Anno 1987, l’anno del mio diploma, all’I.T.I.S. Avogadro di Torino. Anno 2011, mese di gennaio, stesso istituto tecnico che mi ha visto studente e che da sempre è riconosciuto come uno dei migliori d’Europa riceve, come ospite, la neo laureata in ingegneria meccanica del Massachusetts Institute of Tecnology (MIT), Hallie Cho.
La sua visita è stata possibile grazie a un progetto di cooperazione internazionale della Direzione per gli Aff ari Internazionali del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) per il miglioramento delle competenze scientifi che nell’istruzione superiore, in collaborazione con il MIT di Cambridge. Il progetto tende a realizzare un modo nuovo per insegnare e imparare le materie scientifi che ed è articolato in diverse fasi, la prima delle quali prevede l’insegnamento in inglese di moduli di fi sica, chimica e matematica, attraverso l’utilizzo di risorse e materiali che l’università mette a disposizione on-line. Il progetto è rivolto agli studenti del quarto anno, scelte tra 16 scuole italiane, suddivise tra licei scientifici e scientificotecnologici, e una ventina di laureandi del MIT. La collaborazione internazionale dà i suoi frutti anche dal punto linguistico: la dottoressa Hallie Cho può contare sull’assistenza linguistica di Hannah Hopper, studentessa della University of Saint Andrews, il più antico ateneo scozzese. Ed è grazie a questo progetto che il 10 gennaio scorso Hallie Cho ha potuto tenere la sua prima lezione alla IV A dell’I.T.I.S. Avogadro. Attraverso una lavagna interattiva multimediale ha presentato agli studenti un video sulla sua università, dopodiché ha tenuto una lezione sulla geometria della molecole. Tutto ciò è reso possibile dal fatto che il MIT offre la possibilità a neolaureati di fare un’esperienza di insegnamento all’estero. Cho ha scelto di aderire nel periodo in cui la sua università si ferma per un mese e mezzo di vacanze, per avere la possibilità di confrontarsi con i metodi di apprendimento degli studenti all’estero. Hallie ha esaminato il programma della classe e ha preparato il suo, facendo la sua prima lezione su una parte già spiegata. Questo ha permesso agli studenti di fare un buon esercizio linguistico e di approfondire, in una lezione, argomenti conosciuti, attraverso un nuovo metodo di insegnamento. Il parere degli studenti è stato positivo sia perché si trovavano a loro agio con una insegnante molto vicina per età, che ha messo a loro disposizione un metodo di insegnamento che al MIT è molto usato: la peer education (l’educazione tra pari), che vede i neolaureati insegnare agli studenti del primo anno. Finalmente qualcosa si muove anche nella scuola, consentendo agli studenti di entrare in relazione e confrontarsi con il mondo dell’Istruzione da parte di chi questo mondo lo considera un investimento e non un costo. Apprezzo molto la strada che l’Avogadro ha intrapreso e mi auguro che progetti di collaborazione internazionale entrino nei programmi scolastici ogni anno, nonostante i tagli che questo governo ha imposto alla conoscenza, defi nendola élite delle grande aziende ritenute come gli unici soggetti in grado di fare ricerca, sperimentazione e formazione. Questo sì che sarebbe un modo interessante di trattare l’istruzione di un popolo e non quello promosso fi nora dalla nostra politica, che specula anziché investire i soldi delle tasse degli italiani, che protegge banche e imprenditori interessati solo al profi tto che posso trarre dallo sfruttamento dei singoli e si occupa invece del loro sviluppo economico, sociale e intellettuale.
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