La nottata è passata |
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La guerra nutre se stessa. Tale citazione dello storico Tito Livio, riferita a Catone il Vecchio detto il Censore, racchiude una profonda conoscenza della realtà. Infatti è evidente dall’osservazione del mondo, che ogni atto violento ne fomenta un altro con un susseguirsi atroce e spesso crescente,
che talvolta accelera bruscamente e divampa. Non sempre la reazione s’indirizza ai soggetti ritenuti, fondatamente o meno, iniziatori di violenza o di ingiustizia: talvolta esplode verso obiettivi diversi da quello primario, obiettivi che l’aggressore accomuna, per anomalia di giudizio o furore incontrollato. Tale circostanza è spesso l’appendice spaventosa e aberrante di una reazione aggressiva. Anche l’aggressività verbale, la maleducazione dannosa, la disonestà intellettuale, benché esercitate in ambiti ristretti o in qualsivoglia gruppo sociale, sono forme di violenza, ritenute spesso minori.
è altresì evidente, e il nostro ordinamento giuridico recepisce tale evidenza, che la legittima difesa può essere necessaria, ancorché la storia ci abbia dato esempi di azione nonviolenta e vincenti (due fra tanti: l’azione complessiva di Gandhi e, in forma episodica ma significativa, l’originalissima difesa del Regno di Sardegna dagli Austriaci, nel maggio del 1859 ad opera dell’ ing. Noè e delle popolazioni del vercellese coinvolte, citato su questo periodico al n. 49, a firma Daniela Brina). Da tutto ciò sorge evidente la necessità di un’azione di diffusione dei valori della nonviolenza. Tale azione va accompagnata dalla ricerca e promozione della giustizia, dalla lotta pacifica ma ferma all’ ignobile indifferenza, alla dolosa o colposa disattenzione verso il prossimo, l’ambiente, la società, la propria dignità. Importante è altresì la cura dall’evoluzione personale mirante alla condivisione, alla serenità, alla sublimazione dell’aggressività. Per tali aspetti il Movimento Umanista si pone come baluardo primario nel mondo, per i valori della non violenza e per quanto ad essa connesso. Chiunque condivida questi pensieri o intenda iniziare un percorso di analoghi obiettivi dovrebbe avvicinarsi al Movimento, anche come attività parallela ad altre possibili. I temi anzidetti sono essenziali, ma nel concreto le avventure del pensiero e dell’azione umana si manifestano in mille varianti, benché tutte accomunate e riconducibili a una tematica universale. Le varianti sono dunque i temi che l’impegno civile ci impone di affrontare, quali cittadini italiani, quali abitanti del mondo e dell’infinito universo. Nello specifico di alcuni di questi temi ho trattato nei numeri precedenti di Conexion, quelli connessi al federalismo all’italiana, con le sue incomprese nefaste conseguenze. Ma gli orizzonti tendono ad allargarsi e l’attenzione a focalizzare su altri aspetti, con le problematiche da ben comprendere e le proposte di soluzioni possibili. Dopo l’Antifederalista ho scelto dunque il titolo fisso La Nottata è Passata. Intendo dire che l’alba di un nuovo giorno può illuminare il nostro futuro. La nottata è passata perché sono recentemente cambiate alcune cose in Italia. Il pessimista vede una difficoltà in ogni opportunità, l’ottimista vede un’opportunità in ogni difficoltà. Provo dunque a considerare che vi siano nuove forze politiche nel Paese che potrebbero evolvere in una forma più partecipativa e razionale in termini di qualità della proposta politica e sto pensando al M5S. Per l’IDV auguro che i recenti insuccessi ispirino un grandissimo rinnovamento politico e ideo-logico, un’evoluzione positiva della dirigenza e delle alleanze politiche. Auspico finalmente la nascita in Italia di una grande forza liberaldemocratica ma fondata sul senso dello Stato, d’ispirazione cavouriana e a livello internazionale connessa, a titolo d’esempio, alle interessanti posizioni espresse dal ticinese Franco Marinotti e dalla forza politica di sua appartenenza; per inciso, v’è da considerare che in Svizzera si è comunque sostenuti dalla splendida Costituzione del 1999, un livello raggiunto di grande civiltà. Aggiungo che in Italia una forza politica liberaldemocratica nel senso anzidetto, mi pare sia da molto tempo inesistente. Spero che i tormenti nel PD portino all’affermazione delle necessarie correzioni, promosse dal gruppo dirigente che ha portato se non alla vittoria piena, alla non sconfitta alle recenti elezioni. V’è una maggioranza di coalizione alla Camera, rispetto alle minoranze del M5S e del PDL; al Senato nuovi equilibri potrebbero avviare un percorso virtuoso per il Paese, se solo si scegliessero le migliori, razionali e concrete linee guida. Oppure che l’attuale maggioranza rafforzi l’efficacia che ha già per più aspetti ben dimostrato. E spero soprattutto che il senso dello Stato quale garante del bene comune, che i valori della legalità, della solidarietà nazionale e internazionale, l’impulso ad una globalizzazione cooperativa e non predatoria, l’azione ispirata da un’utopia critica, un ecumenismo religioso nel solco di un rinnovato umanesimo, dell’integrazione e valorizzazione di popoli ed etnie nella reciprocità di diritti e doveri, un generalizzato riequilibrio planetario per la salvaguardia delle condizioni di vita nella Terra, trovino finalmente vigore ovunque e non di meno nel nostro Paese; un vigore che ha pur saputo dimostrare, espandere e trasmettere in qualche passo della sua ormai lunga esistenza o in qualche individualità. Con il realizzarsi di questi obiettivi troverebbe fertilità anche la nonviolenza, tema con cui ho iniziato l’attuale intervento mensile su Conexión. |