Viaggi sessuali fai da te |
Articoli - Diritti violati |
Che cosa vorrà sapere un lettore cinquantenne da una scrittrice di diari di viaggio?
Vorrà sapere di tour, hotel, cibo, gente, mal di pancia? Purtroppo no. è interessato solo al turismo sessuale e a cosa offre questo “mercato”, in India. Il mio editore, pochi giorni fa, m’inoltra il numero di telefono di una persona che ha letto “L’India di Ganga”, la mia ultima pubblicazione. Vorrebbe approfondire alcuni aspetti direttamente con me! Sono lusingata. In quarta di copertina del mio ultimo libro si legge: In un autentico diario di viaggio, l’autrice racconta l’India – la sua India – con grande sensibilità e ironia, lontano dai luoghi comuni e vicino alle complesse realtà che il grande paese asiatico mostra solo a chi ha occhi per vedere. E al suo fianco ecco la più improbabile delle dame di compagnia: Ganga, figlia della strada e madre di bambini che non avranno un destino migliore del suo, accattona furba e sfrontata ma capace di sorprendere sempre. Ganga, dalit intoccabile dal sari color fango, che si accontenta di piccole rivalse contro un sistema delle caste ancora così vivo e opprimente. Turisti dell’anima, imprenditori italiani, creativi in cerca di trasgressioni, espatriati benestanti, atletici gigolo, tristi tossici di altri tempi... sono tanti i ritratti che popolano queste pagine, non tutti lusinghieri, e sullo sfondo una Bombay tanto vera quanto contraddittoria, fra i fasti degli hotel di lusso e il fetore degli slums. Un libro che resta nel cuore per la comprensione autentica – così rara – del fascino e delle ingiustizie, sempre a braccetto in questo grande, controverso paese. Lo chiamo. Mi aspetto domande del tipo: come ha conosciuto un’intoccabile? Quando ha visto l’ultima volta Ganga? Oggi continua a vivere sulla strada? E così via! Dalla voce riconosco un uomo di circa cinquant’anni. Stenta a parlare. Sembra timido. Si presenta come portavoce di un gruppo sparuto di amici che hanno letto il mio libro. Le sue domande sono generiche, forse inutili. Le risposte sono tutte nel testo. Mi chiede come si viaggia in India, dove si alloggia, se ci sono luoghi di soggiorno a buon mercato. Vorrei rispondere consigliandogli l’acquisto della Lonely Planet, la guida turistica più conosciuta e amata dai turisti fai da te. Poi mi ravvedo e con pazienza rispondo alle sue domande. è pur sempre un mio lettore. Mi spiega che gli piacerebbe visitare l’India. Da quando è mancato un suo famigliare ha desiderio di viaggiare nei paesi dell’Oriente. Non trovo il nesso. Annui- “Allora non è un viaggiatore alle prime armi!”, immagino. Lo provoco per dare un taglio alla conversazione! Esita a rispondere. Poi mi parla del suo Oriente. è stato con gli amici nelle Filippine. Solo a Manila. Nella sua voce non c’è rammarico di non avere visitato le più belle spiagge d’Oriente. Poi mi parla della Cambogia. Solo a Phnom Penn. E ancora della Thailandia. Solo a Bangkok. Mi racconta che gli amici amano stare nelle grandi città. Lui si adegua alle decisioni del gruppo. È tardi devo andare. Cerco di terminare la conversazione. Sto per accomiatarmi. Un’ultima domanda. Mi dice che è rimasto impressionato dal capitolo che parla di Bombay a luci rosse. È veramente così? Mi chiede con un fil di voce. Non capisco cosa voglia sentirsi dire. Vuole che gli racconti della prostituzione... Delle giovani donne che aspettano i clienti... della possibilità di trovare delle bambine disponibili a tutto. Di tutto lo sporco che ho visto in quel quartiere. Mi prendo una pausa. Poi gli rispondo. “La polizia è molto severa con gli stranieri che alimentano la prostituzione. In certi casi c’è la galera. E in India una volta entrati in quei posti, non si esce più”. Non so se è vero. Ma forse ho spaventato uno dei tanti viaggiatori che alimentano il turismo sessuale in Oriente! “L’Occidente è davvero il modello di società più evoluto?”, mi chiedo. In fondo al cuore provo una punta d’amarezza. |