PROLOGO Ventitré anni fa l’allora CEE decide di costruire una linea ferroviaria ad alta velocità in Piemonte, quel Piemonte che sembrerebbe a tutti così “isolato” dall’Europa, quel Piemonte che invece conta sei autostrade (una in Val di Susa assieme a due statali, tre a sud, due a est) e quattro ferrovie (tre a est e una linea – udite, udite! – ad alta velocità in Val di Susa).
Ventitré anni fa inizia la contestazione massiccia delle popolazioni locali (non di un gruppetto di sparuti contadini), a cui si aggiunge via via quella di quegli italiani stufi di sprecare il denaro di tutti per grandi opere per pochi. Il 27 giugno 2011, viene sgomberata la Libera Repubblica della Maddalena dei valsusini e non, costituita legalmente (pagando affitti del territorio ai privati e al comune di Chiomonte) su un territorio vicino a quello interessato dal futuro progetto di scavi. L’uso della violenza da parte delle forze dell’ordine è spropositato. Quel giorno come il 3 luglio, ci si difende da idranti urticanti e lacrimogeni chimici al gas CS, vietati dalla convenzione di Ginevra e usati solo in Italia a livello europeo. Il movimento No Tav rifiuta ogni distinzione tra violenti e non violenti, e al grido di “siamo tutti quanti black bloc” si riversa nelle strade, nelle piazze, nei territori attorno al “fortino” della polizia, che ha occupato l’ex campeggio e le vigne di alcuni contadini. Da allora, i media mostrano quasi tutti i giorni (in maniera falsata) immagini della protesta No Tav. Politici di entrambi gli schieramenti non hanno alcuna intenzione di mettere in discussione l’opera. Allo stesso tempo, però, più che altro contro le immagini di violenza montate ad hoc da tivù e giornali, invocano una delle parole-chiave di questo articolo: il DIALOGO. Pensare che i Valsusini (cittadini e... “tecnici”) stanno domandando da più di vent’anni, di intavolarne uno costruttivo! Dal greco dià+lògos, il dialogo è però una conversazione fra due o più interlocutori, opposto in questo dunque al monologo (dove mono=uno, solo). Eppure, finora sono stati solo i No Tav a spiegare approfonditamente le loro ragioni, organizzando convegni, tour, pubblicando le “150 ragioni contro la Torino Lione”. Perché dal monologo si passasse finalmente al dialogo, il 17 marzo 2012, al grido di “Ascoltateli!” viene montato un tendone verde in piazza Castello ed inizia un presidio permanente di digiunanti a staffetta: al tavolino cui fa ombra il lungo striscione che recita “per l’avvio di un dialogo sul TAV” ognuno può proporsi per un digiuno di ventiquattro, quarantotto o settantadue ore; può digiunare nella tenda e costruire un modello diverso di vita collettiva, o portare la propria solidarietà da “lontano”. Digiuna ad esempio l’intero consiglio comunale di Villarfocchiardo, adesioni giungono da Trieste, Genova e da molti paesi della Val di Susa. Per rafforzare la richiesta di un dialogo, viene perciò scelta una forma di protesta nonviolenta, potente: il DIGIUNO. è stato Turi a dare l’esempio in estate, sulle terre ancora libere della Val Clarea. Pacifista famoso per aver messo fuori uso due F-16 in Olanda, sale su un albero (poi abbattuto) e inizia diversi lunghi digiuni del CIBO e della PAROLA, seguito a staffetta da tantissimi No Tav. Antica pratica mistico-religiosa utile a purificare il corpo ed avvicinarsi al dio, il digiuno viene studiato scientificamente medicalmente per la prima volta nell’Ottocento: con Gandhi, che grazie al digiuno puntava ad un maggiore controllo dei sensi, diventa anche “arma” politica di chi persegue i suoi scopi rivoluzionari attraverso la NONVIOLENZA La bandiera della pace e quella della nonviolenza sventolano ai lati dell’entrata nella tenda, colorano la notte di digiunanti e “veglianti”. Le piante, portate in seguito ad un’interpellanza del comune sul decoro pubblico, abbelliscono ulteriormente l’atmosfera. Ma la nonviolenza non è solo la scritta bianca su sfondo arcobaleno appesa all’asta è anche la base stessa del progetto “Ascoltateli!”, come spiega Edoardo Acotto, uno degli ideatori: “Già dal 3 luglio [giorno dell’assalto al “fortino” della polizia sorto sul territorio dell’ex Repubblica della Maddalena: fu chiaramente descritto dai media come giornata di guerriglia, N.d.A.] si pensava che fosse doveroso per i nonviolenti dare il via a una grande iniziativa in città (e possibilmente fuori Torino), anche per rispondere alle insopportabili chiacchiere mediatiche sulla violenza in Valle.” E aggiunge: “mi sono messo al lavoro per contattare tutti i torinesi illustri con cui avevo qualche contatto: Mattei, Viale, Vattimo, Mercalli... L’intenzione non era ovviamente quella di sciorinare nomi famosi, ma è essenziale per un’iniziativa nonviolenta il fatto che debba essere pubblicizzata al massimo e possibilmente sostenuta da persone in vista: anche Gandhi teorizzava questo punto, che non va trascurato, pena spendere molte energie in iniziative coraggiose ma poco visibili.” Così è nato dunque ASCOLTATELI! “ASCOLTATELI! è un’azione collettiva di impegno civile per l’avvio di un dialogo sul Tav, per ripristinare una comunicazione corretta e democratica su questioni di interesse nazionale.” Così recita il sito del presidio www. ascoltateli.org “Ascoltate le ragioni dei cittadini della Valsusa! Ascoltate le ragioni di tutti i tecnici, anche quelli contrari all’opera!”
Epilogo (?) Il 25 aprile, giorno della Liberazione, la tenda di Ascoltateli! viene smontata. Dopo quaranta giorni di digiuni, conferenze, iniziative, incontri tra persone splendide... Ascoltateli! fa una “pausa-studio”. Perché? Ci risponde Edoardo: “Il Governo ha pubblicato un lungo e ponderoso documento (http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/TAV/TAV_risposte_osservazioni_comunita_montana.pdf) in risposta al documento della Comunità Montana. Chiedendo l’ascolto, il nostro primo dovere è ovviamente quello di prestarlo a nostra volta e in questo momento dobbiamo raccogliere le energie, insieme ai tecnici NoTav, per studiare il documento governativo e rispondervi nel migliore dei modi. Se per il movimento NoTav e per i suoi tecnici è già un grande successo che il governo fornisca finalmente una risposta ampia e articolata alle dettagliate osservazioni tecniche, non è scontato che il contenuto del nuovo documento si discosti molto dalla ripetizione dei vecchi argomenti, da noi giudicati del tutto inconsistenti e non basati su fatti scientificamente documentabili. Quando la nostra posizione sul documento sarà pubblica [e quando questo articolo su Conexión sarà ormai uscito, N.d.A.], Ascoltateli! riprenderà con nuove azioni già programmate: diciamo che ci siamo presi una settimana di pausa-studio!” |