La capitale del cri-stallo Stampa
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Siamo nel distretto di Pujiang, nel cuore della provincia dello Zhejiang, dove il governo ha deciso di impedire l’attività di lavorazione del cristallo, fissando la data del primo luglio di quest’anno come scadenza prima della quale i laboratori dovranno essere smantellati.

Questa drastica decisione che ha lasciato tutta la popolazione di Pujiang nello sconcerto

, ha origine nella diciottesima assemblea del Partito Comunista, tenutasi lo scorso novembre, che ha gettato le linee direttive per la guida politica dei prossimi anni. In quest’occasione, il primo ministro Li Keqiang ha dichiarato che uno degli obiettivi del governo centrale è quello di diminuire le emissioni d’inquinanti e creare le condizioni per un ambiente migliore. Da qui l’urgenza del governo del distretto di Pujiang, che pur di evitare di farsi tacciare come località poco virtuosa dal governo centrale, ha deciso di porre fine ad un’attività imprenditoriale che ha reso negli ultimi anni il distretto famoso nel Paese come “La capitale del cristallo”, e che da lavoro a centinaia di migliaia di persone.

Sembra incredibile che nello Zhejiang, la provincia famosa in Cina e nel mondo per i suoi abili imprenditori, la provincia con le prime attività imprenditoriali private e che per anni è stata uno dei motori principali della crescita cinese ora ponga tante restrizioni agli imprenditori in nome dell’ambiente. Chiacchierando con il signor Zhu, produttore di cristallo, apprendo meglio la situazione: “Noi lo sapevamo già che la lavorazione dei cristalli fosse inquinante, le macchine inquinano l’aria, gli scarichi inquinano le acque, e poi sono molto rumorose. Poi se pensi che tutti questi laboratori sono a conduzione familiare, e sono collocati sotto casa o nel retro delle abitazioni, capisci in che condizioni vive la gente di qua. Noi in passato avevamo già esposto la cosa al governo locale, proponendo di creare un’area apposita lontano dalle abitazioni, ma loro non si sono mai interessati. Quando poi sono arrivate le direttive dall’alto ecco che in quattro e quattro otto loro, i governanti locali, vogliono risolvere una faccenda che hanno sempre mal gestito. Il piano è adibire un’area per le attività inquinanti, dove, però gli imprenditori dovranno prendere in affitto gli spazi dal governo, ed è facile immaginare che non sarà per due soldi. Purtroppo, se ancora non si sa quando e se davvero sarà mai predisposta quest’area, a luglio noi già dobbiamo sloggiare, altrimenti loro ci staccano la luce. Una volta che ci saremo trasferiti da un’altra parte, e quindi dopo aver speso soldi in trasporti, un nuovo affitto e allacciamento, quando sarà pronta l’area disposta dal governo, noi traslocheremo di nuovo, spendendo un sacco di soldi”.

Questa attività è praticata qui da pochi anni, ma è già diventata la risorsa principale di sostentamento del distretto, che coinvolge più del 50% della popolazione. Zhu prosegue: “Quest’attività dà lavoro a molti, gli operai sono gente di fuori, vengono dalle province dello Jiangxi, dell’Anhui, del Guizhou, le province più povere, perché qua c’è lavoro. Adesso se il governo blocca tutto che succederà? Succederà che quelli che ora sono la manodopera, avendo già accumulato esperienza, torneranno nel loro paese e cominceranno un’attività del genere per conto proprio, essendo che i governi delle loro province sono meno severi nei controlli. Noi qua a Pujiang abbiamo le materie prime, tutta la filiera comincia e finisce qui, e poi qua vicino c’è Yiwu, il mercato all’ingrosso più grande del mondo, è la zona migliore per questo tipo di business.”

Qualche anno addietro ci fu l’esplosione dell’attività del cristallo, ognuno voleva essere il capo di se stesso, e così nacquero tantissime attività in proprio, non tutte regolari, come quella del signor Zhu. Il capanno che tirò su 5 anni fa, con abitazione adiacente, è, infatti, abusivo, e il governo locale ci metterà un attimo a demolire tutto e fare sloggiare lui, la moglie e i due figli. Loro, come tanti nella stessa situazione, non possono dire nulla, perché il governo ha tutte le ragioni dalla sua. In questi mesi, il governo locale ha già operato i primi fermi per le attività irregolari ed altamente inquinanti. Un giornale locale riporta che nell’arco di un mese dall’emanazione del decreto, il governo ha fatto chiudere ben 3942 laboratori privi di permessi. Lo stesso Zhu ha già provveduto a trasferirsi in un’altra zona e poi si vedrà.

In una Cina che punta con decisione ad alleviare in fretta il problema dell’inquinamento, tanti cambiamenti devono essere messi in atto. Forse ci sarà un declino di questa attività, ma la gente del Zhejiang non si perde d’animo così facilmente. Se questa attività non si può fare, ne inventeranno altre. Infatti, pare che la zona di Pujiang sia particolarmente adatta alla viticoltura, e di recente sono sempre di più quelli che si buttano in questo settore, con discreti risultati. Forse un giorno ci sarà anche il vino di Pujiang. A condizione però che prima di allora l’inquinamento sia sotto controllo.