LETTERA D’EMIGRANTE |
Articoli - Rubrica di-Versi |
Cara Mamma qui non mi vogliono male solo preferirebbero che io non ci fossi. Per il mio vicino, non conta se ho imparato cose buone che lui non sa; perché ho scelto di star qui e non altrove; perché sono arrivato solo; chi sono. La sua formale cortesia è gelata come queste nevose mattinate. Eppure gli sorrido andando al mio piccolo lavoro e quando rincaso stanco. Preferirebbe al posto mio un uomo anche scostante, ma non straniero, che d’aspetto gli assomigli, che non noti le freddezze perché c’è nato. I suoi bambini mi fanno ciao di nascosto, con la mano senza una parola. Ma Tempo è dalla mia: so aspettare e mi conosceranno. Un qualche sabato che arrivi l’aprile mi offrirò per il giardino, e poi ancora. Mi arrangio a potare l’albero da frutta. Chissà forse... al tempo dell’uva, che è sotto serra, me ne offriranno. E tu sarai felice per me. |