Mi chiamo Jacques...

Ciao a tutti, 

mi chiamo Jacques, ma alcuni mi chiamano Jack. Sono originario della Costa d’avorio (per chi non lo sapesse si trova nell’ovest dell’Africa) e vivo in Italia già da qualche anno, ma ricordo come se fosse ieri il primo giorno che toccai il suolo italiano. Era una giornata d’estate, ma più che una semplice giornata d’estate era un giorno felice. Mi sono sentito subito liberato dalle oppressioni di una vita molto difficile che mi ero lasciato alle spalle, almeno così mi sembrava quando sono arrivato. 

Il viaggio fino a qui è stato lungo e pieno di ostacoli. Il mio unico pensiero durante il viaggio era di arrivare sano e salvo a destinazione. Tutta la mia vita era stata piena di mille tormenti e difficoltà, come quella di tutti i giovani della mia età; in questi anni migrare su una terra nuova, l’Europa, era l’unica possibilità per vedere realizzarsi il sogno di un futuro migliore e non tutti potevano effettuare questi viaggi perché costavano tanto. Sapevo già prima di lasciare il mio paese che una volta arrivato in Italia il paradiso non sarebbe stato dietro l’angolo, ma comunque l’arrivo su questa terra nuova per me era pieno di emozioni: tutto era nuovo, si parlava una lingua nuova. 

Fino ad oggi nulla di quello che desideravo si è realizzato, mi ritrovo ancora adesso ad abitare abusivamente i palazzi dell’ex MOI. Non è una cosa di cui vado fiero, ma non avendo scelta vorrei approfittare di questa occasione abitativa per ricostruire la mia vita: mi chiedo sempre da dove iniziare visto che è quasi impossibile trovare un lavoro. Allora per vivere raccolgo le cose buttate che possono ancora essere di buon utilizzo, non è una vita dignitosa.. 

Adesso qui all’exMOI abitano più di 700 persone che, pur venendo dallo stesso continente, rappresentano più di 10 nazionalità diverse: ma nonostante le difficoltà umane che ci sono nel capire le intenzioni dell’uno e dell’altro, questo non ci impedisce di essere uniti nel dare vita a questo posto. è vero che ci sono state delle liti dure fra alcuni abitanti delle palazzine ma vi posso assicurare che non siamo gente violenta. Molti che abitano qui non ci stanno più con la testa perché non è facile aspettare per tanto tempo una vita migliore, quando si ha sulle spalle un’intera famiglia e non si riesce a provvedere nemmeno a se stessi. 
Altri problemi arrivano dall’esterno perché c’è chi ci vuole fuori da questo posto, ma con l’aiuto del comitato exMoi viviamo ancora qui, non in piena pace ma ci siamo messi insieme per creare buon gruppo di emergenza. Per la nostra sicurezza abbiamo imposto delle regole per poter vivere bene, visto che anche fra di noi ci sono donne e bambini: è vietata per esempio la vendita di stupefacenti, chi infrange questa regola viene messo fuori e segnalato alle forze dell’ordine; è vietato picchiare o aggredire qualsiasi ragazza o donna che vive sul posto con noi. Abbiamo anche imposto delle regole per la pulizia attorno ai palazzi. Abbiamo imposto tutte queste regole, perché non sarà mai ammesso nessun tipo di delinquenza. Ci rispettiamo a vicenda. Non abbiamo bisogno di tanto: in questo momento ci basta avere un tetto per poter avere un poco di serenità. 
In queste ultime settimane siamo stati circondati da manifestazioni di protesta contro chi ci vuol togliere l’unica cosa che ci dà un pizzico di speranza. 

Intanto ringrazio tutti i volontari che hanno messo in piedi la scuola all’exMOI per poter dare la possibilità ad altri di imparare la lingua. Poi mi chiedevo se potessimo essere un pochino più tutelati vista la nostra fragilità. Tempo fa anche voi italiani eravate fragili come noi. Mi rivolgo adesso a chi ha qualcosa da dire su questa occupazione o a chi fosse contrario: vorrei ricordare che l’immigrazione non è sinonimo di delinquenza. Alcuni abitanti hanno parlato tanto dell’insicurezza del quartiere. Stiamo facendo il possibile per non essere visti come delinquenti ma semplicemente come nuovi vicini. Non siamo né angeli né diavoli, ma semplicemente persone che vorrebbero avere un futuro di cui possano essere fieri. Ho capito che le voci sono tante su questa occupazione, si è anche parlato di razzismo: direi che il razzismo non c’entra in tutto quello che succede, ma è solo una questione burocratica e politica e ne abbiamo avuto la prova con “Mafia Capitale”. 
Questa è una politica di furfanti, quindi come vedete la delinquenza stava già qui e non è stata importata dagli immigrati come affermano le voci esterne. Un giorno stavo frugando nella spazzatura di un condominio e un signore mi ha gridato che era stufo di vederci sempre nella sua spazzatura. Non capivo, non sapevo se desiderava con questo dire che sperava in un lavoro migliore per noi o che gli dava fastidio anche l’unica cosa che abbiamo in mano adesso per poterci procurare il cibo senza tendere la mano a chiunque. 

Adesso ci sono le feste ed ancora una volta devo passarle con mille preoccupazioni. A volte mi sembra che il tempo si sia già fermato da tanto tempo per me e lottare o sperare diventa a volte una cosa monotona. Oggi è Natale e se non avessi un calendario non me ne sarei accorto. Mi sono ritrovato ancora sul mio letto a piangere con il cuore avvolto da una grande tristezza. Allora adesso che cosa bisogna fare? Ecco un altro giorno che segue ma sarà diverso da tutti gli altri perché questa volta vi parlerò di un incontro che mi sta cambiando la vita e mi fa stare più sereno che mai. 
Oggi è l’inizio di un nuovo anno, spero anche di una vita più bella e armoniosa per tutti noi. Il sole splende già dall’orizzonte, è l’inizio di una bella giornata di sole e anche se la temperatura fuori adesso segna un tempo freddo il mio cuore non lo sente perché l’allegria di questa giornata mi riscalda il cuore e perché oltre al sole nella mia vita ci sono anche delle persone che mi vogliono bene. 

Grazie ancora a tutti per questo affetto che mi date. Io penso che il razzismo sia già stato superato dal quartiere in cui siamo e da noi stessi: se voci esterne ci vogliono turbare o creare un malinteso che non c’è non gli andremo contro ma ci impegneremo ancora di più per fare tante belle cose rivolte al beneficio di tutti.