Il parco Lu Xun di Shanghai
Viaggi
Scritto da Fabio Nalin   

 

Splendida giornata di sole oggi a Shanghai,
e al Parco Lu Xun; un pomeriggio di metà
autunno dal clima perfetto regala le condizioni
migliori per una passeggiata. Il vento
scuote le frasche e rinfresca il viso, specie se ci
si affaccia al laghetto, mentre si cercano gli ultimi
caldi raggi di sole della bella stagione. Le
note malinconiche e prolungate di un sax sono
la colonna sonora di un pomeriggio ancora un
po’ sonnecchiante, c’è chi fa volare in alto degli
aquiloni, chi fa degli esercizi di ginnastica.
Delle nonne fanno a maglia, coccolate dalle
corde di uno erhu strofinate con coinvolgimento
da un anziano. Altri preferiscono sedersi ai tavolini
posti sulla riva del laghetto, chiacchierando
all’ombra degli alberi, sgranocchiando semi di girasole,
giocando a carte e sorseggiando tè. Il mite
autunno shanghaiese non dura molto: il Parco
Lu Xun è un luogo ideale per goderselo, per
scoprire una Shanghai un po’ diversa. Shanghai
è uno dei più importanti centri finanziari della
Cina, una delle città più occidentali del paese
asiatico. I suoi palazzi, i più alti della Cina continentale
che modellano il panorama della città, la
rendono famosa nel mondo. Ma Shanghai non
è solo moderni palazzi e grattacieli vertiginosi,
scenari avveniristici e traffico infernale: vivendo
ad Hongkou, quartiere appena fuori dal centro,
nella parte nord della città, può capitare di rifugiarsi
nella quiete del parco Lu Xun.
Inaugurato nel 1896 dagli inglesi, che al
tempo occupavano questa parte di città con
la loro Concessione, il parco era conosciuto in
passato come parco Hongkou, il nome venne
cambiato in onore del grande scrittore cinese
Lu Xun. Inizialmente usato come poligono di
tiro e poi come campo sportivo, l’ingresso era
diritto esclusivo dei residenti stranieri, e venne
aperto ai cinesi solo nel 1928. Poco distante
dallo stadio di calcio dello Shanghai Shenhua
dove giocano Drogba e Anelka, Il parco è
l’ideale per rilassarsi e respirare un po’ di ossigeno,
ma è anche uno dei parchi più interessanti
della città. Qui gli anziani della zona si ritrovano
tutti i giorni per fare ginnastica, praticare
taijiquan, o per i balli di gruppo. Se si alzano gli
occhi al cielo, si possono scorgere diversi aquiloni
volare ad altezze notevoli, maneggiati con
maestria da veri e propri esperti. Al centro del
prato invece si possono incontrare maestri del
kongzhu, gioco in voga anche in Italia tempo fa
e conosciuto come Diablo, con due bacchette
che manovrano una clessidra
per mezzo di un filo. È impressionante
la velocità con
cui il maestro fa roteare la
clessidra, con movenze che
sembrano prese in prestito
dal kungfu! Davvero spettacolare!
Questi maestri sono
vecchietti molto simpatici
e cordiali, che non esitano
ad invitarti a prendere parte
alle loro attività. Ecco così
che mi trovo a imitare passo
dopo passo le tecniche di
taiji o di altre arti marziali,
e a provare a giocare col
diablo, con scarsi risultati!
Uno dei “nonni” ai quali
sono più affezionato è il signor
Gu. Egli è un medico
in pensione, con un passato
da professore alla prestigiosa
Tsinghua University di Pechino.
Oggi, a 87 anni suonati,
fa il medico volontario
proprio qui nel parco: ogni
giorno, egli si reca alla solita
panchina, vi sistema sopra
un materassino e dei cuscini,
e invita i pazienti, per lo
più suoi coetanei, a sedersi e ad esporgli i loro
problemi di salute. Assieme alla moglie che lo
accompagna tutti i giorni, il signor Gu offre il
suo sapere e il suo tempo per fornire ai cittadini
questo piccolo sistema di assistenza sanitaria,
ma si concede volentieri anche solo per una
piacevole chiacchierata.
Il signor Gu è un uomo di vasta cultura, dagli
occhi vispi e la parlantina svelta. Se non è
seduto alla sua panchina-ambulatorio lo si può
trovare passeggiare, braccia dietro la schiena,
ai bordi del laghetto, con il suo lungo camice
bianco, la mascherina e il cappello da pescatore.
La prima volta mi pose una domanda che
mi colpi:”Tu sei uno di quelli che vengono in
Cina per fare affari, oppure perché ti interessa
la cultura”? Inutile dire che scelsi la seconda,
“Ah, bene, allora abbiamo di che parlare”! Risposta
esatta. Da allora io per lui sono “il nuovo
Marco Polo”!
In questo periodo il Parco Lu Xun è sede
del Festival Internazionale delle Lanterne, una
specie di Luci d’Artista in versione shanghaiese,
che di notte illumina il paesaggio offrendo
sensazioni nuove ai suoi visitatori. Dalle classiche
lanterne rosse lungo i viali si passa a vere
e proprie installazioni, come il lunghissimo
dragone realizzato con le tazzine da tè, i fiori
di loto sulla superficie del laghetto, le riproduzioni
in versione lanterna cinese di monumenti
famosi, e tante altre. Il timido parco indossa il
vestito delle grandi occasioni e quasi non lo si
riconosce! Tanta gente viene ora a trascorrevi il
pomeriggio, attirati dal mercatino di prodotti
tipici, dove troviamo il “tofu puzzolente”, letteralmente
preso d’assalto, le focacce di riso
glutinoso, e altre ghiottonerie care ai cinesi.
Non solo, troviamo anche la “focaccia volante”,
specialità indiana, preparata da un indiano
“doc.”, che allunga l’impasto facendolo volteggiare
per aria con abili movimenti delle mani.
Suo vicino di casa è “Lo spiedino dell’Arabo”,
con succulenti spiedini di agnello e vitello cotti
alla griglia. Ci si stupisce di fare questi incontri:
in questo luogo denso di quotidianità e di normalità,
gli stranieri saltano subito all’occhio.
Ma d’altronde Shanghai non è forse la città più
internazionale della Cina?
Splendida giornata di sole oggi a Shanghai,e al Parco Lu Xun; un pomeriggio di metàautunno dal clima perfetto regala le condizionimigliori per una passeggiata. Il ventoscuote le frasche e rinfresca il viso, specie se cisi affaccia al laghetto, mentre si cercano gli ultimicaldi raggi di sole della bella stagione. Lenote malinconiche e prolungate di un sax sonola colonna sonora di un pomeriggio ancora unpo’ sonnecchiante, c’è chi fa volare in alto degliaquiloni, chi fa degli esercizi di ginnastica.Delle nonne fanno a maglia, coccolate dallecorde di uno erhu strofinate con coinvolgimentoda un anziano. Altri preferiscono sedersi ai tavoliniposti sulla riva del laghetto, chiacchierandoall’ombra degli alberi, sgranocchiando semi di girasole,giocando a carte e sorseggiando tè. Il miteautunno shanghaiese non dura molto: il ParcoLu Xun è un luogo ideale per goderselo, perscoprire una Shanghai un po’ diversa. Shanghaiè uno dei più importanti centri finanziari dellaCina, una delle città più occidentali del paeseasiatico. I suoi palazzi, i più alti della Cina continentaleche modellano il panorama della città, larendono famosa nel mondo. Ma Shanghai nonè solo moderni palazzi e grattacieli vertiginosi,scenari avveniristici e traffico infernale: vivendoad Hongkou, quartiere appena fuori dal centro,nella parte nord della città, può capitare di rifugiarsinella quiete del parco Lu Xun.Inaugurato nel 1896 dagli inglesi, che altempo occupavano questa parte di città conla loro Concessione, il parco era conosciuto inpassato come parco Hongkou, il nome vennecambiato in onore del grande scrittore cineseLu Xun. Inizialmente usato come poligono ditiro e poi come campo sportivo, l’ingresso eradiritto esclusivo dei residenti stranieri, e venneaperto ai cinesi solo nel 1928. Poco distantedallo stadio di calcio dello Shanghai Shenhuadove giocano Drogba e Anelka, Il parco èl’ideale per rilassarsi e respirare un po’ di ossigeno,ma è anche uno dei parchi più interessantidella città. Qui gli anziani della zona si ritrovanotutti i giorni per fare ginnastica, praticaretaijiquan, o per i balli di gruppo. Se si alzano gliocchi al cielo, si possono scorgere diversi aquilonivolare ad altezze notevoli, maneggiati conmaestria da veri e propri esperti. Al centro delprato invece si possono incontrare maestri delkongzhu, gioco in voga anche in Italia tempo fae conosciuto come Diablo, con due bacchetteche manovrano una clessidraper mezzo di un filo. È impressionantela velocità concui il maestro fa roteare laclessidra, con movenze chesembrano prese in prestitodal kungfu! Davvero spettacolare!Questi maestri sonovecchietti molto simpaticie cordiali, che non esitanoad invitarti a prendere partealle loro attività. Ecco cosìche mi trovo a imitare passodopo passo le tecniche ditaiji o di altre arti marziali,e a provare a giocare coldiablo, con scarsi risultati!Uno dei “nonni” ai qualisono più affezionato è il signorGu. Egli è un medicoin pensione, con un passatoda professore alla prestigiosaTsinghua University di Pechino.Oggi, a 87 anni suonati,fa il medico volontarioproprio qui nel parco: ognigiorno, egli si reca alla solitapanchina, vi sistema sopraun materassino e dei cuscini,e invita i pazienti, per lopiù suoi coetanei, a sedersi e ad esporgli i loroproblemi di salute. Assieme alla moglie che loaccompagna tutti i giorni, il signor Gu offre ilsuo sapere e il suo tempo per fornire ai cittadiniquesto piccolo sistema di assistenza sanitaria,ma si concede volentieri anche solo per unapiacevole chiacchierata.Il signor Gu è un uomo di vasta cultura, dagliocchi vispi e la parlantina svelta. Se non èseduto alla sua panchina-ambulatorio lo si puòtrovare passeggiare, braccia dietro la schiena,ai bordi del laghetto, con il suo lungo camicebianco, la mascherina e il cappello da pescatore.La prima volta mi pose una domanda chemi colpi:”Tu sei uno di quelli che vengono inCina per fare affari, oppure perché ti interessala cultura”? Inutile dire che scelsi la seconda,“Ah, bene, allora abbiamo di che parlare”! Rispostaesatta. Da allora io per lui sono “il nuovoMarco Polo”!In questo periodo il Parco Lu Xun è sededel Festival Internazionale delle Lanterne, unaspecie di Luci d’Artista in versione shanghaiese,che di notte illumina il paesaggio offrendosensazioni nuove ai suoi visitatori. Dalle classichelanterne rosse lungo i viali si passa a veree proprie installazioni, come il lunghissimodragone realizzato con le tazzine da tè, i fioridi loto sulla superficie del laghetto, le riproduzioniin versione lanterna cinese di monumentifamosi, e tante altre. Il timido parco indossa ilvestito delle grandi occasioni e quasi non lo siriconosce! Tanta gente viene ora a trascorrevi ilpomeriggio, attirati dal mercatino di prodottitipici, dove troviamo il “tofu puzzolente”, letteralmentepreso d’assalto, le focacce di risoglutinoso, e altre ghiottonerie care ai cinesi.Non solo, troviamo anche la “focaccia volante”,specialità indiana, preparata da un indiano“doc.”, che allunga l’impasto facendolo volteggiareper aria con abili movimenti delle mani.Suo vicino di casa è “Lo spiedino dell’Arabo”,con succulenti spiedini di agnello e vitello cottialla griglia. Ci si stupisce di fare questi incontri:in questo luogo denso di quotidianità e di normalità,gli stranieri saltano subito all’occhio.Ma d’altronde Shanghai non è forse la città piùinternazionale della Cina?