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Le donne di tutto il mondo
Italia multietnica
Scritto da Redazione   

 Donne in tailleur o con il chador… in jallabia o in sari… Qualcuna ha la piega come uscita dal parrucchiere, altre hanno il capo coperto da uno zif, il foulard magrebino… Qualcuna ha la cartella da lavoro, altre bimbi in fasce al collo…

Avete presente il “Quarto stato”?  Il quadro di Pellizza da Volpedo? Beh… La pittrice Luciana Libralon ne propone una versione tutta multietnica e al femminile. La sua tela s’intitola, in modo un po’ provocatorio, “Il quinto stato” e rispecchia la sua visione del mondo contemporaneo e futuro. “Una società dove le donne hanno maggior peso rispetto al passato e in ambienti fortemente multietnici”, definisce lei. Non è un caso che Libralon sia torinese e che viva quindi in una delle città a più alta immigrazione d’Italia. “Una volta per vedere tutte le popolazioni del globo dovevi essere un marinaio e fare il giro del mondo almeno sei volte – si spiega – Oggi basta fare la spesa in un hard discount di periferia”.

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Le donne alla conquista del diritto di voto e non solo…
Diritti violati
Scritto da Redazione   

Ogni anno, ogni giorno, ogni minuto che entra nella storia gli esseri umani possono dire di aver lavorato per mantenere i propri diritti, già acquisti, e conquistarne di nuovi. Le donne, in ogni epoca hanno sempre fatto più fatica a vedere riconosciuto un diritto, dalla libertà al diritto di voto.

Per la storia dell’Italia il diritto di voto fu conquistato alla fine della seconda guerra mondiale, ma il movimento che ha dato il via alla conquista di tale diritto ha radici molto più antiche. Era il 1872: in quell’anno nasceva il “Movimento delle Suffragette” che diede impulso negli anni successivi alla conquista del diritto di voto da parte delle donne nel resto del mondo. In Inghilterra questo movimento raggiunse il suo obiettivo con la legge del 2 luglio 1928, grazie alla quale venne esteso a tutte le donne inglesi. Pur essendo nato in Inghilterra questo movimento

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Mani tese verso i prigionieri nei cie
Diritti violati
Scritto da Redazione   

 Molteplici sono i tentativi di fuga dal lager di corso Brunelleschi.

Durante la notte fra il 12 e il 13 gennaio, alcuni reclusi del CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) di Torino hanno tentato la fuga. Si sono coperti le spalle incendiando materassi e coperte provocando un incendio; quindi, mentre i vigili del fuoco erano intenti a contenere le fiamme, essi hanno approfittato del momento, arrampicandosi lungo le recinzioni per raggiungere l’uscita.

A fare da ponte tra i fuggitivi e la loro possibile liberazione è stata una manifestazione all’esterno del CIE, da parte dei Centri Sociali, in cui una ventina di persone hanno fatto scoppiettare dei petardi, issando su di un albero uno striscione con la scritta: SOLIDARIETà CON CHI SI RIBELLA.

La fuga non ha avuto, però, un lieto fine perché i fuggiaschi sono stati riacciuffati immediatamente e i manifestanti messi i fuga sono stati fermati in piazza Sabotino.

 

Gli antefatti sono questi:

La notte di Capodanno 2012, approfittando del disordine dei botti, i centri sociali hanno manifestato davanti al CIE, con lancio di bombe carta e petardi, offrendo così l’occasione ad una ventina di uomini rinchiusi all’interno di esso di conquistare la loro libertà.  Qualcuno di questi fuggiaschi è riuscito a far perdere le proprie tracce.

Visto il risultato di Capodanno 2012, gli stessi appartenenti ai Centri Sociali hanno ritentato il blitz durante la notte dello scorso Natale. Anche questa volta i fuggitivi, approfittando dei botti festosi al di fuori delle recinzioni, hanno cercato di arrampicarsi, ma il loro sforzo è stato vano. Sono stati fermati e riportati all’interno del lager.

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In Bolivia la legge quadro della Madre Terra
Società
Scritto da Redazione   

Mi piace pensare controcorrente, poiché è appurato che molti di noi, esseri umani, vanno e vivono nella direzione che ritengono essere la più forte del momento. Dico che “molti di noi” lo fanno, per lasciare intendere che le persone che si oppongono alle ingiustizie ed alle disuguaglianze sono comunque tante. Penso ora alla diatriba che si è verificata a Taranto per la vicenda dell’Ilva, e mi chiedo come sarebbe stata la conclusione della vicenda (anche se non è proprio del tutto ancora conclusa) se invece delle leggi qualunquiste, arroganti ed inique del ricco (oppure ex ricco) mondo finanziario occidentale si fosse creata ed applicata questa legge Boliviana che rende l'idea del famoso detto: “quando avrete ucciso l’ultimo animale, inquinato l'ultimo fiume ed estirpato l’ultimo albero, vi renderete conto che i soldi non si possono mangiare”.

Del resto perché una nazione come la Bolivia sta prendendo posizione in questi argomenti? Perché una nazione che si trova nel Sud America non vuole pensare come pensano ed agiscono le oligarchie del mondo ricco?? Avrà mica tempo da perdere con queste fesserie, penseranno i potenti!

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Per non dimenticare A due anni dalla ribellione di piazza Tahrir
Società
Scritto da Roberto Toso   
Il 25 gennaio è stato il secondo anniversario della ribellione in Egitto e anche a Torino la comunità egiziana celebra il suo giorno della memoria. Giorno in cui gli egiziani hanno detto no alla dittatura di Mubarak. Abbiamo ricevuto l’invito, come redazione di Conexion da Amir del periodico  Popoli news. Abbiamo accettato l’invito non solo per documentare l’avvenimento ma anche per entrare in relazione con le persone che, come noi, si impegnano per l’affermazione dei diritti umani.
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