Contraddizioni mentali nel sistema di “Matrix” |
Società |
Scritto da Sergio Lion |
In “Matrix”, la famosa trilogia filmografica di pochi anni fa, si poteva vedere il protagonista “Neo” che veniva messo nella condizione di dover prendere una decisione: “pillola rossa o pillola blu”! Continuare la vita in totale routine con un senso solo al proprio ego, oppure vedere qualcosa di più, agendo per il bene comune? A volte mi sembra di essere in “Matrix” quando salgo e scendo le scale mobili della metrò cittadina... siamo tutti uguali, con problemi diversi, inseriti nella vita quotidiana, avanti ed indietro, su e giù.
Difficile al giorno d’oggi avere un’opinione diversa dalla maggioranza. Era difficile anche prima, nelle epoche passate, poiché l’arte di diffamare, e quindi di nuocere a chi non è della opinione dominante (quale può essere l’opinione dominante se non quella che presume il proprio ego riflesso nei soli interessi materiali e di facciata... quella che funziona pressappoco “lo fanno tutti, quindi lo faccio pure io”?) è un’abitudine che ha le proprie radici negli albori del mondo. Naturalmente e fortunatamente non tutti hanno le stesse abitudini! Un vecchio proverbio Sarawi dice: “chi guarda solo con gli occhi è cieco”, un vecchio passo del vangelo cristiano dice: “avete occhi e non vedete, avete orecchie e non sentite”. Attualmente la situazione politica nel mondo è in rapido mutamento; pochi anni fa veniva abbattuto il muro di Berlino, che teneva letteralmente segregate milioni di persone con la scusa del socialismo reale. Quando queste persone cercavano di varcare la barricata, venivano uccise senza pietà dalle guardie di frontiera. Un po’ la situazione che si riflette oggi in molte zone di confine; anche in quelle denominate e autodefinitesi “democratiche e liberali”. Si diceva che “più benessere” avrebbe migliorato la vita di tutti. Ma chi sono in realtà “tutti”? Saranno forse tutti gli esseri umani nel mondo? Saranno gli abitanti del Suriname? Quelli dello Swaziland? Quelli italiani o i bhutanesi? In realtà se fosse in auge una globalizzazione equa, allora la ricchezza sarebbe realmente di tutti gli esseri umani, ed è qui che viene a galla la mezza verità (od ossimoro) che i potenti nel loro linguaggio usano per dire tutto ed il contrario di tutto, per mettere in difficoltà chi, ancora tra il gran rumore cerca la verità nascosta come un ago in un pagliaio, nel totale ed increscioso “silenzio assordante” (altro ossimoro) circostante. Nei secoli passati l’umanità aveva anch’essa i propri idoli: nella mitologia greca troviamo ad esempio Demetra, la Madre Terra o Madre Dispensatrice. Ancora nella mitologia ed anche religione greca, Era o Hera, era una delle divinità più importanti, patrona del matrimonio e del parto. Figlia di Crono e Rea, sorella e moglie di Zeus, era considerata la sovrana dell’Olimpo. Nella religione romana, Cerere era la divinità materna della Terra e della fertilità: Dea della nascita, poiché tutti i fiori, la frutta e tutti gli esseri viventi erano ritenuti suoi doni. Gli antichi Egizi avevano la Dea Iside o Isis (in lingua egiziana Aset, ossia Trono). Dea della maternità e della fertilità nella religione e mitologia. Divinità di origine celeste, associata alla regalità. La Dea Iside era venerata anche nell’antica Benevento, dove l’imperatore Domiziano fece erigere un tempio in suo onore. Le sacerdotesse della Dea vestivano di solito in bianco e si adornavano di fiori; a Roma probabilmente a causa dell’influenza del culto autoctono di Vesta, dedicavano talvolta la loro castità alla Dea Iside. La decadenza nel Mediterraneo del culto di Iside fu per lo più determinata dall’avvento di nuove religioni, quali lo stesso Cristianesimo. Esistono tratti comuni nell’iconografia relativa a queste due figure, ed è ragionevole supporre che già l’arte paleocristiana si sia ispirata alla raffigurazione classica di Iside per rappresentare la figura di Maria la comunanza in vari dipinti si ritrova per esempio nei tratti delicati ed eterei, nel tenere entrambe in braccio un infante, che è Gesù Bambino nel caso della Madonna ed Horus per Iside. Ancora, con il primo vero affermarsi del Cristianesimo nell’Impero Romano, sotto imperatori come Costantino I e Teodosio I e con il conseguente rifiuto e persecuzione delle altre religioni a Roma e nei domini, il fatto che vari templi consacrati ad Iside siano stati riadattati e consacrati come basiliche dedicate alla Vergine, così come a volte modificati i dipinti e le opere raffiguranti la dea egiziana, ha sicuramente aiutato l’accomunarsi delle due figure a livello iconografico. Detto questo, sorge spontanea la domanda: Qual è l’attuale “figura di riferimento” dell’odierna nostra società? Esiste una qualche forma di “mitologia” alla quale fare riferimento? è lecito quantunque fare un qualche riferimento a qualsivoglia figura “mitologica”? Oppure siamo in una condizione tale da relegare tutto il passato ed il presente esclusivamente nella logica comportamentale del totale relativismo o nella forma più radicale “relativismo etico sofistico” dove non solo non esiste una verità assolutamente valida, ma l’unico metro di valutazione diviene l’individuo: per ciascuno è vera solamente la propria percezione soggettiva. Analogamente tale visione relativistica del mondo viene applicata al campo dell’etica. Non esistono azioni buone o cattive in sé. Personalmente considero questa ultima forma di pensiero, una forma fredda ed asettica, che contraddice se stessa, in quanto seguendo tale “forma mentis”, non sono assolutamente più tenute in considerazione tutte le filosofie etiche del passato, che si vanno a studiare senza tregua, definendole Cultura. |