La generazione degli intermedi. Lla paura cambia campo.
Società
Scritto da Sergio Lion   

Il sistema di potere che, a parer mio, temporaneamente s-governa il mondo, è un sistema che pone le sue fondamenta nelle ingiustizie sociali, atte al mantenimento dello “status quo” esistente; tale “status quo” determina una sottomissione generalizzata delle classi sociali deboli e povere nei confronti di quelle ricche il più delle volte assenti di umanità.

Giornalmente possiamo constatare dai vari avvenimenti che riescono a passare la censura nei telegiornali, che i governi del ricco “nord del mondo” non hanno la minima intenzione di governare secondo leggi democratiche, quindi con “ragion di stato”, anzi, considerano la “ragion di stato” come fumo negli occhi, ossia come un ostacolo da demolire per raggiungere senza freni il loro obiettivo: il totale controllo di stati fondati esclusivamente sull’economia governata da fredde tecnocrazie. Quello che capita oggi in Italia! La Grecia ha aperto la strada. In questo modo fanno implicitamente intendere (ai pochi che possono ancora vantare occhi per vedere ed orecchie per sentire – per i cristiani, Matt: 16, 2-3) che essi stessi hanno in considerazione i popoli africani, asiatici o sudamericani (quelli che hanno sempre depredato) allo stesso modo di come considerano i popoli che a parole dovrebbero governare come “buoni padri di famiglia”. Per dirla breve rendono visibile e palese la falsità con la quale hanno governato il mondo: insinuando l’odio razziale tra le genti e sottomettendo gran parte di umanità; ma se i novelli nazisti e fascisti (ma anche gestori di gulag siberiani) iniziano a sottomettere la loro “razza” cosa succederà? Avremo un novello hitler che gaserà anche la “sua” razza ariana, dopo averla sedotta (o sodomizzata) per sete di potere? Se capiterà, l’umanità potrà comprendere (speriamo non troppo tardi) di essere stata truffata, e che l’unica cosa da combattere è sempre stata una: la violenza, la sopraffazione e le falsità. Nell’individuo Africano, Europeo, Asiatico, dell’Isola di Pasqua e dell’Atollo di Mururoa in Oceania – anche se inquinato a causa dei crimini nucleari contro l’umanità, perpetrati dai governativi provvisori francesi – scorre lo stesso sangue che la menzogna fatta politicante nelle tesorerie dei partiti ha fatto versare al di sopra della Terra dei Vivi.
La maggioranza delle persone che ancora hanno il coraggio di sognare una società migliore, più vivibile, ama dire in cuor suo: “voglio cercare di cambiare le cose, comportandomi onestamente nonostante tutta la disonestà e l’ipocrisia che mi circonda, per il bene dei miei figli ”.
Allo stesso tempo, una minoranza, a mio avviso, di persone che ancora hanno il coraggio di sostenere questo stesso progetto ambizioso (che i disonesti definiscono “utopia” per cercare di mantenere lo status quo) dedicano il loro comportamento non solo ai loro figli, futuri o futuribili, ma anche a tutti coloro che sono stati e che adesso non sono più (eroi del passato e partigiani di libertà) avendo lottato per gli stessi ideali, molte volte con molto più onore e dedizione.
Da almeno 15 anni il sistema di controllo politico ha creato la Generazione Intermedia. La Generazione che nei loschi piani segreti delle varie logge massoniche, dovrebbe avere il compito di “traghettare” l’età d’oro umanista ed ideologica in un limbo che precede l’avvento dell’era del “qualunquismo collettivo”, dominato dalla finanza, che si sa, è assente di valori umani e di responsabilità sociali. Disse un giorno il tale, governante del limbo: “Dopo di Me, il nulla”.
Nemmeno Caronte nella Divina Commedia avrebbe avuto mai il coraggio di traghettare un tale demone o anima dannata che dir si voglia. Virgilio sarebbe fuggito innanzi a tale fetore, lasciando Dante in balia del girone degli ignavi.
Il giorno nel quale i sindacati della triplice annunciarono ai lavoratori dipendenti la creazione dei fondi pensione integrativi, fu l’inizio della fine dello coesione sociale esistente. Il fondo pensionistico integrativo, nella pratica, determinava (e determina tuttora) una data nella quale i lavoratori venivano “divisi”. Nella sostanza, il lavoratore che fosse stato costretto (in base alla sua età lavorativa ed alle varie norme capestro) per forza maggiore a dover aderire a tale fondo (diverso per ogni contratto collettivo) gioco forza già intuiva che l’Inps, alla fine della propria “carriera” lavorativa, non gli avrebbe più pagato l’intera pensione, ma solo la metà di essa. L’altra metà sarebbe dovuta arrivare da tale “fondo”, sempre sperando che i gestori ed amministratori in questione avessero gestito i soldi in maniera corretta ed onesta.
La generazione intermedia era stata creata. Inserirla nel mercato del lavoro già logorato ed assediato dalla legislazione del lavoro a termine fu come “l’ultima goccia che fa traboccare il vaso”.
Senza contare il lavoro perpetuo ed incessante dei sindacati di ispirazione ex democristiana ed ex socialista (roba da prima repubblica) dediti a stipulare accordi separati con confindustria governativa, escludendo nuovamente in questi giorni la rappresentanza della FIOM CGIL, nonostante detenga la maggioranza degli iscritti nella contrattazione del settore metalmeccanico.
Personalmente denoto una doppia incoerenza di tali sigle sindacali: attualmente si sono schierate per “difendere” (le disdette delle tessere sindacali da parte degli operai probabilmente cominciano ad essere troppe, e il danno economico consistente) il famoso articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori insieme alla CGIL. Qualche anno fa erano schierate CONTRO il referendum che si svolse domenica 15 giugno 2003, proposto da Rifondazione comunista e pochi altri che, se vincente con quorum, avrebbe esteso le garanzie del diritto al reintegro (articolo 18 legge 300/1970 anche denominata “Statuto dei Lavoratori) sul posto di lavoro anche ai dipendenti delle aziende con meno di 15 dipendenti, in seguito ad un possibile licenziamento senza giusta causa.
Tale referendum non raggiunse il quorum: i “SI” in favore all’estensione del diritto al reintegro furono 11.729.372 (tra cui annovero il mio voto personale, poiché anche se faceva bel tempo, non andai “al mare” quel giorno, come la maggioranza politica, anche pseudo sindacale, predicava) mentre i “NO” furono 1.483.563. In totale la percentuale dei votanti fu del 25,7%.
Coloro che al di fuori dei promotori di questo referendum di libertà ora “gridano” in favore della difesa dell’articolo 18, in quel periodo “gridavano” nel senso opposto, affermando in pratica che l’estensione dell’articolo 18 nelle aziende con meno di 15 dipendenti avrebbe determinato una “frenata” alla “crescita” produttiva delle piccole e medie imprese, che hanno in mano l’effettivo “motore” produttivo d’Italia: tecnicamente la “linea” di confindustria, come da dichiarazioni rilasciate in quel periodo (e non solo) che io ricordo molto bene.
La crisi economica attuale, nella quale le piccole e le medie imprese soffrono in maniera spasmodica, dimostra che è un mercato del lavoro assente di regole e di tutele nei confronti dei più deboli ad essere in crack finanziario. E questo è il più grande sputtanamento per i soggetti che mentivano sapendo di mentire: il fallimento completo dell’ideologia del liberismo sfrenato, dove tutto è merce. Roba da seconda repubblica.
Il problema principale della società odierna è la mancanza di memoria storica, ma anche a breve termine; tutto passa troppo velocemente in un ambiente ormai nella pratica, ostile al ragionamento logico. Tutti gli avvenimenti importanti vengono vissuti in maniera consumistica senza che siano più interiorizzati come esperienza rivolta al futuro. Anche la mancanza di compassione e di empatia è un grave deficit, che come conseguenza ha un irrigidimento interiore che porta al totale disinteresse per “l’altro” che il più delle volte è percepito esclusivamente come possibile nemico, poiché la mancanza di interiorità porta quasi sempre a reagire in modo compulsivo, quindi per “paura”. La paura che si trasforma in discriminazione verso chi è più debole: proprio quello che vogliono i potenti; la guerra tra i poveri che genera la loro ricchezza. Ma la paura sta cambiando campo. Essi si stanno accorgendo di non avere più menzogne da propinare alla gente, quindi stanno cercando di stringere i lacci al collo a ciò che resta della concezione di conquistata vita democratica reale. Il colpo di coda del drago è in arrivo, facciamo provviste, poiché come ama sostenere anche il comico che parla di verità nascoste, Beppe Grillo: “siamo in guerra”. A sarà düra!