Internazionale di nome e di fatto
Italia multietnica
Scritto da Paolo Riva   

Negli ultimi tempi si è parlato molto di come sarà la composizione della cittadinanza italiana negli anni a venire.
Da un lato chi sostiene che sia nell’evoluzione naturale delle cose che l’Italia diventi un paese multietnico, dall’altro lato chi, invece, ritiene che l’italianità vada preservata ad ogni costo negando ogni altro tipo di rappresentanza culturale.
In mezzo a queste posizioni ideologiche c’è l’Italia reale, quella che ogni giorno si muove, lavora, studia, impara a conoscersi e a convivere. Un’Italia che spesso si crede in ritardo rispetto agli altri paesi europei e che pensa di non essere in grado di elaborare modelli multiculturali, mentre invece non manca di esempi di pacifica convivenza e sviluppo.
Il più evidente di questi esempi, che spesso viene ignorato perché dimostra la ricchezza di una società multietnica, riguarda il mondo del calcio. In quello che è lo sport più amato e seguito dagli italiani, negli ultimi tre anni c’è una squadra che si è sempre classifi cata al primo posto del Campionato di serie A, e che nella stagione 2009-2010 ha vinto addirittura Scudetto, Coppa Italia e Champions League. Questa squadra è l’Inter, il cui nome uffi ciale, lo ricordiamo, è F.C. Internazionale. Al di là delle proprie convinzioni e del proprio tifo, è innegabile che sia risultata la squadra più vincente degli ultimi tempi.
E questa squadra, nonostante sia una società sportiva italiana, la sua sede è a Milano, ha fatto della multietnicità la propria (vincente) caratteristica. Nella stagione appena conclusa la sua rosa contava giocatori di ben 14 nazionalità diverse: 5 italiani, 4 argentini, 4 brasiliani, 2 sloveni, 1 austriaco, 1 camerunense, 1 colombiano, 1 ghanese, 1 keniota, 1 macedone, 1 olandese, 1 portoghese, 1 rumeno e 1 serbo. Più di una volta si è presentata in campo con undici giocatori stranieri. L’allenatore era straniero. E quando capitava che entrasse in campo un italiano, ecco la sorpresa, aveva la pelle nera.
Le squadre mono-etniche, almeno in Italia, si limitano a giocare, quelle multietniche, invece, vincono.
E se in uno degli spettacoli sportivi più seguiti del paese vale questa regola, perché non dovrebbe valere per la società intera? Perché non si dovrebbero cogliere i vantaggi di un futuro multietnico per l’Italia? Come possono permanere dubbi su qual è la strada auspicabile che dovrebbe intraprendere questo paese?

La rosa dell'Inter nella stagione 2009-2010

ITALIA
1 - Francesco Toldo (portiere)
21 - Paolo Orlandoni (portiere)
23 - Marco Materazzi (difensore)
39 - Davide Santon (difensore)
45 - Mario Barwuah Balotelli (attaccante)

ARGENTINA
4 - Javier Zanetti (difesore)
25 - Adrian Walter Samuel (difensore)
19 - Esteban Matias Cambiasso (centrocampista)
22 - Diego Alberto Milito (attaccante)

AUSTRIA
89 - Marko Arnautovic (attaccante)

BRASILE
12 - Julio Cesar Soares de Espindola (portiere)
6 - Lucimar Lucio Da Silva Ferreira (difensore)
13 - Maicon Douglas Sisenando (difensore)
8 - Thiago Motta (centrocampista)

CAMEROUN
9 - Fils Samuel Eto’o (attaccante)

COLOMBIA
2 - Ivan Ramiro Cordoba (difensore)
GHANA
11 - Ali Sulley Muntari (centrocampista)

KENYA
17 - Wanyama Mariga MacDonald (centrocampista)

MACEDONIA
27 - Goran Pandev (attaccante)

PAESI BASSI
10 - Wesley Sneijder (centrocampista)

PORTOGALLO
7 - Bernardo Ricardo Andrade Quaresma (centrocampista)

ROMANIA
26 - Cristian Chivu (difensore)

SERBIA
5 - Dejan Stankovic (centrocampista)

SLOVENIA
51 - Vid Belec (portiere)
15 - Rene Krhin (centrocampista)

Allenatore:
José Mario dos Santos Felix Mourinho (portoghese)