Testimonianze
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Scritto da Catalin Fistos
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Nell’articolo precedente un operaio della fabbrica di aerei di Bacau ebbe il coraggio di confrontarsi con il partito comunista, che cercava di coprire la verità sui fatti accaduti a Timisoara il 16 dicembre 1989. A quella riunione partecipò anche un ufficiale dei servizi segreti che provò ad arrestare l’operaio “ficcanaso”.
Il secondo giorno il segretario del partito si presentò, pallido e spaventato, cercando l’operaio per portarlo all’interrogatorio coi servizi segreti. Il lavoratore fu avvisato dai suoi colleghi e dai suoi superiori di restare nascosto nel suo atelier perché si sapeva che non avrebbe più visto la luce del giorno nel caso venisse arrestato. Nello stesso giorno, a Timisoara, si sentirono voci su delle esecuzioni di persone che si opposero al regime. I servizi segreti vedendo che non aveva successo nel trovare l’operaio “scomodo “, mandarono un ufficiale che si recò nell’ufficio del colonnello che lo difese nella riunione di partito. Gli agenti obbligarono il colonnello, capo dell’operaio, di portare il ricercato personalmente per l’interrogatorio. Il colonnello si presentò nell’atelier invitando l’uomo di seguirlo nel proprio ufficio per l’interrogatorio. Egli accettò perché aveva grande fiducia nel suo capo, che lo avvisò pure amichevolmente di stare attento a ciò che scrive nella deposizione perché ha due figli da crescere… I suoi colleghi realizzando che la situazione stava degenerando, decisero di andare nell’ufficio in cui si doveva svolgere l’interrogatorio, per proteggere il loro collega. Arrivati nell’ufficio l’operaio saluta educatamente: “Buongiorno”. Ci fu un’interruzione da parte di un’ufficiale comunista, uno degli scagnozzi di Ceausescu: “Silenzio, silenzio! Sentite il telegiornale…” ed usci bestemmiando. La rivoluzione ebbe inizio a Bucarest e in quel momento tutti gli operai capirono che il regime comunista stava per crollare e si intravide una speranza di libertà, e, ovvio, di salvezza per l’operaio che ebbe il coraggio di opporsi al regime. Ceausescu era riuscito a fuggire con un elicottero dall’edificio in cui fece il suo discorso, prima che gli animi si agitassero in piazza. L’operaio non dovette più fare la sua dichiarazione fasulla e non fu ancora interrogato dai servizi segreti.
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