Gli insegnanti dei CTP della Provincia di Torino considerano lesive dei diritti fondamentali delle persone le nuove norme indicate nel Decreto Ministeriale 4/6/2010 necessarie per ottenere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (in vigore dal 9 dicembre 2010) e la prossima introduzione dell’accordo di integrazione per coloro che richiedono, per la prima volta, il permesso di soggiorno.
In breve: · Il 9 dicembre 2010 è entrato in vigore il D.M. del 4/6/10(1), interpretazione italiana del permesso CE per i richiedenti il soggiorno di lungo periodo.
- Tutti i mesi ed entro 10 giorni dal preavviso ricevuto, ai CTP (i CPIA non esistono ancora), verrà richiesto di certifi care con appositi test le competenze linguistiche dei richiedenti permesso inviati dalle Prefetture.
- È verosimile che circa cinquemila persone in Torino e Provincia si trovino nella condizione di poter richiedere il permesso di lunga durata.
- Le Università in calce al decreto non hanno dato, come enti certifi catori, la loro disponibilità a somministrare e valutare i test.
- Nove Regioni hanno espresso motivato parere contrario.
I docenti sottoscrittori:
- Ritengono onerosa e dannosa la certificazione posta in questi termini.
- Ritengono opportuno potenziare le risorse pubbliche esistenti che già operano per integrare e off rire strumenti linguistici e culturali, alfabetizzare, e rilasciare certifi cati al termine del percorso formativo.
- Chiedono un incontro con le Istituzioni.
In conclusione le insegnanti e gli insegnanti dei CTP: 1) dichiarano la propria indisponibilità a diventare meri esecutori di norme e pratiche che rendono più precaria la vita dei migranti e, di fatto, tendono ad espellerli dal tessuto sociale. 2) Dichiarano invece la propria totale condivisione qualora venissero individuati seri percorsi linguistici e culturali basati sul riconoscimento di un diritto (allo studio, alla formazione, all’educazione permanente…..) e non su un obbligo. 3) Chiedono siano potenziati i fi nanziamenti del Ministero dell’Istruzione per aumentare l’off erta di corsi per adulti sia fi nalizzati all’attestazione di competenze linguistiche sia al conseguimento di titoli di studio. 4) Chiedono alla Prefettura e alle Istituzioni Scolastiche Regionali, di segnalare ai rispettivi Ministeri la negatività delle disposizioni ema- Continua da pag. 7 nate e la richiesta di sospenderne l’attuazione. 5) Chiedono, alle reti scolastiche, alle organizzazioni di migranti, alle associazioni culturali, ai sindacati, di organizzare una forte mobilitazione con momenti di confronto, informazione, formazione e protesta affinché la conoscenza della lingua e della cultura italiana diventino un diritto di cittadinanza e non un momento di esclusione. 6) Chiedono alle forze politiche democratiche di proporre leggi che favoriscano l’accesso allo studio dei migranti attraverso norme incentivanti come, per esempio, potrebbe essere il riconoscimento, in caso di avvenuta disoccupazione, di un percorso di studi ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno oppure la regolarizzazione automatica di un immigrato clandestino che stia contemporaneamente lavorando e seguendo un corso di studi statale.
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