La corruzione nella chiesa cattolica Stampa
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La storia dell’umanità è segnata dalla corruzione a causa della volontà degli esseri umani di ottenere privilegi per se stessi o per la propria classe sociale di appartenenza. Da questo fenomeno, presente ancora oggi, non è immune neanche la Chiesa Cattolica, resasi per questo attrice di svariati episodi di violenza. Nel passato, e più precisamente nel periodo della “Santa Inquisizione”, stabilita con il concilio di Verona nel 1184 da Papa Lucio III e da Federico Barbarossa, la Chiesa Cattolica indagava e puniva, attraverso un apposito tribunale, i sostenitori di teorie contrarie al proprio credo. La complicità delle varie corti permise alla Chiesa di far modificare la “Santa Inquisizione” da Papa Innocenzo III, da Onofrio III e da Gregorio IX, con il solo scopo di poter reprimere i movimenti Catari, manichei e valdesi e di controllare i vari movimenti spirituali esistenti.

Nel 1252, poi, Innocenzo IV autorizzò l’uso della tortura, mentre Giovanni XXII estese i poteri dell’Inquisizione nella lotta contro la stregoneria. Altri cambiamenti significativi furono apportati da Papa Paolo III che nel 1542 istituì l’Inquisizione romana denominata “Congregazione della sacra, romana e universale Inquisizione del santo uffizio”, destinata a combattere la Riforma protestante. Due grandi modifiche furono apportate all’inquisizione: la prima nel 1908 ad opera di Papa Pio IX che cambiò il nome in “Sacra Congregazione del Santo Offizio”, la seconda con il Concilio Vaticano II, durante il papato di Paolo VI nel 1965 che la denominò “Congregazione per la dottrina della fede”. Durante tutto questo lungo periodo, la Chiesa ha avuto come obiettivo quello di perseguire gli eretici, cioè coloro che avversavano i dogmi della religione cattolica. L’autorità dell’Inquisizione si estendeva al di sopra di qualunque altro potere, e collaborava con il potere civile, coinvolgendo gli stessi regnanti. La ferocia cattolica si era già espressa in passato, attraverso le Crociate, per sottomettere i popoli sfuggiti all’egemonia del movimento religioso cristiano, ed il suo naturale prosieguo, erede delle stesse nefandezze non poteva altro che esprimersi con l’istituzione della Santa inquisizione. Molti dei possedimenti che per secoli sono appartenuti alla Chiesa, sono stati estorti ai loro legittimi proprietari proprio grazie all’uso della tortura dei tribunali dell’Inquisizione.

 

Nel Marzo del 2000 Papa Wojtila ha riconosciuto il male prodotto dalla crudeltà di questi tribunali, pronunciando la “richiesta di perdono” per i mali inferti dalla Chiesa all’Umanità nel corso dei secoli. Le scuse pubbliche del Papa si conclusero con “mea culpa” per le vittime della Santa Inquisizione e per l’intolleranza e la violenza dimostrate dai tribunali ecclesiastici della Santa Inquisizione. Chissà se la Chiesa con questa richiesta di perdono avrà fatto un cambiamento interiore tra i suoi predicatori e non userà più strumenti come la Santa Inquisizione per modificare la coscienza di un essere umano. Temo che quei tempi non siano ancora finiti e la Chiesa vada avanti nel suo operato: possiede ingenti somme di denaro sulle quali non paga le tasse, ha beni immobili attraverso i quali raccoglie denaro e sui quali non paga tasse come l’IMU e la tassa sui redditi. Fa opere di bene, ma per quelle i fedeli non versano forse l’8 per mille? Userò le parole di Don Salvatore Lazzara prese da un suo articolo del 9 aprile 2012: “… In questi ultimi anni, abbiamo visto come la corruzione del peccato e la facilità dei costumi, hanno portato i membri della Chiesa ad assumere atteggiamenti borghesi che sono sfociati nella pedofilia ed in tanti altri comportamenti moralmente ed eticamente lontani dall’insegnamento del Vangelo. Quanti credenti a causa di questa contro testimonianza si sono allontanati dall’ovile, dalla vigna del Signore...”

Parleremo ancora di questo argomento per il quale, in questo articolo abbiamo dato riferimenti storici che ognuno può approfondire. Ci sembra giusto cercare la violenza dove essa si cela e rendere consapevoli le persone affinché la riconoscano nelle azioni di quelle persone apparentemente in buona fede.