Le donne di tutto il mondo |
Italia multietnica | ||||
Scritto da Redazione | ||||
Avete presente il “Quarto stato”? Il quadro di Pellizza da Volpedo? Beh… La pittrice Luciana Libralon ne propone una versione tutta multietnica e al femminile. La sua tela s’intitola, in modo un po’ provocatorio, “Il quinto stato” e rispecchia la sua visione del mondo contemporaneo e futuro. “Una società dove le donne hanno maggior peso rispetto al passato e in ambienti fortemente multietnici”, definisce lei. Non è un caso che Libralon sia torinese e che viva quindi in una delle città a più alta immigrazione d’Italia. “Una volta per vedere tutte le popolazioni del globo dovevi essere un marinaio e fare il giro del mondo almeno sei volte – si spiega – Oggi basta fare la spesa in un hard discount di periferia”. “Il quinto stato” appartiene a una delle sue ultime collezioni, dedicate al mondo femminile. Luciana, classe 1941 è originaria di Pinerolo, ha sempre viaggiato con i pennelli e i colori in acrilico e nelle sue tele i popoli dell’hard discount li ripropone nei loro paesi d’origine. Così è per le dame, “Verso la via della seta”, collezione del 2006, “Colori e tradizioni del mondo”, del 2007; “Sguardi esotici” (2008). Persino “Emozioni liberty”, la collezione del 2010, legata a questo periodo storico, nasconde qualche volto catapultato dal resto del mondo. “è la mia vera maniera di viaggiare e i capire le tradizioni di popoli lontani – racconta la pittrice – Molto spesso, mi capita d’imbattermi in persone straniere… Seppur affascinanti, interessanti, noto che manca loro qualcosa… è forse il contatto con il loro ambiente… è un po’ come se io glielo restituissi nelle mie tele”. Affollati mercati africani, contadine turche con ceste sulle spalle, arrampicate su verdi montagne, fioraie sudamericane o ancora calessi sospesi in nevicate della Cina rurale, rimpiccioliscono il mondo e lo fanno comprendere maggiormente nei suoi meccanismi più celati. Nei suoi ultimi lavori, Libralon non ha abbandonato la figura femminile, ma le sue figure non hanno più una chiara connotazione etnica… “Già – chiarisce – sto lavorando per mostre internazionali, come quella appena avviata a Shanghai… Ora l’esperimento è forse inverso… quello di far conoscere l’Italia all’estero. Io cerco di farlo esprimendo una certa grazia e un po’ di gusto”.
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