Un sogno per domani passa il favore Stampa
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I ragionamenti troppo contorti allontanano dalla verità essenziale della vita. Mi è venuto in mente il film “Un sogno per domani” che ho visto un po’ di tempo fa.

Il significato della filmografia inserita nella società è molto rilevante sotto ogni aspetto; in questo film personalmente denoto una ricerca della giustizia, del bello che c’è nell’animo umano. Come un gridare al mondo che nonostante tutto ciò che compiono le persone empie si può andare in un’altra direzione. Mio padre amava affermare che “è meglio un giorno da Lion che cent’anni da pecora”. Giovanni Falcone, che mi vanto di ricordare, diceva invece: “Chi alza la testa e dice il vero muore una volta sola. Chi abbassa la testa con omertà e nella menzogna muore ogni volta che lo fa”.

Il bambino protagonista di questo film alla fine muore per aver difeso dall’inutilità dei bulli un suo compagno debole. Trevor non aveva una corporatura robusta e possente; sapeva benissimo che sarebbe andato incontro  ad un grandissimo pericolo. Tuttavia non si è tirato indietro. Quando la cosa divenne pubblica ci fu un “fiume umano” verso la sua abitazione, tutti con una candela in mano. Se Trevor fosse stato un bullo e fosse morto da violento, non sarebbe venuto nessuno al suo funerale. Eppure la logica violenta sembra essere accettata passivamente con estrema omertà nel substrato della nostra società omertosa.

 

La sensibilità del piccolo Trevor si esprime nella semplicità della sua idea; una semplicità dirompente nell’epoca dei giri di parole e delle mancate verità. In fondo sono le cose considerate “ovvie” ad essere quasi sempre dimenticate purtroppo. Trevor invece non è una persona superficiale e mostrando alla lavagna la sua idea rende semplice una cosa che molti reputano complicata.

“Questo sono io e queste sono tre persone a cui darò il mio aiuto, ma deve essere qualcosa di importante, una cosa che non possono fare da sole, perciò io la faccio per loro... e loro la fanno per altre tre persone” (Trevor Mc Kinney presenta alla lavagna la sua idea).


 

L’idea di Trevor si scontra frontalmente anche con l’arroganza di chi sostiene e ritiene giusta “la legge della giungla” cioè la legge del più forte; questa concezione di vita per la quale è sempre il più forte a poter dominare sui più deboli. Con la paura e l’oppressione dei più deboli si può avere supremazia solo temporaneamente, senza essere amati, infatti l’amore non si compra e né si può pretendere,  mentre invece chi opera con giustizia e rispetto dell’altro potrà avere sempre una “marcia in più”.

Ricordo tempo fa in un episodio accadutomi nel quale subii un danno, parlando con un conoscente, questi mi disse: “devi essere cattivo”. Dal canto mio, dentro di me invece il pensiero era: “inutile essere cattivo quando si può riuscire ad ottenere la giustizia, solamente ricercando la giustizia”; e mi spiego meglio: una qualunque cosa, anche la più seria, può essere comunicata anche senza ricercare la vendetta. Nella società “occhio per occhio e dente per dente” chi si comporta in tal modo viene etichettato “persona debole”. Mentre invece io sostengo la bella teoria che la calma è la virtù dei forti, e che la violenza è l’ultimo rifugio dell’incapace.

Consiglio a tutti la visione di questo film!

A sarà düra!