Considerazioni personali
Società
Scritto da Sergio Lion   

“Se non ora, quando?”. Questo è uno degli slogan con i quali gran parte della popolazione italiana scende in piazza, manifestando pacificamente contro il malaffare. Sembra però che ad indignarsi per le nefandezze che produce questa nostra società malata di ipocrisia latente, si possa fare solo la figura del personaggio comico insoddisfatto che, vivendo nel limbo della ricchezza effimera, si dovrebbe battere il petto per aver detto qualcosa di male nei confronti del “Big Brother” (o Grande Fratello, nel senso di “grande manovratore”) che tutto vede e tutto vuole. In cambio della tua anima. Dico anima in favore dei credenti, poiché appartengo a questa cultura di speranza nella Verità.

Non sono mai riuscito a comprendere pienamente il fatto per cui per essere credente cattolico, si debba per forza essere di destra, o simpatizzante. In fondo, la categoria nell’immaginario ossessivo del principale esponente della parte politica a me avversa (cito la frase di Veltroni “Topo Gigio”) che si dichiara cattolico praticante, notoriamente è quella del cattivo e usurpatore “cattocomunista”, esiliato per principio anche dalla sua stessa Chiesa, nella quale pone le proprie speranze. Vedi ad esempio don Andrea Gallo: un prete che si è scoperto uomo. Del resto qualche anno fa, i preti operai, (quelli che entravano nelle fabbriche e che vivevano del loro salario) erano un esempio molto pratico e onesto della dottrina dell’ora et labora. Attualmente i preti operai non esistono più, perché probabilmente non va più di moda.
Anche il comprendere il perché, per essere un bravo e perfetto “compagno”, ci si debba per forza schierare dalla parte della pillola infanticida RU486 o dell’aborto, mi è altresì estraneo.
Usare la propria testa è sconsigliato in un mondo di stereotipi preconfezionati su misura.
Protagora affermava: “Di tutte le cose, la misura è l’Uomo. Di quelle che sono per quello che sono, di quelle che non sono per quello che non sono”.
Questa frase filosofica mise al centro di tutto l’Essere Umano, spostando l’interesse dalla Natura verso l’Uomo.

Il Nuovo Umanesimo propone il seguente atteggiamento:
1) Porre l’essere umano come il valore e l’interesse centrale, nel senso che niente è al di sopra dell’essere umano e nessun essere umano è al di sopra di un altro.
2) Affermare l’uguaglianza di tutti gli esseri umani.
3) Riconoscere le diversità personale e culturale, aff ermando le caratteristiche di ciascun gruppo umano e condannando la discriminazione causata da differenze economiche, razziali, etniche o culturali.
4) Sviluppare conoscenze al di là dei limiti imposti da pregiudizi accettati come verità assolute ed immutabili.
5) Affermare la libertà di idee e credenze.
6) Ripudiare la violenza in tutte le sue forme.

Personalmente condivido estremamente tutte le argomentazioni fondanti il Movimento Umanista, tranne in parte la quarta. In effetti ci sono, a mio avviso, alcune tematiche che l’Uomo non dovrebbe invadere: ad esempio l’ingegneria genetica (o transgenesi) che rischia di diventare eugenetica, manipolando così le nascite in chiave consumistica moderna (cioè scegliere come dovrà essere il futuro nascituro e se così non fosse non riconoscendolo alla nascita o, peggio, sopprimendolo) e ancora ad esempio la biotecnologia, che ama manipolare la materia vivente per scopi commerciali. Attualmente ad esempio in Gran Bretagna, vengono soppressi molti feti che presentano la problematica del “labbro leporino”.

Mario Rodrìguez Cobos, detto Silo, è il fondatore del Movimento Umanista che si basa sul Nuovo Umanesimo Universalista. Nato a Mendoza (Argentina) il 6 gennaio del 1938 e mancato il 16 settembre 2010. In questo periodo viviamo l’anniversario della sua morte. Amava sostenere due punti principali: la Reciprocità – intesa come il trattare gli altri come vorremmo essere trattati e la Coerenza – intesa come pensare, sentire e agire nella stessa direzione.

Paul Valéry, poeta che si è interessato alle cose del mondo solo attraverso il rapporto che esse hanno con l’intelligenza, affermava: “Se poi, l’io è detestabile, amare gli altri come se stessi, diventa un’atroce ironia”.

Attualmente nella scena politica italiana (ma anche mondiale) abbiamo molti esempi di persone che si dichiarano cattoliche, umaniste, veritiere, compassionevoli e caritatevoli, ma poi all’atto pratico a volte disprezzano e umiliano le donne, sono a favore della barbara vivisezione, sono a favore di tutto ciò che dà loro un guadagno, non tenendo conto del bene comune circostante: vedi ad esempio la deforestazione selvaggia in Brasile, oppure la caccia alle Balene da parte del Giappone con la scritta sulle navi mattatoio: “Ricerca scientifica”, che chiaramente non è.
Voglio sperare vivamente che tutti seguano il pensiero positivo di Silo in tutte le sue forme e in chiave eticamente sostenibile, poiché nel mondo sono in tanti a volerlo, e si impegnano anche mettendo a rischio la loro vita.
Ad esempio La giornalista messicana Lydia Cacho, che vive a Cancun.
Lydia Cacho ha iniziato a subire minacce e intimidazioni dopo la pubblicazione di un libro nel 2005, nel quale denunciava un circuito di pedopornografia, che operava nonostante politici e uomini d’affari dello stato di Quintana Roo e di Puebla ne fossero a conoscenza e, anzi, con la loro protezione.
Roberto Saviano, che è stato tra i primi ad aver aderito all’ appello di Amesty International, ci ha parlato di Lydia come “un esempio per chi vuole fare giornalismo. Una donna coraggiosa che ha sopportato prigione e tortura per aver difeso una minoranza cui nessuno prestava ascolto, per aver portato attenzione sui soprusi che le donne e i bambini sono costretti a subire in Messico e nelle aree più disagiate del mondo. Ha fatto informazione dove non ce n’era e coraggiosamente si è esposta a enormi rischi denunciando imprenditori criminali e uomini politici. L’importanza del suo atto di denuncia ha valenza universale perché ovunque lo stato è debole, ovunque c’è spazio per l’illegalità, le prime vittime sono le donne e i bambini.”.
L’appello (promosso da Amnesty International e rivolto alle autorità messicane, perché si facessero carico della sua incolumità) è ormai chiuso. 14530 persone da tutto il mondo hanno espresso la propria solidarietà verso questa donna coraggiosa.
http://www.amnesty.it/messico_Lydia_Cacho_in_pericolo