Il 24 gennaio 2011 l’organizzazione Human Rights Watch (HRW) ha pubblicato la Relazione Mondiale sulla situazione dei Diritti Umani, giunta quest’anno alla sua ventunesima edizione. Si tratta di un rapporto annuale che analizza le condizioni dei diritti umani in oltre 90 paesi del mondo, mettendo in evidenza le principali questioni e problematiche; 668 pagine realizzate dal personale di HRW in collaborazione con attivisti impegnati sul campo nei diversi paesi.
Ad essere prese in esame non sono solo le scontate dittature asiatiche o mediorientali, ma anche le principali democrazie occidentali che, nonostante si presentino spesso come le paladine di quei diritti, hanno evidentemente ancora molto lavoro da fare in casa propria. Tra le pagine di studio dedicate alla situazione negli Stati membri dell’Unione Europea troviamo un’attenta analisi anche sull’Italia, che denota come nel nostro paese i diritti umani subiscano tutt’oggi evidenti e preoccupanti violazioni. Un primo riferimento è alla violenza razzista e xenofoba scatenatasi a Rosarno (RC) nel gennaio 2010. I dati sono sconcertanti: 11 lavoratori stagionali africani feriti gravemente, 35 tra immigrati, poliziotti e residenti fi niti in ospedale e, soprattutto, oltre 1.000 migranti costretti ad abbandonare la città a seguito delle violenze. Un’emigrazione di massa, coordinata dalle forze dell’ordine, che ha spinto numerosi paesi ad esprimere serie preoccupazioni sul caso italiano presso lo Human Rights Council delle Nazioni Unite. La seconda questione riferita all’Italia riguarda le minoranze etniche dei Rom e dei Sinti, altamente discriminate a livello economico, politico e sociale, e confi nate in campi autorizzati (o semplicemente tollerati) alle periferie delle città. A tal proposito il Comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa ha condannato il nostro paese denunciando come gli investimenti economici italiani in materia, anziché essere diretti a politiche di integrazione si concentrano sugli sgomberi degli accampamenti e sul rimpatrio forzato dei Rom di cittadinanza rumena. Altra nota dolente è il collaborazionismo tra lo stato italiano e la Tunisia (le cui vicende interne sono divenute note di cronaca in questo inizio di 2011). Nello specifi co l’Italia è accusata di deportazione di prigionieri politici che, una volta rimpatriati, rischiano maltrattamenti e torture nelle carceri tunisine. Anche in questo caso l’Italia ha ricevuto una condanna da parte del Consiglio d’Europa tesa a ricordarle l’osservanza delle decisioni della Corte europea in merito all’obbligo di tutela verso le persone perseguitate per ragioni politiche. Altra condanna internazionale all’Italia arriva poi dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura che ha accusato il nostro paese di respingere senza controlli le navi di migranti che cercano di sbarcare in Sicilia, violando così le disposizioni che obbligano a verifi care sempre i dati dei passeggeri ed accogliere chi rischia torture o, peggio, l’uccisione in caso di rimpatrio. E sempre in merito a tali disposizioni, denuncia l’HRW, desta scalpore la riconsegna da parte dell’Italia alla Libia di 12 profughi eritrei, nonostante fossero cittadini di una ex colonia italiana, col diritto a ottenere asilo politico e nonostante fosse noto che sarebbero stati torturati una volta tornati nelle carceri libiche. Infi ne, l’ultimo caso di violazione dei diritti umani in Italia denunciato dal rapporto si riferisce alla decisione del Ministero dell’Interno riguardo ai poliziotti processati per i fatti accaduti durante il G8 di Genova del 2001. Nonostante siano stati condannati per le violenze infl itte ai manifestanti inermi rinchiusi in una scuola, i 25 agenti responsabili del crimine sono tuttora in servizio e il Ministero non intende sospenderli. Insomma, un quadro abbastanza fosco e deprimente, specie per un paese come l’Italia che ha un’immagine distorta di sé e tende spesso ad autopresentarsi come un luogo civile e accogliente, come il paese del sole e della gente fantasiosa, ma che evidentemente fa fatica a mettere in pratica le più elementari regole di convivenza. Ma siccome crediamo che il potenziale di questo paese esista e sia soltanto inespresso, nel corso del 2011 ognuno di noi è invitato a vigilare e ad agire affi nché anche da noi la situazione dei diritti umani diventi quella di un’evoluta democrazia del Ventunesimo secolo. Non sarebbe forse motivo d’orgoglio e di gioia per chiunque sfogliare il prossimo anno il rapporto dell’HRW e non trovarvi alcuna pagina dedicata all’Italia?
Il testo completo del rapporto (in inglese) è scaricabile all’indirizzo: www.hrw.org/en/node/95491
Human Rights Watch è una delle organizzazioni leader indipendenti a livello mondiale dedicata alla difesa e tutela dei diritti umani. Focalizzando l’attenzione internazionale sulle violazioni dei diritti umani, da voce agli oppressi e denuncia gli oppressori responsabili per i loro crimini, attraverso indagini rigorose e obiettive, e con azioni di sensibilizzazione strategiche e mirate. Per 30 anni, Human Rights Watch ha lavorato tenacemente per porre le basi giuridiche e morali per un cambiamento radicato e ha combattuto per portare maggiore giustizia e sicurezza alle persone di tutto il mondo. |