L'equipe mondiale dell'organismo umanista Convergenza delle Culture denuncia la violenza crescente, che la crisi post elettorale non risolta sta producendo in Costa D'Avorio, e reclama una soluzione nonviolenta che permetta al Paese di superare la frattura sociale. Sono numerose le vittime della violenza indiscriminata, tra questi gli umanisti Lacina, Drissa e Moumouni.
Lo scorso mese di novembre, in Costa D'Avorio si sono svolte elezioni, che tanto il presidente come il candidato oppositore (appoggiato dalle Nazioni Unite) affermano di aver vinto, mentre si accusano reciprocamente di frode. Il Paese, diviso tra due parti, vive sommerso in una crescente violenza e si avvicina pericolosamente alla crisi umanitaria e alla guerra civile. Aumentano gli spari e gli scontri tra i sostenitori dell'una e altra parte politica. nei quali sono coinvolte vittime innocenti, tra i quali i membri di Convergenza delle Culture Dembélé Lacina, Koné Drissa e Ouédraogo Moumouni. Da Abidjan, Marital Bemoas, portavoce di una delle equipe di Convergenza delle Culture nel Paese, afferma: "Siamo rattristati e preoccupati dalla direzione che sta prendendo la crisi post-elettorale nel nostro Paese. Richiamiamo l'attenzione di tutte le comunità, nazionali e internazionali, sulla violenza che stanno soffrendo le persone di entrambe le parti in conflitto. Chiediamo la fine della violenza e la risoluzione pacifica della crisi che attraversa il Paese. Vogliamo rinnovare il nostro impegno con la filosofia della nonviolenza e la nostra convinzione, che ci fa considerare l'essere umano come valore e preoccupazione centrale. Crediamo sia imperativo liberare la popolazione da un conflitto interetnico e interreligioso, che solo aggraverà le già gravi condizioni del popolo della Costa d'Avorio. Condanniamo energeticamente tutti gli appelli degli attori politici che cercano di guidare il popolo e condurlo alla guerra civile. Denunciamo tutte le misure inumane adottate dall'Unione Europea, che mettono in pericolo la vita degli abitanti della Costa D'Avorio. Tra queste misure, sottolineiamo il blocco dei porti di Abidjan e di San Pedro, per le navi dirette dall'Unione Europea verso la Costa d'Avorio. Vogliamo segnalare che questo si riferisce anche ai produttori farmaceutici. E rimarchiamo che questa misura espone le persone alla mancanza di medicamenti, e pertanto, alla mancanza di accesso alla cura ospedaliera, diritto fondamentale che non si può negare per alcuna ragione. Approfittiamo di questa opportunità per indicare che questa misura ha già causato 33 vittime negli ospedali. Di fronte a questa situazione, i membri di Convergenza delle Culture della Costa D'Avorio vogliono lanciare un appello a tutti gli umanisti del mondo, invitandoli a partecipare ad una campagna di informazione con il fine di farsi eco della crisi umanitaria che sta sul punto di manifestarsi in Costa d'Avorio, e inviano i loro migliori desideri di pace nel cuore e di luce nella ragione per i propri familiari e amici e per tutto il popolo della Costa D'Avorio”. L'equipe mondiale di Convergenza delle Culture della quale Martial Bemoas è membro piange la morte assurda, violenta e fortuita di tre dei suoi militanti ed esprime i suoi migliori desideri di pace nel cuore e luce nella ragione per i loro familiari e amici e per tutto il popolo della Costa D'Avorio. Denunciamo il silenzio dei mezzi di comunicazione e della Comunità internazionale su questi gravi conflitti e invitiamo gli umanisti del mondo a diffondere la domanda urgente di una ricerca di soluzioni nonviolente. Sappiamo che è possibile. In Costa D'Avorio, convivono umanisti, sostenitori delle due parti, che, al di sopra delle loro differenze di opinione, agiscono partendo dalla convinzione che solo a partire dal dialogo e dalla nonviolenza sarà possibile trovare una via risolutiva degna per tutta la popolazione, perché non ci sarà progresso se non di tutti e per tutti.
Equipe Mondiale Convergenza delle Culture www.convergenceofcultures.org
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