Pianeta Mondo: devastazione da parte dell’uomo |
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La macchina si ferma al semaforo, il finestrino si abbassa, una mano si sporge e il pacchetto di sigarette vuoto si abbatte al suolo. Io immagino diverse mani che si allungano e pacchetti di sigarette che si accumulano sulla strada. Una visione orrenda, purtroppo vicina alla realtà attuale, ovunque
ti giri vedi sacchetti d’immondizia abbandonati in luoghi impropri, bidoni stracolmi che attirano, nella stagione estiva, piccoli roditori in cerca di cibo. Materassi vengono abbandonati sul marciapiede, facendo così compagnia a mobili e suppellettili di ogni tipo. A nulla valgono, campagne di sensibilizzazione per la raccolta differenziata: la plastica e il vetro finiscono nei bidoni comuni. La gente pensa che la raccolta differenziata non serva a niente “anzi gli operatori mettono i materiali diversi tutti insieme vanificando la buona volontà del cittadino”; inoltre alcune zone della città sono prive di cassonetti per la differenziata e questo non aiuta. Ogni anno a Napoli, nel periodo estivo si ripresenta il problema immondizia, il telegiornale ci mostra cumuli d’immondizia per le strade, i topi girano indisturbati e piccoli fuochi appiccati da gente esasperata esalano gas nell’aria. Il colera, malattia antica torna in auge, i tumori e il cancro, patologie cosiddette “moderne” mietono vittime. Il sud oppresso e schiacciato dalle “famiglie” subisce la devastazione del territorio, i rifiuti ottusici sepolti vicini ai fiumi, con conseguente inquinamento delle falde acquifere, vicino ai campi coltivati e ai terreni dove pascolano le pecore e le bufale. Il latte e i prodotti tipici di zona diventano per la salute dell’uomo.
La salute spesse volte viene legata al mondo del lavoro, basti guardare Taranto: cos’è importante lavorare e ammalarsi di cancro, oppure essere disoccupato e in salute? L’Ilva fabbrica d’acciaierie scarica da venti anni gas nocivi nell’aria, la gente si ammala di tumore ma nessuno interviene, i vari sindaci chiudono un occhio per non lasciare la popolazione senza lavoro. Solo ultimamente è intervenuto lo Stato prospettando la chiusura della fabbrica se non si attueranno misure di riqualifica del territorio, smaltimento corretto dei detriti e depuratori, uso di sistemi di protezione per gli operai. L’immondizia non è un problema solo del Sud, in Piemonte, precisamente a Torino, sta nascendo uno dei più grandi inceneritori d’Europa. Bruciare i rifiuti, eliminare le discariche senza inquinare? L’azienda che lo gestisce ammette una produzione di scorie del 20% cioè 260 milligrammi al giorno di polveri sottili non trattenuta dai filtri, ossidi di azoto e zolfo. Questo determina un “incremento d’asma, tumori, bronchiti, infarti, ictus, leucemie, il conseguente alto costo sanitario è certo. Esistono alternative agli inceneritori: “rifiuti zero”, raccolta differenziata, riuso, riciclo; la parte restante, dei rifiuti, trattata con tecnologie meccanico/biologiche a freddo senza emissioni inquinanti. Se ci allontaniamo dall’Italia e guardiamo alla Cina, ci stupiamo di fronte ad una folta nebbia che avvolge Pechino rendendo irrespirabile l’aria. La popolazione cammina per strada con la mascherina, ha l’obbligo di non uscire di casa, se non è necessario. Tutto questo perché la Cina, non ritiene necessario combattere l’inquinamento, le fabbriche non adottano misure di precauzione, depuratori. L’inquinamento dell’aria è dovuto dagli scarichi delle automobili, dai quali fuoriescono particelle di idrocarburi che provocano allergie. Sembra impossibile ma l’essere umano inquina l’aria con le fabbriche, le auto, il riscaldamento, le sigarette e con la stessa indifferenza scarica nei fiumi e nel mare sostanze nocive. Taglia alberi per rendere agricolo il terreno o edificabile per conto di gente senza scrupoli e incendia boschi, facendo perire animali indifesi. Il terreno privo di difese frana, le montagne sgretolandosi cadono, quando piove, sui paesi sottostanti avvolgendo con un poltiglia fangosa le case. Basterebbe pulire i fiumi, togliere i detriti che la corrente trasporta verso la riva; i rifiuti abbandonati sulle sponde e dentro l’acqua. Ci si accorge del problema, quando l’acqua incomincia a salire e si scatenano le alluvioni. In alcuni periodi dell’anno si vedono volontari o scolaresche dediti alla pulizia del territorio, dei boschi, e dei fiumi: una piccola goccia nel mare. Alla forza della natura si aggiungono catastrofi provocate dalla mano dell’uomo: le centrali nucleari, il cui primo scoppio risale agli ottanta con la centrale di Chernobyl, l’ultimo a Fukushima in Giappone. Distruzione del territorio, terreni agricoli inariditi, radioattività, morti tra la popolazione e quelli sopravissuti alle radiazioni riportano ustioni su tutto il corpo: un dramma che si ripete in diverse parti del mondo. Dicono che le centrali nucleari sono necessarie per evitare un black-out , ma in Italia ci sono molte più centrali nucleari inutilizzate che in altri paesi europei. Dicono che l’energia nucleare garantirebbe una produzione illimitata d’energia, le riserve di uranio permetterebbero il funzionamento delle centrali attuali per circa una sessantina d’anni. Dicono che le centrali nucleari sono sicure, ma in Germania i bambini che vivono in un raggio di 5 chilometri, da una di queste, si ammalano di leucemia due volte di più rispetto ad altri bambini. Dicono di conoscere e di poter controllare il ciclo del combustibile nucleare, ma non dicono cosa si debba fare con le scorie, senza che queste con il tempo diventino pericolose, perché non lo sanno. Come si ferma tutto questo? Attraverso energie alternative: pannelli solari e fotovoltaici che consentono una trasformazione diretta e immediata, dell’energia solare in energia elettrica senza l’uso di combustibile. Inoltre l’utilizzo, su larga scala, di auto ad idrogeno o elettriche, ma, per farlo, bisognerebbe rivoluzionare le fabbriche e tutto il sistema attuale di approvvigionamento del carburante ecologico utile a questi veicoli per muoversi. Vi sono stati uomini che da soli hanno portato avanti battaglie per salvare l’ambiente, come Chico Mendes, noto ambientalista, politico e sindacalista brasiliano. Nel 1976 promuove la nascita del sindacato a Xapuri e lega il proprio nome alla lotta contro il disboscamento della foresta amazzonica. Viene pubblicamente minacciato dai possidenti della zona; viene arrestato e torturato. Il 22 dicembre 1988 viene ucciso davanti alla porta di casa. Tutto questo per difendere i contadini e la loro terra, contro il disboscamento del polmone del Mondo: La foresta Amazzonica. Per difendere l’ambiente nacque nel 1971 a Vancouver l’associazione ambientalista e pacifista Greenpeace, famosa per la sua azione diretta e nonviolenta per la difesa del clima, delle balene e dell’interruzione dei test nucleari e dell’ecosistema nel suo insieme. Azioni portate avanti dopo essersi documentata e aver fatto ricerche in maniera indipendente; come è indipendente, la gestione economica dell’associazione che viene finanziata da contributi individuali e da fondazioni no profit. Nella protezione della natura non posso non ricordare il personaggio che per primo le ha dato importanza: Francesco d’Assisi. Nel 1200, grazie al suo esempio, in quella epoca lontana gli esseri umani hanno capito l’importanza della salvaguardia del territorio; tocca a noi oggi, attraverso piccoli gesti quotidiani, essere da esempio per le nuove generazioni affinché comprendano l’importanza di rispettare la nostra madre Terra. |