Essere vegetariani
Società
Scritto da Sergio Lion   

Una scelta concreta verso la nonviolenza
“Vogliamo i macelli con le vetrine panoramiche” è lo slogan con il quale molti attivisti veramente pacifi sti combattono la loro democratica battaglia. In eff etti, ripudiare la violenza dovrebbe comprendere prese di posizione concrete ed effettive nella salvaguardia di ogni essere vivente. Soprattutto (e non solo) per le creature indifese.

Ebbi l’opportunità di fare un paragone (o un parallelo; parola che esprime meglio il mio pensiero) tra le varie categorie sociali divise tra vari interessi o bisogni diversi, ma di fatto interconnesse tra di loro (per una convergenza di diritti), ed ora vorrei provare a collegare la difesa dei diritti umani con la difesa dei diritti degli animali.
All’apparenza volitiva e superfi ciale possono sembrare due argomenti diversi, soprattutto nella società odierna che, spingendo l’opinione pubblica nella direzione della legge del più forte, asseconda con un mirato colposo ed allo stesso tempo premeditato falso consenso mediatico le masse, per giustifi care tutte le violenze perpetrate ai danni dei nostri fratelli minori.
Naturalmente tutto ciò è purtroppo mistificato dall’assenza predominante di una consapevolezza interiore, che la secolarizzazione nega a priori. Attualmente infatti la casta societaria provvisoriamente dominante non tiene conto del valore spirituale dell’esistenza. Tale valore viene considerato anacronistico, quindi non più degno di attenzione positivamente solutoria.
In Europa, e generalmente nel “primo mondo” attuale, gli animali sono “protetti” da legislazioni buone, ma purtroppo ancora molto incomplete e doppiamente (non a caso) interpretabili.
Un indiano d’America chiese a un europeo come venissero trattati gli animali nel vecchio mondo. Questi con grande soddisfazione disse che in Europa gli animali stanno molto bene, in quanto tutelati da severe norme di legge che li proteggono e difendono. L’indiano rispose che da lui non c’era bisogno di leggi perché gli animali fossero rispettati.
Non c’è bisogno di ricordare l’inutilità della vivisezione, purtroppo normalmente denominata “ricerca”, poiché altri metodi per la stessa, vengono ignorati per mancanza di uguali e considerevoli introiti fi nanziari. Che con le torture legalizzate avvengono. Del resto anche l’odiosa caccia alle balene perpetrata dal governo giapponese, si è nascosta in maniera becera dietro la denominazione: “scientifi c research” scritta a caratteri cubitali ai fi anchi delle loro navi mattatoio. Al solito, si mente sapendo di mentire. Senza pensare alle uccisioni di esseri senzienti per la produzione di pellicce; delle torture infl itte agli Orsi della Luna nelle fattorie d’Oriente per ottenere la bile che serve ai produttori di bibite e shampoo.
Altro scempio partorito da menti malvagie è il metodo con cui viene prodotto il foie gras, che tradotto significa “fegato grasso”. Il fegato di un volatile (anatra od oca) fatto ingrassare forzatamente con metodi degni dei torturatori del medioevo. Tale fegato, nei volatili si ammala di steatosi epatica, quindi il consumatore si ritroverà un fegato malato da ingerire allegramente!
Tutte queste brutalità sono commesse “in deroga” alle legislazioni apparentemente tutelanti.
Obbrobri percepiti dalle masse come inalienabili diritti universali della specie umana (o disumana, che si arroga un fantomatico diritto di superiorità). Per fare un esempio, è un po’ come andare a prostitute, (o prostituti) pensando di aver fatto l’amore pagando.
Le vetrine panoramiche farebbero vedere realmente cosa vuol dire avere la “fettina” sulle nostre tavole, e molte persone probabilmente cambierebbero alimentazione, inorridendo. In eff etti, l’aff ermare per convenzione che quello che compare su molte tavole debba assumere il nome di “fettina” o di “fiorentina” ecc, è totalmente errato nella logica, poiché la realtà dei fatti concreti dimostra che null’altro possa essere che un pezzo di cadavere morto di morte violenta. Si chiamerà poi “fettina” o “tenerone” solo per mera distinzione asettica – burocratica – popolare.
Per i devoti Hare Krishna, un movimento religioso che ha avuto e continua ad avere un ruolo importante nella diff usione del “vegetarianesimo” in Occidente, la nostra “violenza alimentare”, unita a tutte le altre forme di violenza, fi nisce per creare una grande ondata di karma negativi, che a sua volta produce un aumento dell’aggressività umana e quindi dei delitti compiuti in tutto il mondo. Personalmente credo che se tutte le religioni facessero proprio questo pensiero, si avvicinerebbero molto di più all’essenza stessa del loro predicare la nonviolenza universale.
Ad esempio uno dei motivi per cui la tradizione induista prescrive l’essere vegetariano è la credenza nella possibilità che un essere umano possa reincarnarsi in una forma animale. Nell’uccidere un animale, dunque, è possibile commettere violenza nei confronti di un’anima umana. Anche Pitagora credeva nella trasmigrazione delle anime, e sosteneva che quelle degli animali sono imperiture come quelle degli uomini, poiché entrambe scaturiscono dall’“Anima del Mondo”, ossia la forza di cui sono pervase tutte le molecole dell’universo, il principio motore e plasmatore della materia, intermediario fra il cosmo e il Dio supremo. L’animale, insomma, è, come l’uomo, un’emanazione divina.
Nel suo aff ascinante libro Anche gli animali hanno un’anima (Ed. Mediterranee), lo studioso francese Jean Prieur osserva che questi principi pitagorici si mantennero, sia pure attraverso varie elaborazioni, nel pensiero di altri grandi fi losofi come Platone e Aristotele.
Purtroppo, e mi ripeto, il sistema societario nel quale viviamo non presta più molta importanza a ragionamenti di carattere storicoreligioso, implicanti l’essenza dell’anima oltre alla materialità. La percezione di questi pensieri potrebbe essere quindi percepita probabilmente sotto forma di ragionamenti logici o fi losofi ci, ma ahimè interesserebbero una piccolissima percentuale di persone con buona od ottima cultura.
Concludendo, ognuno ha il diritto di compiere le sue scelte nella massima libertà. Purtroppo – o per fortuna, in certi casi – ogni singola scelta ha eff etti su tutti gli esseri viventi. E poiché, secondo la legge del karma, la violenza genera altra violenza, scegliere di non far del male a chi è più debole non può che avere meravigliosi eff etti su tutta l’umanità.
Perciò, nel tempo del grande inganno, chiunque può scegliere un motivo nuovo, seppure antico, per diventare vegetariano. Per amore, solo per amore.