La dignità di noi esseri umani
Diritti violati

Siamo tutti esseri umani, su questo non vi è alcun dubbio, neanche da parte di chi, ogni giorno, si organizza per mettere in pratica la discriminazione sociale. Ma siamo stati divisi, classificati, emarginati, creando categorie di persone di serie A, B, C... E così parliamo di comunitari, extracomunitari e italiani, come se il paese e le condizioni di origine (ma solo alcune) rendessero gli esseri umani meno umani, con meno virtù, piuttosto inclini al reato e alla violenza. Tutti, o quasi, ormai siamo stati convinti che le persone senza permesso di soggiorno delinquono.
Al momento dell’ingresso in Italia gli immigrati devono firmare un accordo di integrazione. Avete mai letto l’accordo di integrazione? Ebbene, questo accordo consente alla persona l’ingresso in Italia solo se viene firmato e prevede la conoscenza della lingua italiana, della costituzione e un lavoro (vedi Conexion di aprile), altrimenti il ritorno a casa è l’unica strada. Ora la domanda è: il governo italiano ha firmato, a sua volta, un accordo di integrazione che garantisca alla persona stessa l’accompagnamento nello studio della lingua italiana, della costituzione e che soprattutto lo protegga dallo sfruttamento di imprenditori senza scrupoli? Ovviamente no. Perché garantire diritti e agevolare l’integrazione quando questa costa impegno non solo economico ma anche sociale? Meglio lasciar perdere tanto poi esiste l’accompagnamento forzato nel paese di origine.
Pensate forse che noi che siamo nati in Italia abbiamo un futuro diverso, che la nostra dignità di persone venga rispettata e che non vengano pensate, anche per noi, forme di discriminazione ed emarginazione? Negli anni abbiamo perso progressivamente diritti, quasi senza che ce ne accorgessimo, e questa strada in discesa sta inesorabilmente continuando.
Ma come è stato possibile fare questo? Proprio mettendoci gli uni contro gli altri attraverso sottili meccanismi di sfruttamento del più debole, facendo leva sull’egoismo umano, e manipolando la pubblica opinione attraverso i media. Gli immigrati, in tempi in cui si diceva che “rubavano il lavoro agli italiani”, servivano agli imprenditori che potevano così ottenere manodopera a basso costo o comunque disponibile a fare i lavori più umili e faticosi. Erano persone più ricattabili perché in condizioni di vita sempre al limite, a rischio di espulsione se perdevano il permesso di soggiorno, disponibili a lavorare moltissimo pur di poter mandare qualche soldo alla famiglia, e poco o per nulla consapevoli dei diritti che avevano nel nostro paese, garantiti costituzionalmente. Allo stesso tempo venivano introdotte nuove forme contrattuali, come il lavoro interinale o le cooperative, che facevano sì che persone che svolgevano le stesse mansioni presso la stessa struttura avessero condizioni lavorative ed economiche diverse, creando così competizione ulteriore; per di più i lavoratori erano sempre meno garantiti dai sindacati proprio perché assunti da agenzie diverse e perciò non iscritti al sindacato dell’azienda. Anche gli scioperi hanno iniziato ad assumere valore diverso, perché chi aveva contratti interinali o a termine difficilmente partecipava, essendo a rischio di non rinnovo del contratto. Man mano questa situazione è peggiorata: contratti sempre più brevi (anche di settimane o giorni), condizioni peggiori, e ricatto continuo.
Il giochetto ha funzionato: le condizioni peggiorate non sono state attribuite ai veri colpevoli, ma alla parte della società più povera e debole, che accettava tutto pur di sopravvivere, e diventava al tempo stesso il capro espiatorio di tutti i mali del nostro paese. Fondamentalmente ci hanno abituato a guardare sempre in basso e alle spalle, mente avremmo dovuto guardare avanti e in alto, verso il futuro che stavamo perdendo.
Tutto questo c’entra molto con l’integrazione culturale. Ogni comunità ha la tendenza a riferirsi a se stessa, a chiudersi e ad aiutare i suoi membri, e questa tendenza si acquisce quando le persone che ne fanno parte si confrontano con una società che li incolpa dei suoi mali e li considera delinquenti a priori.
L’unica possibilità per costruire un futuro diverso è il superamento delle divisioni, comprendendo che siamo tutti esseri umani che vivono su questa terra. Finché le condizioni di vita non saranno migliori per tutti e non saranno forti i controlli contro lo sfruttamento, esisteranno sempre persone ricattabili e quindi inevitabilmente le condizioni peggioreranno.
Citiamo alcuni passaggi della nostra costituzione che oggi sono palesemente violati: art. 3 - tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di condizioni personali e sociali. è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto, la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica sociale del Paese. Vi lasciamo riflettere su quanto di contrario avviene in Italia in materia di leggi e di opinioni che tentano di condizionarci e di metterci gli uni contro gli altri, definendo per ognuno di noi diritti diversi a seconda della condizione personale e sociale.
Art. 36 - Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla qualità e alla quantità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite e non può rinunciarvi. A quanti di voi oggi capita di avere forme di contratto che non rispettano questo fondamentale articolo costituzionale? Praticamente la maggioranza delle persone subisce un rapporto di lavoro iniquo vedendo arricchirsi, grazie alla propria opera, banche, finanziarie e imprenditori che giocano e quotano in borsa le loro aziende. I lavori interinali e nelle cooperative sono esempi già citati che rientrano in queste iniquità.
Art. 37 – La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione famigliare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. Valgono le stesse osservazioni che abbiamo fatto per l’articolo precedente.
Art. 41 - L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata ai fini sociali. Questo è l’articolo che l’attuale governo vuole modificare in modo particolare nella seconda parte posticipando i controlli, che non verranno mai effettuati, all’impresa che deve agire per fini sociali.
Ricordate le frustate ai dipendenti di un call-center di Firenze? Ebbene quelle persone non avevano il coraggio di denunciare ciò che stavano subendo fino al punto in cui le vessazioni non sono giunte alla punizione corporale. I controlli presso le aziende non vengono già fatti ora che l’articolo non è ancora stato abolito o modificato figuriamoci se dovessimo permettere che questo avvenga quali sarebbero le condizioni di lavoro alle quali saremmo sottoposti. Dovremmo subire una palese violenza e violazione della dignità umana.
Allo stesso tempo abbiamo assistito, ad esempio a Castel Volturno e a Rosarno, a ribellioni da parte di lavoratori immigrati che non hanno più accettato le condizioni limite e i soprusi a cui erano sottoposti.

Occorre unirsi e praticare la disobbedienza civile per cancellare la violenza che subiamo. Il mondo sta attraversando una crisi economica generata dalle banche e dagli imprenditori che hanno speculato in borsa danneggiando l’economia reale. I governi dei diversi paesi hanno deciso di coprire i debiti contratti da questi soggetti con denaro pubblico, danneggiando ancora i servizi pubblici quali la scuola, la sanità e il lavoro. I guadagni a chi a generato la crisi e il compito di sanarla alla maggioranza dei lavoratori, stranieri o italiani che siano. I responsabili non pagano mai, a loro si condona ogni speculazione, si perdona ogni atto illecito, accusando i giudici di persecuzione politica, con leggi appositamente studiate.
Vogliamo continuare a guardare al futuro a testa alta, con la dignità di esseri umani quali siamo indipendentemente dalla nostra provenienza. Possiamo mettere in piedi regole nuove nella direzione dei principi costituzionali costruendoli con una metodologia d’azione nonviolenta e cominceremo a farlo con la redazione di questo periodico e con la Convergenza delle Culture, ma soprattutto con tutte le persone che credono che questa sia la strada da seguire.