Cinema
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La morte, il funerale e i mestieri che circondano questa sfera sono sempre visti e vissuti con un certo malessere e con scherno. In generale sembra non essere un bel mestiere fare il “becchino”.
A quanto pare anche in Giappone l’argomento è vissuto allo stesso modo. La storia del protagonista gira tutta intorno alla sua professione, iniziata con un equivoco e trasformatasi poco per volta in una “passione” portata avanti con grande maestria e sensibilità, ma di nascosto. La professione in questione è la tanato-estetica, ovvero la preparazione dei defunti per il loro ultimo viaggio. In Giappone è una vera e propria arte, delicata e attenta a far sì che colui o colei che parte lo possa fare con tutta la sua dignità anche dal punto di vista estetico. Il regista tratta il tema in modo così delicato e leggero che il film scorre via senza nessuna pesantezza e lascia alla fine una sensazione di benessere. E' per il protagonista e per gli spettatori un percorso di riconciliazione con il proprio passato e con il tema più profondo che mai si vorrebbe affrontare. Assolutamente consigliato. |