Io, Yoani Sanchez e i diritti umani
Società
Scritto da Roberto Toso   

Circa tre anni fa ho iniziato a leggere notizie brevi sulla stampa di questa giovane donna che lottava per la democrazia e denunciava le violazioni dei diritti umani nel suo paese. Ho provato ammirazione per una persona che, pur vivendo in condizioni più difficili rispetto alle mie, non ha mai rinunciato a lottare per qualcosa in cui crede

. Ho iniziato ha visitare il suo blog, che a volte veniva oscurato, dal governo del paese per impedire che le informazioni senza censura valicassero i confini di Cuba. Ammetto che leggere in spagnolo mi è molto difficile per cui facevo tradurre dal blog  stesso le pagine in italiano, ma le informazioni non era riportate come sull’originale e così mi sono sforzato di tradurre da solo quello che leggevo. La prima cosa che scopri di una persona che vuoi conoscere sono le sue origini, la sua età, gli studi che ha fatto. Partiamo da un cosa molto semplice il suo nome completo: Yoani Maria Sanchez Corsero, seguito dalla sua data di nascita che il 4 settembre 1975.

Conoscendola meglio, quasi avessi la possibilità di leggere il suo diario, ho scoperto che si è laureata in filologia nel 2000 all’università dell’Avana e che nel 2002 è emigrata nella Svizzera tedesca per imparare la lingua e l’utilizzo di internet (stava già progettando l’apertura del blog). Nel 2004 rientra a Cuba e nei due anni successivi progetta un blog sponsorizzato da una ditta web tedesca e nell’aprile del 2007 apre il suo blog generazione Y. Da qui inizia a descrivere la vita di Cuba caratterizzata da un tono critico nei confronti del governo. Il 6 novembre del 2009 fa seguire le parole ai fatti manifestando contro la violenza, venendo arrestata nel tragitto che la portava alla manifestazione assieme ad altri blogger suoi amici. Tutti loro, come racconteranno sia sul blog che attraverso twitter, subiranno abusi verbali e pesanti percosse. La voglia di continuare a lottare spesso ti viene proprio quando ti senti minacciata nella tua libertà deve aver pensato Yoani, perché la sua disobbedienza civile continua e viene segnata da alcune iniziative importanti.

Il 1° gennaio 2011 viene pubblicato online il film documentario “Wishes on a Falling Star” che mostra gli aspetti meno visibili della vita dei cubani commentata da una lunga intervista rilasciata dalla Sanchez in via esclusiva. Il 5 ottobre 2012 viene fermata a Cuba e portata in un appartamento di Bayamo dalla polizia cubana, dove viene interrogata (e rilasciata dopo 24 ore). Con altri attivisti era intenzionata a seguire il processo al giovane politico spagnolo Angel Carromero, autista e amico del dissidente cubano Oswaldo Paya (Carromero è processato e condannato – e rimandato in Spagna – con l’accusa di avere provocato la morte di Paya in un incidente stradale a Cuba). Nel febbraio 2013, Yoani Sanchez, dopo avere ottenuto un nuovo passaporto cubano, è partita in aereo dall’Avana per un “giro del mondo in 80 giorni”), ospite di ricchi editori anticastristi (e contestata da giovani militanti filocastristi in ogni paese dove essa si è recata). Il 28 aprile del 2013, ospite al Festival del giornalismo di Perugia subisce delle contestazioni verso il suo operato: dopo la presentazione da parte di Mario Calabresi, un gruppo di circa trenta manifestanti filocastristi sale sul palco con bandiere e volantini lanciati in aria, a loro volta contestati da alcuni anticastristi presenti nel pubblico. La contestazione si è protratta per dieci minuti, nei quali è stata intonata Bella Ciao da parte dei contestatori. Nel suo viaggio approda anche a Torino al circolo dei lettori (29/04/2013) dove presenta il suo secondo libro (In attesa della primavera); avrei voluto partecipare per poterla conoscere e poter dialogare con lei ma credo che le scriverò, in fondo sto imparando lo spagnolo, per cui non mi dovrebbe essere difficile parlare con lei. Chissà che la prossima volta che verrà a Torino non possa essere invitata da Convergenza delle Culture di cui Conexión è la voce.