Scritto da Daniela Brina
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Conoscere Torino e la storia attraverso le sue vie. Questo è l’obiettivo della rubrica “Le vie della memoria” che inauguriamo con questo numero di Conexion. L’idea nasce da una mia personale curiosità, lo ammetto: leggendo i nomi delle vie molto spesso mi ritrovo a chiedermi chi sarà mai il personaggio che le ha dato il nome, quali i suoi meriti, il suo impegno, il suo legame con la città. Credo che questo sia uno degli scopi delle vie: non solo permettere l’orientamento e l’individuazione dei luoghi, ma anche mantenere viva la memoria sulle persone e gli eventi che hanno plasmato il passato e di conseguenza anche il nostro presente. Rappresentano il nostro punto di partenza. Trasformo perciò questa mia curiosità in una ricerca che, spero, possa interessare anche i nostri lettori.
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Società
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Scritto da Mario Brusasco
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Nell’attuale penoso avvio di campagna elettorale, mi suscita particolare disgusto lo slogan della Lega nord ” Prima il Nord”. Uno slogan rappresenta l’estrema sintesi di quanto un movimento o partito politico ritiene essenziale quale proposta per gli elettori, mentre lo pone a fondamento della propria dottrina.
Per gli Umanisti, che fra i tanti meriti e diversificate attività, si pongono come obiettivo la sensibilizzazione verso la Nazione Umana Universale, tale slogan disgregativo e discriminatorio non può che risultare vergognoso.
è vero che la Lega Nord, diventata in 20 anni partito di un certo peso politico, con la ignobile accondiscendenza generale, ci ha abituato a posizioni e comportamenti assolutamente disdicevoli e dannosi per il Paese, ma questa ennesima conferma non ne riduce lo sdegno in me provocato.
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Scritto da Redazione
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Oh never try to knock on rotten wood / or play another card game when you’ve won / never try to Know more than you should.» Bellissimi versi di Sylvia Plath, tratti dalla sua poesia Admonitions, i quali ci dicono di dare valore a quello che abbiamo, senza cercare altrove, senza pensare all’impossibile. In effetti, il suo talento nella scrittura, già scopertosi precoce, dall’età di otto anni, non era solo per il sapere scrivere, ma per la capacità di usare la lingua esprimendo una sensibilità innata, fuori dal comune, considerata anche la giovane età dell’autrice. Ma purtroppo, ciò che fece la sua fortuna, fece anche il suo dramma. Questa sua sensibilità la fece entrare nel tunnel della depressione, poi diagnosticata, in seguito a ricovero, come disturbo bipolare, fino a che morì suicida a soli trent’anni. Non sono in molti a conoscere questa autrice, è per tale ragione che invito i lettori ad andare a curiosare tra i suoi scritti. E così troverete un’altra poesia, molto originale anche per la particolarità di avere associato in un continuum titolo e verso iniziale. Si tratta di I am vertical, cioè Io sono verticale, il cui primo verso, originalmente, è il proseguimento logico di questo titolo: «But I would rather be horizonthal», ossia «Ma preferirei essere orizzontale».
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Italia multietnica
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Scoprire il mondo marocchino di Torino è come quando si versa il tè dal berrad, la teiera sinuosa che ricorda un po’ la magica lampada di Aladino dai desideri apparentemente inesauribili. Si versa il tè al primo giro. Lo si beve con la dovuta calma, lasciando fluire le parole del piacevole convivio. Si versa dunque una seconda volta e poi ancora una terza e il tè già allappa il palato, ma la teiera continua a versare, come se dopo ogni mescita in realtà riproducesse dell’altro tè, per servirlo dunque all’infinito”.
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Scritto da Redazione
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Nel piccolo appartamento di città, riecheggia una voce femminile “voglio andare a vivere in campagna. Quanta strada fisica e che evoluzione, ha comportato lo spostamento della famiglia agricola, in città. La cascina immersa nella campagna, gli animali, l’aria salubre. I bambini che giocano nell’erba, paffutelli, dalle guance bianche e rosse. La sera con il canto delle cicale e le lucciole. Visione paradisiaca! Purtroppo non rispecchia la realtà. Le cosiddette famiglie patriarcali con tanti bambini, i nonni, i suoceri, unica famiglia che gravita sulla donna e nei casi fortunati, sulle donne. Non esiste la lavatrice, i panni si lavano in grandi mastelli, fiume, se distante al vicino lavatoio; si fa il pane in casa, i cibi si cuociono su grandi stufe. Grandi camini per scaldare le stanze, piccoli scaldini sotto le coperte. I bambini nati a poca distanza, gli uni dagli altri, senza le scoperte attuali come gli omogeneizzati, pappe pronte, pannolini usa e getta. I nonni con patologie invalidanti, accuditi con profondo rispetto, portatori di esperienze di vita, gli abitanti della casa ascoltano i loro pareri e accettano i loro consigli.
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