Apolidi pensieri e divagazioni libere |
Società |
Scritto da Sergio Lion |
embrerà strano, ma ci sono almeno 3 modi per voltare lo
sguardo dal vortice della realtà presente, verso quello
del passato, magari imperfetto. Primo: guardare le
stelle di notte ed accorgersi di aver ammirato una luce
che è partita milioni di anni fa, “in barba” alle
iniquità umane; secondo: sedersi su un treno in senso
contrario alla marcia guardando dal finestrino un
panorama che è ormai stato lasciato indietro a gran
velocità, e per ultimo, sempre che abbia nevicato
davvero tanto, dopo aver camminato con scarponi pesanti,
girarsi e vedere le proprie orme ben marcate nella
neve... il proprio cammino, ma siccome si dice in giro
che “acqua passata non macina più”, ora cambiamo
discorso...
Proviamo a chiedere ad un ragazzo di vent’anni che viva
in una grande città di spiegare la storia della sua
città, il nome dei monti che la circondano; oppure il
nome di tutti i fiumi e degli eventuali laghi nelle
vicinanze. Chiediamogli poi quali sono i frutti di
stagione, e quali sono i periodi della semina e dei
raccolti di frutta e verdura. Sono sicuro che per almeno
l’80% degli intervistati assisteremmo ad una umiliante
scena muta. Proviamo ora a chiedere agli stessi ragazzi
il risultato della partita di campionato inglese del 9
agosto 2009 tra Chelsea e Manchester United disputata a
Londra! Il nome dell’arbitro e dei marcatori! Sono
sicuro che il risultato dell’intervista sarebbe
l’inverso! Cioè che il 20% degli intervistati sarebbe
colto in un flagrante silenzio da ignoranza abissale...
Ora proviamo a chiedere a ragazzi e ragazze viventi in
campagna le stesse cose. Senza dare per scontato che
non sappiano ancor meglio e a memoria anche i nomi e i
codici fiscali dei guardalinee e dei raccattapalle dello
stesso match, probabilmente l’80 o 90% di loro saprebbe
anche rispondere a molte delle domande sul loro
territorio e sulla storia del luogo in cui vivono;
questo perché essi ancora oggi sono in contatto diretto
con la natura ed i suoi ritmi, che per l’essere umano
sono e restano basilari.
Detto questo, è chiaro che in una situazione di
ipotetica emergenza, nella quale bisognerebbe far fronte
ai mille problemi di tutti i giorni, il “sapere tutto”
sul calcio oppure ogni particolare sulla Borsa di Milano
del titolo “Vattelapesca”, si rivelerebbe del tutto
inutile e privo di senso; mentre conoscere il
territorio, sapere il nome degli alberi da frutto e
conoscere i frutti di stagione e il loro periodo di
semina (calendario lunare: quanti lo conoscono?)
potrebbe salvare la vita, per se stessi e per i propri
congiunti.
Lo stesso dicasi per chi va a dire in giro che Dio non
esiste (e qui entra esclusivamente un mio pensiero
personale) poiché in tempo di crisi, quando i denari
messi da parte cominciano a finire, molti si uccidono,
gridando forte che la loro vita non vale molto di più
del denaro che hanno perso. Costoro nel loro dolore
forse pensavano che il sudario avesse tasche? E qui mi
rifaccio ad una citazione molto bella del nuovo
Pontefice Francesco durante una delle sue prime Messe.
È un discorso complicato, la sofferenza di una persona
che vede scomparire tutto il frutto materiale del suo
sacrificio terreno, può cadere in uno stato di
depressione tale da compiere atti estremi di
autolesionismo; tutto ciò penso che possa essere il
“frutto avvelenato” della società iper consumistica, che
si è chiusa in una sorta di eccessivo egoistico
individualismo, che mentre fa credere ad ognuno che “il
pensare solo per sè” sia la soluzione migliore,
dall’altra parte relega la persona in una condizione di
assoluto isolamento nei confronti del suo “prossimo”,
rendendola potenzialmente più vulnerabile in caso di
bisogno. È anche vero che però la nostra società si basa
sul volontariato e che se non fosse per esso, la
“struttura” della convivenza civile crollerebbe
all’istante. In effetti non riesco ora a comprendere la
ragione per la quale, una società basata pressochè sul
volontariato, allo stesso tempo sia cosi menefreghista
ed assente nei temi sociali-politici-economici! Provando
a rispondere a questo quesito mi viene in mente una
possibile risposta: Sarà mica che una metà di
popolazione è attenta ai bisogni dell’altra metà
menefreghista? Chi può dirlo, se non per ipotesi?!
Guardando i telegiornali, si viene a conoscenza del più
infimo e del più becero lato oscuro dell’umanità. Del
resto i telegiornali fanno vedere esclusivamente le
notizie negative; quelle che secondo loro fanno più
audience. Poche sono le notizie di carattere positivo
che “passano” nel piccolo schermo. Poche, poiché non
sono reputate notizie interessanti. Non fanno ascolti,
la gente si disinteressa più facilmente.
Eppure io ricordo un’episodio nel quale, durante un
serial/telegiornale, un papà ligure veniva intervistato
dal giornalista di turno riguardo la tragedia che gli
era capitata. Questo papà stava raccontando del suo
figlio morto in seguito ad un incidente causato da un
pirata della strada. Il giornalista pennivendolo si
affrettava a ribadire che tale “pirata” era straniero,
ma il padre nel suo dolore stava esprimendo parole dure,
serie ma, attenzione attenzione senza odio! Senza odio
lui parlava di perdono! Beh, il finale della storia è
che nessuno dei media si è interessato più di lui e
della sua tragedia nei giorni successivi! Nulla di nulla
si è più saputo! Non sia mai che possa passare in fascia
protetta qualcuno che parla con fermezza ma anche con
una forza d’animo prorompente che regala un po di
perdono! No, non sarebbe attinente con gli standard
dell’informazione italiana. A mio giudizio è
assolutamente imperativo oltre che urgente continuare ad
informarsi, leggere in maniera indipendente, sviluppando
così uno spiccato senso critico.
I governanti della nostra società (che si auto ritiene
il gendarme più potente del mondo) danno più importanza
ai progetti spaziali della Nasa, piuttosto che
promuovere politiche di sostegno e di sviluppo del
“terzo mondo” annullando il debito estero; danno più
importanza a sviluppare, ad esempio, l’ingegneria
robotica piuttosto che salvaguardare i diritti
elementari dell’essere umano come la famiglia che è la
prima cellula della società.
La famiglia è la prima risorsa della società, ma non
viene tenuta in considerazione; anzi la tendenza attuale
sembra quella di una destrutturazione di tale cellula.
Questo si vede chiaramente nella condizione della donna,
discriminata sopprattutto nel mondo del lavoro perché
“costretta” a seguire la vita del nuovo essere umano,
quando invece, oggi più che mai costa caro dare ciò che
serve ad un nuovo membro della società e stanno sparendo
le strutture pubbliche che dovrebbero sostenere la
famiglia.
Sembra quasi che colui che discrimina sia nato da un
cammello piuttosto che da una donna. Se una donna non lo
avesse messo al mondo, il mondo sarebbe ahimè privo
della sua azienda. Con tutto il rispetto per i cammelli.
A sarà dura.
Sembrerà strano, ma ci sono almeno 3 modi per voltare lo sguardo dal vortice della realtà presente, verso quello del passato, magari imperfetto. Primo: guardare le stelle di notte ed accorgersi di aver ammirato una luce che è partita milioni di anni fa, “in barba” alle iniquità umane; secondo: sedersi su un treno in senso contrario alla marcia guardando dal finestrino un panorama che è ormai stato lasciato indietro a gran velocità, e per ultimo, sempre che abbia nevicato davvero tanto, dopo aver camminato con scarponi pesanti, girarsi e vedere le proprie orme ben marcate nella neve... il proprio cammino, ma siccome si dice in giro che “acqua passata non macina più”, ora cambiamo discorso...Proviamo a chiedere ad un ragazzo di vent’anni che viva in una grande città di spiegare la storia della sua città, il nome dei monti che la circondano; oppure il nome di tutti i fiumi e degli eventuali laghi nelle vicinanze. Chiediamogli poi quali sono i frutti di stagione, e quali sono i periodi della semina e dei raccolti di frutta e verdura. Sono sicuro che per almeno l’80% degli intervistati assisteremmo ad una umiliante scena muta. Proviamo ora a chiedere agli stessi ragazzi il risultato della partita di campionato inglese del 9 agosto 2009 tra Chelsea e Manchester United disputata a Londra! Il nome dell’arbitro e dei marcatori! Sono sicuro che il risultato dell’intervista sarebbe l’inverso! Cioè che il 20% degli intervistati sarebbe colto in un flagrante silenzio da ignoranza abissale... Ora proviamo a chiedere a ragazzi e ragazze viventi in campagna le stesse cose. Senza dare per scontato che non sappiano ancor meglio e a memoria anche i nomi e i codici fiscali dei guardalinee e dei raccattapalle dello stesso match, probabilmente l’80 o 90% di loro saprebbe anche rispondere a molte delle domande sul loro territorio e sulla storia del luogo in cui vivono; questo perché essi ancora oggi sono in contatto diretto con la natura ed i suoi ritmi, che per l’essere umano sono e restano basilari.Detto questo, è chiaro che in una situazione di ipotetica emergenza, nella quale bisognerebbe far fronte ai mille problemi di tutti i giorni, il “sapere tutto” sul calcio oppure ogni particolare sulla Borsa di Milano del titolo “Vattelapesca”, si rivelerebbe del tutto inutile e privo di senso; mentre conoscere il territorio, sapere il nome degli alberi da frutto e conoscere i frutti di stagione e il loro periodo di semina (calendario lunare: quanti lo conoscono?) potrebbe salvare la vita, per se stessi e per i propri congiunti.Lo stesso dicasi per chi va a dire in giro che Dio non esiste (e qui entra esclusivamente un mio pensiero personale) poiché in tempo di crisi, quando i denari messi da parte cominciano a finire, molti si uccidono, gridando forte che la loro vita non vale molto di più del denaro che hanno perso. Costoro nel loro dolore forse pensavano che il sudario avesse tasche? E qui mi rifaccio ad una citazione molto bella del nuovo Pontefice Francesco durante una delle sue prime Messe. È un discorso complicato, la sofferenza di una persona che vede scomparire tutto il frutto materiale del suo sacrificio terreno, può cadere in uno stato di depressione tale da compiere atti estremi di autolesionismo; tutto ciò penso che possa essere il “frutto avvelenato” della società iper consumistica, che si è chiusa in una sorta di eccessivo egoistico individualismo, che mentre fa credere ad ognuno che “il pensare solo per sè” sia la soluzione migliore, dall’altra parte relega la persona in una condizione di assoluto isolamento nei confronti del suo “prossimo”, rendendola potenzialmente più vulnerabile in caso di bisogno. È anche vero che però la nostra società si basa sul volontariato e che se non fosse per esso, la “struttura” della convivenza civile crollerebbe all’istante. In effetti non riesco ora a comprendere la ragione per la quale, una società basata pressochè sul volontariato, allo stesso tempo sia cosi menefreghista ed assente nei temi sociali-politici-economici! Provando a rispondere a questo quesito mi viene in mente una possibile risposta: Sarà mica che una metà di popolazione è attenta ai bisogni dell’altra metà menefreghista? Chi può dirlo, se non per ipotesi?! Guardando i telegiornali, si viene a conoscenza del più infimo e del più becero lato oscuro dell’umanità. Del resto i telegiornali fanno vedere esclusivamente le notizie negative; quelle che secondo loro fanno più audience. Poche sono le notizie di carattere positivo che “passano” nel piccolo schermo. Poche, poiché non sono reputate notizie interessanti. Non fanno ascolti, la gente si disinteressa più facilmente. Eppure io ricordo un’episodio nel quale, durante un serial/telegiornale, un papà ligure veniva intervistato dal giornalista di turno riguardo la tragedia che gli era capitata. Questo papà stava raccontando del suo figlio morto in seguito ad un incidente causato da un pirata della strada. Il giornalista pennivendolo si affrettava a ribadire che tale “pirata” era straniero, ma il padre nel suo dolore stava esprimendo parole dure, serie ma, attenzione attenzione senza odio! Senza odio lui parlava di perdono! Beh, il finale della storia è che nessuno dei media si è interessato più di lui e della sua tragedia nei giorni successivi! Nulla di nulla si è più saputo! Non sia mai che possa passare in fascia protetta qualcuno che parla con fermezza ma anche con una forza d’animo prorompente che regala un po di perdono! No, non sarebbe attinente con gli standard dell’informazione italiana. A mio giudizio è assolutamente imperativo oltre che urgente continuare ad informarsi, leggere in maniera indipendente, sviluppando così uno spiccato senso critico. I governanti della nostra società (che si auto ritiene il gendarme più potente del mondo) danno più importanza ai progetti spaziali della Nasa, piuttosto che promuovere politiche di sostegno e di sviluppo del “terzo mondo” annullando il debito estero; danno più importanza a sviluppare, ad esempio, l’ingegneria robotica piuttosto che salvaguardare i diritti elementari dell’essere umano come la famiglia che è la prima cellula della società.La famiglia è la prima risorsa della società, ma non viene tenuta in considerazione; anzi la tendenza attuale sembra quella di una destrutturazione di tale cellula. Questo si vede chiaramente nella condizione della donna, discriminata sopprattutto nel mondo del lavoro perché “costretta” a seguire la vita del nuovo essere umano, quando invece, oggi più che mai costa caro dare ciò che serve ad un nuovo membro della società e stanno sparendo le strutture pubbliche che dovrebbero sostenere la famiglia. Sembra quasi che colui che discrimina sia nato da un cammello piuttosto che da una donna. Se una donna non lo avesse messo al mondo, il mondo sarebbe ahimè privo della sua azienda. Con tutto il rispetto per i cammelli.A sarà dura.
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