Dal punto di vista dei rapporti tra gli stranieri e una parte della società italiana, il 2011 che è appena trascorso è stato un anno conclusosi in modo tragico e vergognoso.
Pensiamo all’episodio accaduto a Torino nel quartiere delle vallette: una ragazza, sedicenne, denuncia una stupro accusandone gli zingari; un gruppo di abitanti “legittimamente esasperati”, credendo di farsi giustizia da sé, incendia un intero campo rom; l’adolescente soltanto in seguito confessa di avere inventato tutto, lo stupro da parte degli zingari non è mai avvenuto, ma ormai la devastazione c’è stata e dopo pochi giorni giorni i telegiornali hanno già “cambiato decisamente argomento”. Pensiamo all’assurdo episodio accaduto a Firenze: due senegalesi uccisi in pieno giorno, al mercato, forse per la “colpa” di essere africani, dai colpi di pistola di Gianluca Casseri, un esaltato neo-fascista che poi con la stessa arma si è suicidato. Sia nel caso di Torino, che in quello di Firenze, tutti condannano l’accaduto dicendo che questi sono episodi estremi, ma società nel suo complesso non è violenta e non è razzista; e riguardo a Firenze è stato detto che l’assassino è stato tale non in quanto razzista ma in quanto pazzo. E in parte questo è vero: non tutti coloro che non sopportano gli immigrati (xenofobia) sono razzisti, termine che esprimerebbe perlomeno una pseudo scienza come erano i razzismi nel XVIII e proseguiti fino al nazifascismo. E non tutti gli xenofobi e i razzisti sono violenti. Ed è in parte vero che anche l’omicidio di Firenze può essere stato l’opera di un pazzo, perché, come diceva qualcuno, chi è pazzo non sempre è scemo; Casseri ha infatti progettato di compiere la sparatoria, non è stato vittima di un “raptus”. Il fatto è che un pazzo, può, però, talvolta essere l’imprevisto catalizzatore di tensioni, malesseri, inquietudini che la società in cui vive ha già in se stessa, anche se normalmente non è con immediatezza e violenza che esse vengono manifestate: la mano del pazzo fa ciò che decine, centinaia o migliaia di persone pensano o dicono con più o meno leggerezza e incoscienza. Episodi molto meno gravi di quelli citati ne possono essere la parziale ed intenzionale causa, poiché il terreno umano in cui nascono è il medesimo anche quando sembrano solo parole o battute di spirito; ecco qualche esempio tratto dal vivo: * l’autobus non riesce a superare il semaforo per colpa di un’auto che gli sta attaccata al fianco destro e il conducente, quando nota la targa dell’auto, borbotta tra se: “Ah rumeno”! Come per dire chi può guidare così male se non un immigrato?! * Due anziani, marito e moglie, chiacchierano tranquilli aspettando che scatti il semaforo. Nel frattempo davanti a loro passa un pullman e proprio in quel momento due ragazzini nordafricani, al massimo di 11-12 anni , attraversano la strada di corsa, rischiando di essere investiti. I due anziani interrompono di colpo la conversazione e brontolano: “guardali vengono qui a fare come a casa loro”! * Pensionati che parlano tra loro sul pullman riguardo a dei tentativi di furto nelle borsette attuati da un gruppo di adolescenti rumeni; dopo un po’ una signora sentenzia: “Torino era un gioiello, adesso per colpa di questa gente è diventata una latrina!” ( a parte che chissà dove esistono le città-gioiello, frasi come queste, guarda caso, erano usate anche cinquant’anni fa riguardo ai meridionali …..) * Nel centro di Porta Palazzo il conducente (meridionale) del tram 16 chiacchiera con una coppia di rumeni (fidanzati o sposati) che probabilmente gli ha chiesto una informazione. Arrivato al semaforo, proprio mentre sta partendo gli attraversa davanti una donna musulmana con un velo bianco che lascia scoperto soltanto il viso, e il tram frena appena in tempo. Il conducente allora credendosi spiritoso dice alla coppia rumena: “vedete voi in Romania ci avete Dracula, noi qui invece ci abbiamo le zombi, le zombine”! (ma quelli con il lenzuolo bianco, poi, non erano i fantasmi?!) * Su un autobus un siciliano anziché sedersi ha posato su un sedile una borsa con dentro dei libri e o delle scatole; una signora lo apostrofa e per dirgli che sta occupando inutilmente un posto gli dice che avrebbe potuto sedersi lui anziché appoggiarvi la borsa; il siciliano cerca di farle capire che anche se si sedesse lui, il posto sarebbe occupato lo stesso, ma lei non vuole sentire ragioni e alla fine gli dice “si vede che lei non è italiano”! E il siciliano: “io sarò anche terrone, ma lei è una cafona piemontese”! “Dulcis in fundo” quest’ultimo episodio è accaduto nell’anno del 150° anniversario dell’unità d’Italia. È vero che la Lega Nord ha avuto e a la sua responsabilità nell’avere “cavalcato” la paura degli immigrati e degli extracomunitari che è diffusa nella società; ma se la paura e la conseguente discriminazione sono frutto dell’ignoranza, e questa a sua volta è frutto del generale disinteresse verso tutto ciò che non è “mio” e strettamente personale, anche di questo disinteresse si può incolpare soltanto un gruppo o un partito politico come la Lega Nord? |