The constant gardener... nella passione del suo tempo
Società
Scritto da Sergio Lion   

“Il giardiniere tenace”. Le api raffigurate sulla copertina di questo favoloso romanzo, genere “spionaggio o thriller spionistico”, rendono l'idea della tenacia e della laboriosità che dovrebbe essere sempre parte integrante, naturalmente ed esclusivamente in senso costruttivo, della vita.

La loro funzione essenziale nell'ecosistema si contrappone con estrema determinazione alla figura del parassita. Del resto si sa che gli esseri umani si dividono anch'essi nelle due categorie! Il lavoratore e il mantenuto; il veritiero e il bugiardo; gli indefessi e gli ignavi, eccetera.
John le Carré – pseudonimo di David John Moore Cornwell – autore di questo best seller, è stato tra l'altro agente segreto del “Secret Intelligence Service” o “MI6” britannico. Ruolo che decadde a causa di un agente doppiogiochista che gli fece saltare la copertura per conto del KGB.
I romanzi di Le Carré vertono principalmente sulla guerra fredda, quindi sullo scontro est-ovest determinato dalla fine della seconda guerra mondiale con la conseguente separazione della Germania. La divisione della capitale Berlino rendeva ancor più palpabile la tensione dell'epoca, per via del muro divisorio, abbattuto poi nel 1989. “La Tamburina”, “La casa Russia”, “La spia che venne dal Freddo”, “Lo specchio delle spie”, “La spia perfetta” e “Tutti gli uomini di Smiley” sono tutti romanzi incentrati su questo tema. Con estrema rappresentazione semantica, alternata da sottile ironico umorismo tagliente, Le Carré si fa carico di questi spinosi argomenti, andando a toccare tematiche sociali di primaria importanza.
In “La passione del suo Tempo”, ad esempio, descrive e racconta la guerra ormai quasi dimenticata della Cecenia, dell'Inguscezia e di tutte le repubbliche Caucasiche.
Un esempio di cronaca è il conflitto scoppiato abbastanza recentemente nella regione. l'Ossezia del Sud e l'Abkazia, repubbliche solo tecnicamente facenti parte della Georgia, a seguito della scissione causata dalla caduta dell'URSS (ma di fatto indipendenti dal 1991), recentemente riconosciute come Stati sovrani esclusivamente dalla Federazione Russa, dal Nicaragua, dal Venezuela e dalla repubblica di Nauru al termine della guerra scatenata da Tblisi (capitale Georgiana) nel 2008, per impadronirsi di fatto dei loro territori, essenziali come unico passaggio possibile degli oleodotti provenienti dall'Asia.
La Georgia, facente parte della Nato, non venne poi del resto condannata da alcuna risoluzione ONU ingiuntiva, pur avendo provocato stragi di civili del proprio popolo. Personalmente noto l'analogia odierna con la violenta repressione ed uccisione perpetrata in Libia da Gheddafi, nei confronti del suo popolo. Repressione giustamente condannata dalla risoluzione ONU “No fly zone”, anche se purtroppo tardivamente.
ONU quindi a “due pesi e due misure” a seconda del tornaconto del momento.
Per dovere essenziale di cronaca bisogna però aggiungere che la Federazione Russa, come membro permanente del Consiglio di Sicurezza ONU, detiene il diritto totale di veto sulle risoluzioni che vengono presentate, quindi anche con le più belle e nitide intenzioni, le Nazioni Unite non sarebbero state in grado di dirimere in altro modo la situazione. (La Russia avrebbe condannato la Georgia, e gli altri membri permanenti avrebbero condannato la Russia! Notevole conflitto di attribuzione dei poteri!).
Ecco che quindi viene in risalto il problema (a mio avviso) principale della debolezza del Palazzo di Vetro: il diritto di veto (ottenuto in seguito alla vittoria nella grande guerra contro il becero nazifascismo) dei cinque membri permanenti: Stati uniti d'America, Francia, Gran Bretagna, Cina e Federazione Russa. Se questa regola venisse abolita (del resto il mondo globalizzato è ora assai diverso dagli scenari presenti alla fine della seconda guerra mondiale), le decisioni non avrebbero più i vincoli posti dai “grandi”, e finalmente Stati e popoli emergenti potrebbero riuscire ad avere più giustizia con una globalizzazione più solidale. Tanto più, stigmatizzando il fatto dell'attuale importanza decisionale tedesca all'interno di ONU e Nato (i famosi 5 più 1), che contraddice – sostanzialmente – il principio dei vincitori e dei vinti nella grande guerra, rispondendo dunque esclusivamente a meri interessi economici geo-politici. In effetti sembra quasi che la Germania abbia anch'essa diritto di veto, pur avendo perso rovinosamente il conflitto. Anche l'Italia uscì sconfitta, mantenendo però sostanzialmente la sua proverbiale e stabile ininfluenza a livello decisionale nelle “alte sfere”.
“The Constant Gardener – la cospirazione”, il film che riprende il romanzo delle api raffigurate sulla copertina, è una pellicola thriller-spionistica che racconta nella sua trama, la storia della moglie di un diplomatico inglese (appassionato di giardinaggio) presso l'Alto Commissariato Britannico in Kenia. La donna in realtà coltivava segretamente dentro di sé la speranza e la voglia di un mondo migliore. Di nascosto, quindi, cercava di indagare sulle nefandezze compiute dalle multinazionali dei farmaci nella zona.
Esperimenti segreti di medicinali sulle popolazioni ignare causavano infatti molte morti sospette.
La donna venne ritrovata uccisa brutalmente, in concomitanza dell'uccisione del suo amico medico del posto. In effetti il marito sapeva così poco della moglie che pensava che questi fosse solo il suo amante. Con costanza e dedizione (e quindi “il giardiniere tenace”) prese su di sé il sogno della moglie, riuscendo a scoprire i colpevoli denunciandoli pubblicamente al mondo.
Personalmente colgo un'analogia dirompente con quanto successo nella triste realtà all'eroica giornalista del TG3, Ilaria Alpi, uccisa insieme all'eroico operatore Miran Hrovatin a Mogadiscio (Somalia) il 20 Marzo 1994.
Un delitto compiuto dalla categoria umana dei parassiti, al quale non è stata ancora posta la parola fine di una vera giustizia.