Sessualità ed emozioni
Società
Scritto da Roberto Toso   

Sessualità ed emozioni

di Roberto Toso

La sessualità nasce quando tra due persone c’è attrazione, quando scorre energia tra due esseri umani attraverso lo sguardo e basta un semplice contatto perché l’emozione aumenti creando un’atmosfera magica nell'ambiente circostante. Parlerò della sessualità legata alle emozioni esprimendo quello che è stata la mia esperienza personale nell'ambiente che mi circonda, esperienza maturata anche nel restare in ascolto di ciò che, tra le mie amicizie succedeva. Quali erano i nostri miti, i nostri riferimenti che per certi aspetti abbiamo anche provato a emulare. Vi avviso non sarà nulla di scientifico quello che leggerete ma solo pura e semplice vita vissuta e poi vi “annoierò” con alcune riflessioni sulle emozioni che muovono il mondo interiore di noi esseri umani. La sessualità è un’attrazione che nasce tra le persone di giovane età e come sarà capitato ad ognuno di voi inizia fin da bambini quando il cuore batte più velocemente e lo stomaco ha una sensazione piacevole di solletico. Ricordo quando, in quinta elementare, ho provato per la prima volta quelle sensazioni; era molto piacevole emozionarsi e avere la speranza che la mia compagna di classe provasse le stesse sensazioni guardandomi e pensandomi. Dolce è stato scoprire che la mia speranza non era vana. Man mano che crescono

la sessualità si affina e gli esseri umani mettono in atto tecniche di seduzione perché sono innamorati e vogliono far uscire questo amore che provano donandolo ai propri simili. L'esperienza che ne scaturisce non è finalizzata al solo rapporto sessuale, va verso il provare emozioni di felicità, di fiducia verso il prossimo, di “appartenenza” emotiva e di amore per la persona con la quale abbiamo dato seguito alla nostra sessualità. La sessualità rimane viva in noi e si fa accompagnare dalle emozioni che proviamo quando amiamo. Teniamo presente che gli esseri umani amano, quindi provano emozioni, non solo verso altre persone, ma anche verso il mondo che li circonda. L'amore è così grande dentro il cuore delle persone che ha continuamente bisogno di trovare nuove forme per esprimersi. Ed ecco che gli esseri umani hanno trovato, nell'arte, nella musica, nella poesia, nella pittura, nella scultura e nella fotografia gli strumenti per manifestare il loro amore per la vita e le loro sensazioni verso di essa. Immaginate un pittore di fronte al mondo che lo circonda con un pennello e dei colori; noterete che egli non trasferirà sulla tela solo i colori che vede, a formare delle immagini ma anche le emozioni, le sensazioni che la sua mano, attraverso il pennello imprime sulla tela.

Immaginate di essere in luogo che non avete mai visto e di avere con voi una macchina fotografica; farete foto a tutto ciò che vi genera un'emozione. Tutto, secondo me, funziona bene se amando non lo accostiamo al possesso di chi o di ciò che amiamo. Se quando amiamo non siamo egoisti e l'amore che diamo non è solo una questione di calcolo, non saremo portati ad aspettarci qualcosa in cambio. Amare la vita in ogni sua forma è un ottimo modo di porsi verso la vita stessa e verso gli altri. Un dono che gli esseri umani hanno, se sanno ascoltare se stessi, è quello di saper generare un clima positivo nell'ambiente in cui vivono. Ascoltare se stessi vuol dire sentire cosa conta veramente nella vita e, potrà sembrarvi straordinario, ma ciò che sentirete sarà la necessità di amare e di essere amati.


Cavolo, ma allora se tutti facessimo così potremmo dire addio alle guerre, alla sofferenza, alla discriminazione di chi non appartiene alla nostra cultura e non rispetta le nostre tradizioni. Provate solo ad immaginare se sul pianeta in cui viviamo le persone sentissero le une verso le altre questo sentimento, l'egoismo non esisterebbe, il senso di appartenenza ad un determinato luogo non creerebbe la necessità di possedere quel luogo e di gestirlo come se fosse una proprietà privata dove gli altri entrano solo se io do loro il permesso. Mi sono posto una domanda arrivato a questo punto: “Se questa è la situazione ideale per tutta l'umanità, come si può arrivare ad averla e sopratutto da dove si parte?”. Si può partire cambiando il nostro atteggiamento verso gli altri nel luogo in cui viviamo. Per cambiare le regole all'interno di una società complessa come la nostra più delle parole funzionano le azioni. Quelle azioni che possiamo compiere in prima persona rivolte agli altri quando ci relazioniamo con loro.

Per iniziare potremmo riconciliarci con le persone verso le quali proviamo risentimento e con le quali sentiamo di avere “un conto in sospeso”. Riconciliarsi significa essere in pace con noi stessi prima di esserlo verso chi ci ha fatto provare un sentimento negativo. Posso fare molti esempi di riconciliazione verso i popoli e tra i popoli ma accennerò solo alla Siria, dove posare le armi a terra e cessare le ostilità farebbe cessare la sofferenza alle persone che lottano fino alla morte perché il loro punto di vista prevalga. Prendersi la responsabilità di un cambiamento positivo è molto impegnativo, ma lo è ancora di più non prendersi questa responsabilità e fuggire sperando che altri facciamo anche per noi quello che noi pensiamo di non poter fare. Avere fiducia in se stessi senza pensare a quando raggiungerò l'obiettivo prefissato è un buon modo per percorrere la strada del cambiamento.

Non dimentico l'Italia tra i luoghi ove le persone hanno bisogno di riconciliarsi le une con le altre per mettere al bando la violenza nei pensieri, nei sentimenti e nelle azioni che molto spesso ci spingono a non trattare gli altri come vorremmo essere trattati. Pensando a noi stessi immagino che tutti abbiano chiaro il sentimento di discriminazione rivolto alle persone di nazionalità straniera, come se non si trattasse di esseri umani degni di vivere al nostro fianco. Pretendiamo di controllare le loro vite e sembra quasi che proviamo un segreto piacere nel generare loro sofferenza quando mettiamo regole e paletti per rendere la loro vita più difficile. Questo tipo di atteggiamento lo usiamo anche tra di noi, perché la discriminazione che mettiamo in atto non discrimina nessuno. Amare gli altri e trattarli come vorremmo essere trattati è la via (oserei definirla corsa ad ostacoli) che possiamo percorrere per vivere insieme come esseri umani.