Lo scorpione e il tav
Diritti violati
Scritto da Giuliano Sberna   

TAV è ormai un acronimo assolutamente familiare per chi vive nel nord-ovest italico, ma questo non è sinonimo di coscienza o informazione. Ci può essere il valsusino che vaneggia cose pro o contro senza né capo né coda sull’Alta Velocità, come può esserci il palermitano che conosce per filo e per segno tutti i dettagli del cantiere o del traffico ferroviario in questione.

Parlando con un compaesano umbro – Daniele Luromi – scopro che esiste effettivamente un’altra frangia: coloro che comprendono la complessità del caso e sono coscienti di necessitare ulteriori informazioni per riuscire a schierarsi.
Apriamo perciò una piccola discussione fra amici per cercare di far chiarezza almeno fra di noi e di condividere informazioni, dubbi ed opinioni. Nonostante la diffidenza diffusa nei confronti di un movimento spesso disegnato a tinte forti – sostengo io – e delle motivazioni che inizialmente si sarebbero potute confondere con le omologhe di qualunque altra protesta NIMBY (Not In My BackYard – non nel mio cortile), i sostenitori NoTav hanno popolato i loro manifesti di lotta con contenuti importanti come il rischio amianto, l’ecologia del territorio, le occupazioni poco legali dei territori privati, la non giustificabilità da un punto di vista delle previsioni di traffico merci e/o passeggeri, l’insostenibilità economica, il rischio di infiltrazioni mafiose o clientelari e molto altro.
Ma se fosse così dannosa – mi risponde Daniele – come mai ha una risposta positiva politicamente trasversale? Da Monti a Berlusconi, dalla Camusso ad Alfano sono tutti d’accordo e riuniti nel fronte del sì. Solo l’aumento dei loro stipendi o dei rimborsi elettorali li ha visti tanto uniti!! Eppoi se tutti si fossero rifiutati di far costruire infrastrutture nei rispettivi territori di residenza oggi non ci sarebbero autostrade e ferrovie e forse neanche energia a sufficienza per accendere una lampadina a famiglia. Del resto, aggiunge il mio amico, quest’opera è stata decisa da organi democraticamente eletti e quindi rappresentativi della maggioranza dei cittadini: perchè piegarsi all’opposizione di pochi?
Le osservazioni di Daniele sono sacrosante, generiche ma sacrosante. E, secondo me, prima di andare a vedere quante merci, quanta spesa, quale il ritorno economico – se c’è e quando ci sarà – dati difficili da reperire perché ognuno ha più o meno i suoi, bisognerebbe soffermarsi un attimo sul fenomeno per tentare almeno di riuscire a capire cosa lo rende tale; e la prima cosa che risulta evidente è che coloro che sono contro si sgolano per sostenere e motivare la protesta, tutti gli altri – governo in testa – si giustificano con un’ottusa e sorda “ragion di stato”. Ma le ragioni del “Sì” dove sono? Dove sono i risultati dei vari incontri che sembrano essere stati effettuati con le parti sociali? Dove i dati di previsione traffico merci? E quelli della spesa, dell’occupazione indotta, dell’impatto ambientale, della ricaduta economica nel paese? Queste informazioni esistono? E perché non vengono rese pubbliche?
Per quanto riguarda la democrazia… Beh, fino a ieri eravamo governati da un presidente troppo altruista, che si preoccupava personalmente di distribuire danari alle ragazze in difficoltà e molto poco degli altri ad esclusione di se stesso e dei propri processi; così altruista che oggi si sospetta abbia subito la richiesta di 5 milioni di Euro ai poveri latitanti che tornano in Italia dopo essere stati in Sudamerica a pescare e per non essere pescati. Mentre l’attuale presidente del consiglio non è mai passato su una scheda elettorale, neanche in quella da presidente di circoscrizione; e come lui molti dei consiglieri comunali, regionali, dei senatori e dei deputati. Mi sembra ovvio, perciò, che tutti riescano a pronunciare la parola “democrazia” in modo molto simile ma che la relativa idea differisce assai di soggetto in soggetto.
«La cronaca politica cioè giudiziaria sforna a ogni minuto ottime ragioni per farla subito, domani anzi ieri, questa benedetta legge anti-corruzione, nel Paese che a ogni delitto fa seguire la prescrizione. I funzionari di governo chiedono le mazzette (ovviamente tecniche) addirittura nei loro uffici al ministero. Gli amichetti di Formigoni (i famosi “casi isolati”) portano in Svizzera 50 milioni a botta. Persino il rivoluzionario Vendola colleziona un avviso di garanzia al giorno. Non c’è angolo d’Italia, dalla politica alla sanità al pallone, che non sia infestato dall’illegalità (a parte i rari angoli dove la gente perbene si ammazza per mancanza di lavoro). Ma non c’è niente da fare: la cosca dei politici più stupidi (o più compromessi) della terra continua a cincischiare, a parlarsi addosso, a grufolare nella propria inconcludenza. La legge-brodino sui “rimborsi” elettorali non si fa né per decreto né per emendamento, cioè non subito: c’è tempo, campa cavallo. Non si rinuncia nemmeno alla tranche estiva di 180 milioni, perché Pd e Pdl si sono già mangiati tutto […] Poi c’è la bozza di legge anti-corruzione […] Una barzelletta. I nuovi reati previsti dalla Convenzione di Strasburgo ‘99 non ci sono (l’autoriciclaggio, chi l’ha visto?) o, quando ci sono (traffico d’influenze illecite e corruzione tra privati), sono puniti con pene finte: da 1 a 3 anni. Cioè si prescrivono prim’ancora della sentenza di primo grado […] La soluzione è nota: sospendere la prescrizione al rinvio a giudizio. Ma così i giungerebbero in fondo e i colpevoli finirebbero dentro: dunque in un Parlamento di condannati, inquisiti, imputati, prescritti e avvocati, è meglio di no.»
Questo è uno stralcio dell’editoriale di Marco Travaglio del numero del Fatto Quotidiano di sabato 14 aprile. Uno scarabocchio che ci rappresenta. Un fenomeno, quello della corruzione, che ci coinvolge tutti i giorni, direttamente e indirettamente. E non posso non pensare che i due fenomeni di cui ho parlato – TAV e corruzione – non siano correlati. Credere a coloro che sostengono la ragion di stato quando gli stessi non fanno altro che frodarlo è come credere allo scorpione che chiede alla rana di aiutarlo ad attraversare il fiume; e non posso non pensare che forse se il TAV mette d’accordo tutti gli scorpioni forse è perché chi non dovesse riuscire a salire sulla groppa della ranaTav rimarrebbe fermo sulla propria sponda del fiume a guardare gli altri che si arricchiscono sulla sponda opposta…