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Rachida

di Bakarat Rabie

La signora Rachida giunse in Italia nell’aprile del 2002. Aveva viaggiato per tre giorni su un pullman che la portò attraversando la Spagna e la Francia dalle coste del Marocco fino alla città di Torino: aveva con sé un po’ di vestiti, un sacchetto di erbe medicinali e quasi 70 euro. Come tanti nuovi arrivati si sistemò a Porta Palazzo davanti ai bagni pubblici della stazione dei pullman di via Fiochetto. In pochi giorni diventò uno straccio umano finché venne notata da una sua paesana, che subaffitta i posti letto in via Cottolengo, che le diede un riparo sistemandola in una soffitta minuscola dove si possono toccare le tegole del tetto e scorgere le stelle di notte. Si accordarono su un affitto che Rachida avrebbe dovuto pagare alla fine di ogni mese dando in pegno il suo passaporto. 

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Parigi, i bombardamenti 
e la piccola Anna

di PierVittorio Formichetti

Sugli attentati che la notte del 13 novembre 2015 a Parigi hanno causato la morte di più di 120 persone e scioccato i cittadini, e che hanno avuto eco immediata sugli organi d’informazione d’Europa e del mondo, ha già detto abbastanza la cronaca: tutti abbiamo saputo che durante la partita di calcio tra Francia e Germania sono state udite le esplosioni dei kamikaze poco lontane dallo stadio, subito scambiate per petardi (!) o per bombe-carta degli ultras, che hanno fermato per qualche minuto i calciatori; tutti abbiamo saputo dell’eccidio compiuto all’interno della sala concerti del locale “Bataclan”; tutti abbiamo saputo che gli autori della strage sono appartenenti al sedicente Califfato islamico, noto anche con l’acronimo inglese ISIS, o con quello arabo DAESH, e che uno di loro ha “curiosamente” perso il passaporto nel luogo della strage, indicando così di provenire dalla Siria, obiettivo immediato delle bombe sganciate dagli aerei dell’esercito francese pochi giorni dopo. 

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Gita in città

La seconda domenica di maggio abbiamo deciso di organizzare, con alcuni ragazzi che frequentano lo spazio scuola alle Salette, una gita in città. Siamo stati in Piazza Vittorio, alla Gran Madre e poi siamo saliti al Monte dei Cappuccini per ammirare un pezzo di città dall’alto. Una qualsiasi domenica primaverile per tanti torinesi, ma non per noi. I ragazzi non erano mai stati su al Monte e, qualcuno, non aveva neanche mai visto piazza Vittorio. La gita in città è sicuramente stata una possibilità per vivere la città come cittadini uguali a tutti gli altri, girando e curiosando qua e là senza meta. 

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Serate delle culture “Il problema non sta nelle differenze bensì nel come portarle a convergere”

Convergenza delle Culture sta organizzando da qualche mese delle serate speciali, dedicate alle culture del mondo. Finora abbiamo avuto modo, tramite le nostre speciali “guide”, di visitare la Siria, l’Algeria, la Turchia e l’Armenia, l’Albania e la Somalia. Ma questi viaggi virtuali sono stati fatti con un punto di vista particolare. 

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Crescere lontani da casa IIa parte

di PierVittorio Formichetti

Oggi in Italia ci sono molte comunità di immigrati extraeuropei, ma non c’è ancora una conoscenza sufficiente delle differenze etnico-culturali, anche nell’àmbito della genitorialità e delle pratiche di vita familiare, e la reazione, da parte anche delle autorità, spesso è troppo allarmata.

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