Quando i morti camminano - Lo zombie e la cultura haitiana
Società
Scritto da Fabrizio Arvat   

Secondo la religione Voodoo, l'anima umana è divisa in due parti il Gros-bon-ange, cioè il Grande angelo Buono, la parte immortale sovraindividuale frammento dell'energia cosmica, e il Ti-bon-Ange, il Piccolo angelo buono, la parte transuente a cui è legata la personalità, la volontà e la memoria individuale. Se si perde la prima si diventa una sorta di spirito astrale, se si perde la seconda si diventa uno zombie cadavre, un defunto che cammina e... lavora.

Secondo la geografia, l'isola di Hispaniola è divisa in due nazioni: la prima è la Repubblica Dominicana, mecca del turismo, con il PIL che sale ed i suoi lussuosi alberghi, l'altra è uno dei paesi più poveri del mondo, martoriato da terremoti, dittature e colera, un luogo a cui qualcuno rubò un giorno la sua anima angelica, facendone una terra dove i morti camminano, una Dead island che ha il nome di Haiti.
"Scoperta" nel 1492 da Colombo e sottoposta al dominiospagnolo, l'isola era fin da allora destinata a divenire un inferno; la popolazione nativa di stirpe Arawak fu sepolta nelle miniere a scavare metallo prezioso e da lì non uscì mai più. La conseguente penuria di forza lavoro, portò all'assunzione forzosa dischiavi africani, che vennero deportati sull'isola a centinaia di migliaia, ma il progressivo esaurimento delle ricchezze minerarie portò la Spagna a disinteressarsi dell'isola, che in breve diventò una delle più note basi della leggendaria pirateria dei caraibi. Nel 1697 la Francia ottenne con un trattato la parte occidentale dell'isola, e tramite la coltura di zucchero e cacao, ne fece una profittevole colonia. Trentamila europei dovettero allora tenere a bada mezzo milione di schiavi africani al prezzo di una repressione brutale ed efferata, ma i fuggitivi (i cosiddetti "maroons") trovavano rifugio nelle foreste delle valli interne dell'isola che fornivano una protezione impenetrabile, andando a formare comunità unite attorno alla religione Voodoo di origine africana, ma già ibridata dai simboli del cristianesimo che la dissimulavano agli occhi degli europei. Fu così che il Voodoo divenne l'anima e l'arma di culti segreti, i cui cultisti esplicavano la ritualità nelle foreste e tramavano la rivolta contro il potere coloniale francese, che alla fine ottennero sbaragliando addirittura l'esercito di Napoleone. Il Voodoo, pur avendo piena dignità religiosa ed una dimensione teologica di tutto rispetto, nella cultura haitiana vede la propria dimensione magica acuirsi particolarmente in funzione della necessità del controllo sui membri della propria comunità. La religione tende per sua natura a espellere la magia nelle forme che non si attaglino alla dimensione rituale sacrale, attraverso una moralizzazione che distingue nettamente il bianco dal nero, il bene dal male. Nel Voodoo la magia ritenuta nera è tollerata in quanto i Bokor, i sacerdoti che la praticano, vengono inscritti nelle logiche di controllo che un'associazione esoterica, e quindi segreta, necessita per il suo mantenimento. La magia nera è ritenuta capace di compiere due operazioni determinanti: la prima è carpire la parte immortale dell'anima mettendola in un contenitore come energia libera nelle mani del sacerdote, l'altra è estinguere o disattivare la parte individuale e volontaria per fare del corpo un automa a disposizione del padrone che può anche venderlo a terzi. Per quanto la prima forma di zombificazione è la più temuta, è la seconda che ha catturato l'immaginario dell'occidente con tutte le sue tematiche sul lavoro come produzione e accumulo di capitale per mezzo dello sfruttamento. La psicosi che si genera nella dimensione sociale haitiana verso la necessità di protezione dei cadaveri ha quindi lo scopo di ribadire il controllo sociale e mantenere il segreto, che è il vero collante sociale sotto la parvenza apparentemente cattolica delle simbologie. Ma soprattutto, la zombificazione è il modo in cui la società stessa espelle i trasgressori e i diversi come capri espiatori, come sacrifici umani necessari al rinsaldamento della dimensione segreta e sociale del culto.
Nella cultura religiosa europea al diverso e al trasgressore delle norme sacrali, come nel caso dei suicidi, è riservata la sepoltura in terra sconsacrata presso crocicchi o bivi e la deturpazione del cadavere, per timore che il caos della diversità risorga e ritorni a turbare l'ordine psico-sociale. Nel Voodoo la zombificazione è una forma raffinata e crudele di espulsione e controllo in quanto, in una società di ex schiavi, la minaccia persistente è quella di compiere ciò che la dominazione francese con tutte le sue efferetazze non era riuscita a fare, cioè togliere allo schiavo la sua stessa consapevolezza di essere schiavo. Il potere, quindi, istituisce la costante minaccia del ritorno a una condizione originale di assoggettamento e riduzione a risorsa spirituale o fisica, duratura e senza vie di fuga, perché la morte non è più garanzia di libertà e riposo ma altresì perfeziona lo sfruttamento.
Non è un caso che Haiti, raggiunta l'indipendenza dal potere coloniale (fu la seconda a farlo nel continente americano dopo gli Stati Uniti), dopo un convulso secolo abbia generato una terribile dittatura. E non a caso François Duvalier, detto "Papa Doc", presidente eletto a vita con il primo suffragio apparentemente democratico ma inquinato da brogli, fonderà il suo crudele dominio proprio sulla magia nera del Voodoo e il timore della zombificazione.
Nel 1980, dopo lunghe vicissitudini, l'atropologo Wade Davies scopre che quella degli zombie non è solo un tema da film horror e individua il mezzo attraverso cui la zombificazione viene attuata in una mistura che ha come base un veleno, la tedradotoxina, estratto dal pesce palla e da alcuni rospi. Il prescelto, a cui viene somministrata la sostanza, cade in uno stato di morte apparente e viene poi sepolto per essere disotterrato la notte seguente; il bokor, poi, somministra un blando antidoto, che rispistina solo parte delle funzioni cognitive rendendolo una sorta di sonnambulo, una marionetta agli ordini del suo padrone. Solo raramente il malcapitato riesce a riacquisire lo stato cosciente; la mente di solito non regge al veleno, al trauma di una sepoltura spesso perfettamente cosciente, alla disperazione di realizzare che il destino più temuto alla fine si sta compiendo. La mente fugge via, l'identità, la consapevolezza si spengono e il corpo resta vuoto in uno stato letargico permanente: la riduzione dell'uomo a macchina nella zombificazione è compiuta. Che sia per magia o per scienza, sinceramente non ha molta importanza, in quanto entrambe sono forme della tecnica che è veicolo di libertà, ma anche sempre veicolo di dominio, sulla natura prima e poi, in maniera sempre più profonda, sull'uomo stesso. Ciò che mostra Haiti è che non basta liberarsi dalla schiviatù una volta per essere salvi da essa, perché sarà proprio attraverso i mezzi con cui si sono rotte le proprie catene che il potere, tragicamente, tornerà a istituire lo status di dominio in modo ancora più raffinato e inconscio. Lo zombie come metafora di un'umanità sempre più elementare, sempre meno consapevole, ridotta a risorsa umana da sfruttare, ridotta ad uno stato di minorità a cui lei stessa si è confinata. Non vi è speranza dunque? Un giorno una donna era al mercato quando qualcuno le sfiorò la spalla, era suo fratello Clairvius Narcisse, che lei aveva sotterrato sedici anni prima. Le disse che era uno zombie, che il suo padrone era morto anni prima e lui aveva vagato in cerca della sua famiglia e della sua casa e alla fine l'aveva trovata. A volte ritornano... Il potere deve cadere affinché si possa riacquistare la coscienza e la libertà e per questo serve un'apocalisse dei morti viventi. Ma questa è un'altra storia.