Un segreto a Londra: il Mandir di Neasden
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Londra vai a vedere, che so, Buckingham Palace, Tower Bridge, Notting Hill. Magari speri anche di incontrare qualche celebrità: sei lì in fila al bancomat, ti giri e a sorriderti c’è proprio lui, Hugh Grant.

Londra. Così vicina ma anche così lontana.

 

C’ero stata già un paio di volte, ma a febbraio 2009 ci sono tornata per un weekend. Volevo scovare qualcosa di particolare. Ci deve pur essere un segreto a Londra. Con la mia compagna d’avventure, che per comodità chiamerò Madame Zenith, l’abbiamo trovato quel segreto. 5000 tonnellate di candido marmo di Carrara e d’Ambaji. Un segreto indimenticabile.

A Neasden sorge il Baps Shri Swaminarayan che poi è il Mandir più vasto dell’emisfero occidentale. Per chi, come me, è a digiuno di termini tecnici, si tratta del tempio indù più grande di questa fetta di mondo.

A Londra si nasconde una gemma così unica. Voi lo sapevate? Io no. E allora sono andata a vedere.

A Neasden ci arrivi tranquillamente in metro. Scegli tu quale linea ti piace di più: Jubilee Line, la metro d’argento, oppure Bakerloo Line, la marrone. Più ispirate da qualcosa d’argento, io e Madame Zenith saltiamo sulla Jubilee.

Dopo circa 45 minuti arriviamo. Ci avviciniamo e all’inizio proprio non riesci a credere che sei a Londra. Sarà il candore di quelle migliaia di tonnellate di marmo, e il calore del legno intarsiato.

Ti senti fragile, lì davanti. Il Mandir è composto da 26000 pezzi che sono stati spediti in India per essere intarsiati da 1500 artigiani, proprio là, dove il cuore divino batte più forte. Sorridi quando ti raccontano che soltanto un paio di blocchi si sono rotti lungo la strada, poi, di ritorno verso Londra.

Una vita umana è indubbiamente più fragile, no?  

Poi entri.

E ti succede che non sai più cosa dire. La macchina fotografica purtroppo fallisce: non si possono fermare i profumi di quei cestini ricolmi di frutta e di riso che vengono lasciati di fronte alle varie divinità ad intervalli regolari. Le divinità indiane possono aver fame! Quest’aspetto, penso, le rende così umane e più terrene e avvicinabili di altri esseri supremi.

Madame Zenith ed io non parliamo più. All’improvviso vediamo che fedeli e curiosi si inginocchiano nel mezzo della sala e attendono qualcosa. Inizia così una cerimonia breve, semplice, durante la quale l’incenso viene passato in giro, prima sulla testa, poi sulla gola dei partecipanti.

Ci avvicina uno dei fedeli e sorridente, ci chiede se ci piace il tempio. Ci racconta che dopo che i blocchi di marmo erano tornati dall’India, migliaia di volontari si riunirono qui a Neasden e cominciarono a lucidare e pulire queste pietre che, nel corso degli ultimi vent’anni, hanno accolto le preghiere, i ringraziamenti, le lacrime e i sorrisi di fiumi di visitatori. 

Mi chiedo se quel lucidare non fosse stato forse un modo per toccarla, di nuovo e finalmente, la divinità. Penso a Samsara, il cerchio della nascita, della morte, della rinascita, della nuova vita e poi ancora della morte, e così all’infinito. Penso al karma, a ciò che si semina e a quello che si raccoglie. Scalza, sorrido stranamente serena, di fronte a quelle statue placide, affamate come l’uomo.

Questo il link ufficiale del Mandir di Neasden: http://londonmandie.baps.org/