pastori nomadi ha perso una buona parte del bestiame (capre, cammelli, bovini) da cui dipende.
La crisi economica e le lotte tribali aumentano il disagio di questa popolazione. La carestia si è manifestata soprattutto nel distretto di Sumburu, al confine con la Somalia e le malattie hanno colpito soprattutto bambini e anziani. Finora sono stati spesi 15.000 euro in alimenti destinati alla popolazione e nelle prossime settimane verranno stanziati altri 10.000 euro per l’acquisto di granoturco, zucchero, riso e olio di semi. I generi alimentari vengono acquistati sul mercato di Nairobi e poi trasferiti sotto scorta a Maralal.
Un altro problema molto grave è quello relativo al tifo, causato dalle acque sporche e di pessima qualità. Esistono in commercio pastiglie che potabilizzano l’acqua, ma di difficile reperibilità in Kenya dato il loro prezzo elevato. Secondo il rapporto dell’ONU, nel Corno d’Africa 4 milioni di persone soffrono la fame; 750.000 tra queste potrebbero morire. Vengono investiti moltissimi soldi in guerre e conflitti: con il 5% di questi soldi potrebbe essere risolto il problema della fame nel mondo.