Contro ogni forma di discriminazione: i rinforzi arrivano dall'alta... montagna
Interviste
Scritto da Serena Anastasi   

Sono circondata dalle montagne e l’aria è fresca pur essendo Aprile, oggi avrò modo di capire che cosa spinga una banda di concrete sognatrici, come amano definirsi, a svolgere le più svariate attività di promozione sociale in un territorio così remoto seppur meraviglioso. Mi trovo infatti a Canosio, un paese dell’alta valle Maira (Cuneo) per incontrare Patrizia Palonta una delle socie fondatrici del Coordinamento Donne di Montagna.

Ciao Patrizia, potresti raccontarmi di cosa si occupa la vostra associazione?
L’associazione si occupa principalmente di promozione sociale e coinvolge psicologhe, antropologhe, artigiane che hanno come comune denominatore la voglia di vivere nelle loro montagne e di far rivivere le comunità di cui oggi fanno parte.

Come vi siete conosciute?
Il Coordinamento Donne di Montagna è nato quasi spontaneamente dopo esserci conosciute in occasione delle elezioni provinciali di Cuneo nel 2004, molte di noi erano infatti state coinvolte come candidate “tappabuchi” per riempire le liste. Ci siamo rese conto subito che non eravamo fatte per la politica ma che non avremmo dovuto disperdere l’energia che si era venuta a creare.

Potresti spiegarmi meglio?
Quella è stata l’occasione che ci ha fatto incontrare, ci siamo rese conto che ciò che ci univa non era l’appartenenza politica ma il fatto di essere donne, lavoratrici, con una grande idea comune, quella di ridare vita alla montagna. Questo ci ha spinto ad unirci, anche formalmente, per dar vita al nostro progetto.

Come avete iniziato ad occuparvi anche del resto?
La donne sono empatiche per natura, sono fantasiose. Una serie di donne tutte insieme possono essere un esplosione di idee. Insomma, ci siamo rese conto che per far vivere un territorio bisogna creare le occasioni per lavorarci, studiare, per viverci e allora abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e metterci al lavoro.

Che cosa avete realizzato fino ad oggi?
Diciamo che portiamo avanti due tipi di attività in parallelo, le prime sono quelle legate alla ricerca e alla promozione della cultura di questo territorio. La Val Maira fa parte dei territori occitani, circa cinquanta anni fa la gente ha iniziato ad abbandonare le montagne per andare a cercare lavoro in città, presso le grandi industrie, e poi vi è rimasta. Il nostro obbiettivo è tramandarne la storia, la musica e soprattutto gli antichi saperi cioè quelle conoscenze popolari che le donne si tramandavano oralmente e che se non venissero raccolte si perderebbero con il cambio di generazione. Abbiamo condotto delle ricerche a questo proposito, ne è venuto fuori un libro Antichi saperi, appunto, che raccoglie informazioni circa il lavoro delle nutrici, la raccolta delle erbe offi cinali e sulle tessitrici di capelli (ad Elva n.d.a.) di queste valli. Da qualche hanno ormai abbiamo anche una convenzione con l’università di Torino e accogliamo studenti e tesisti per il lavoro di ricerca sul campo.

Quali sono le altre attività?
Nel 2009 abbiamo inaugurato il Centro documentazione donne e Montagna qui a Canosio, il centro è anche biblioteca, raccoglie più di duemila libri e una postazione internet. Questo ci sembra importante perché l’obbiettivo è quello di off rire sempre maggiori servizi ai giovani che abitano qui perché non si sentano diversi da quelli che vivono in città.. e fare in modo che quelli della città abbiano dei buoni motivi per venire a conoscere la montagna. Insomma, la nostra idea un po’ matta è quella di trasformare una borgata di montagna, luogo marginale socialmente e geografi camente, in un centro studi per chi sia interessato alle tematiche sul genere e sulla montagna.
Sempre nel 2009 grazie al sostegno della Regione Piemonte, abbiamo attivato una casarifugio per le donne vittime di violenza domestica, mettiamo a disposizione supporto legale e psicologico.

Insomma avete un sacco di idee…
È inevitabile, in un posto come questo o ti inventi qualcosa da fare o te ne vai per la depressione! Scherzi a parte, non facciamo cose così incredibili, quello che stupisce chi ci conosce è che riusciamo a farlo da una borgata di sei abitanti con una connessione internet da 32 kb. La chiave di tutto è affidarsi ai giovani, abbiamo molti neo laureati e studenti che lavorano con noi, certamente non si arricchiscono economicamente ma hanno la possibilità di mettersi alla prova e di mettere in pratica le loro conoscenze. Perché è vero che i giovani sono il nostro futuro ma il futuro è già adesso.